Francesco Manca, ingegnere gestionale, oggi in Microsoft, ha raccontato in aula il suo percorso professionale

Ingegnere gestionale attualmente in forza alla Microsoft (è Technical Specialist – Security & Compliance), Francesco Manca il 4 dicembre ha raccontato la sua esperienza agli studenti del Corso di Laurea Magistrale nell’ambito di un incontro (‘Dal rischio all’opportunità: come l’AI trasforma i sistemi organizzativi’) che è stato organizzato dal prof. Guido Capaldo, nell’ambito dell’insegnamento ‘Progettazione ed Innovazione dei Sistemi Organizzativi’.

“Guido Capaldo è stato il mio mentore e il mio Maestro – sottolinea Manca – Ho per questo accolto con grande piacere l’invito che mi ha rivolto qualche tempo fa affinché incontrassi gli studenti”. Racconta: “Mi sono laureato in Ingegneria Gestionale tra il 2013 e il 2014. Ho svolto una tesi in Project management con un’analisi sulle certificazioni e in particolare sulla gestione del rischio. Subito dopo ho iniziato uno stage con un’associazione – Mandamento in Movimento – che tra le sue varie attività si occupa del sostegno alla coltivazione delle nocciole nella zona di Avella”.

Dopo il tirocinio, “il mio primo lavoro retribuito è stato in Deloitte”, multinazionale che svolge servizi di consulenza e revisione contabile per imprese, banche, assicurazioni ed altre realtà. “Per conto di Deloitte, che mi aveva assunto, ho lavorato a Milano con Unicredit, Carige, Intesa Sanpaolo e altri importanti gruppi bancari”.

Circa due anni e mezzo dopo quell’assunzione, l’ingegnere gestionale Manca ha avuto una migliore opportunità lavorativa in Ernst&Young ed è passato con loro: “Lì i miei ambiti di lavoro erano la cybersecurity, la resilienza aziendale, la gestione della continuità operativa. Ho supportato grandi clienti ad avere le certificazioni sulla cybersecurity. Non solo privati, perché ho lavorato per esempio anche con la Regione Lombardia e con A2A.

In Ernst&Young ho iniziato a gestire un gruppo e ho accumulato una importante esperienza. Mi ha poi notato un’altra azienda, che si chiama Aon ed offre anch’essa servizi di consulenza. Era un momento strategico per Aon in virtù di due importanti novità: era in arrivo la normativa europea sulla privacy e volevano lanciare sul mercato italiano un’assicurazione sulla cybersecurity. Serviva gente che fosse esperta nell’analisi del rischio.

In Aon ho gestito fino a dieci persone. Lavoravo prevalentemente a Milano, ma per qualche mese sono stato anche a Bruxelles nell’ambito di progetti che Aon portava avanti per la commissione europea”.

“Ho colto la sfida di veder nascere l’IA dall’interno”

Nuova tappa dopo Aon: Unicredit. “Cercavano esperti nella gestione del rischio in relazione alla cybersecurity e mi contattarono. Ho lavorato lì per alcuni anni come quadro direttivo. Banche e clienti iniziavano a comprare servizi in cloud, ma non sapevano bene di cosa si stesse parlando”. I servizi in cloud sono costituiti da infrastrutture, piattaforme o software gestiti da un provider esterno, che li mette a disposizione dei suoi clienti attraverso internet.

Per esempio servizi di archiviazione dati. “C’era la necessità di un cancello virtuale – prosegue Manca – tale da selezionare e qualificare i fornitori di servizi in cloud. Sono stato in Unicredit per alcuni anni”. È poi arrivata Microsoft: “Ho colto la sfida di veder nascere l’intelligenza artificiale dall’interno. Quando sono entrato in Microsoft era stata appena annunciata la partnership con Open AI, che si occupa di ricerca e sviluppo nell’ambito dell’intelligenza artificiale.

Oggi sono consulente tecnico di vendita, il mio ruolo è quello di illustrare alle banche e ad altri clienti come si può usare l’intelligenza artificiale per migliorare i processi aziendali di sicurezza, per esempio per contrattaccare gli hacker, e come la stessa intelligenza artificiale va utilizzata in maniera sicura e conforme alle normative, le quali peraltro sono in costante aggiornamento”.

Nell’incontro Manca non si è limitato a raccontare la propria esperienza e a rispondere alle domande degli studenti. Ha provato anche a dare qualche suggerimento sul modo di affrontare in maniera proficua l’avventura universitaria. “La didattica che ci propone – riflette – è essenziale per acquisire il meccanismo di apprendimento degli strumenti e dei metodi che accompagnerà un buon ingegnere in tutta la sua vita professionale. Al di là dei voti, è questo quello che conta”. Un altro aspetto della vita universitaria importante per i futuri ingegneri “sono le relazioni efficaci con le persone.

È fondamentale che lo studente si sforzi di avere un confronto con i colleghi e di stringere relazioni. Se le porterà anche dopo la laurea e quella rete lo aiuterà a migliorarsi e magari a trovare opportunità interessanti. L’Università va interpretata come il luogo dove è possibile migliorare tutti insieme”.

Non meno rilevante “è che i ragazzi prendano consapevolezza che devono continuare a formarsi, a studiare e ad approfondire anche dopo che si sono laureati e che hanno iniziato a lavorare. Ho conseguito diverse certificazioni sulla sicurezza informatica, sulla gestione aziendale e su altri aspetti essenziali nella mia attività. Può sembrare un sacrificio, ma studiare ed essere competenti è la via maestra per essere efficienti nel proprio lavoro, per essere rispettati e valorizzati”.
Fabrizio Geremicca

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Ateneapoli – n.19-20 – 2025 – Pagina 13

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