Il mare, la sfida, la libertà. A soli diciannove anni, Ginevra Caracciolo Di Brienza è una delle giovani veliste più promettenti d’Europa: campionessa europea ILCA 6 Under 21, campionessa italiana classi olimpiche 2025 nella ILCA 6 femminile e studentessa di Ingegneria Navale. La sua storia con la vela comincia undici anni fa: “mio padre è sempre stato appassionato di vela e mia sorella, più grande di me, aveva cominciato prima.
Per gelosia decisi di provarci anch’io, ma è stato un amore a prima vista”, racconta. Dai primi campi estivi, gli istruttori la invitano a proseguire anche d’inverno. Accetta anche se “mia madre non era molto d’accordo”. A dieci anni è la più piccola della squadra. Ginevra resta nella classe Optimist fino al 2020, un periodo fondamentale: “Sono cresciuta sotto tutti i punti di vista e ho ottenuto le prime soddisfazioni.
Mi sono qualificata al Mondiale, dove partecipavano solo i cinque migliori atleti italiani: una grande gioia”. Poi il passaggio alla classe ILCA (Laser), non semplice all’inizio: “Pensavo di voler fare una barca doppia, non mi piaceva molto la Laser. Ma col tempo ho capito che, per come sono fatta, sarebbe stato difficile trovare una persona con la mia stessa voglia di allenarmi e di vincere. Così ho scelto di continuare da sola”. Nel 2021 arriva il primo Europeo. L’anno successivo, l’esplosione: “Nel 2022 ho vinto il Mondiale in Portogallo. È stato il giorno più bello della mia vita: inaspettato, ma ci pensavo da tanto”. Nelle categorie successive continua a brillare: seconda al Mondiale 2023, terza nel 2024 e campionessa europea Under 21 e campionessa italiana classi olimpiche 2025.
“Il campionato italiano è sempre stato la regata che non mi andava bene: arrivavo sempre seconda o terza. Finalmente quest’anno l’ho vinto”.
Contrariamente a ciò che molti pensano, Ginevra non ha scelto Ingegneria Navale per la vela: “in realtà non c’entra niente. È solo una passione per le barche”. Al termine del liceo, infatti, aveva pensato a “Psicologia, Economia dello sport, Biomedica. Ero indecisa. Alcuni professori mi consigliarono di non preferire un percorso più semplice per avere tempo libero, ma scegliere ciò che volevo davvero”.
Si è iscritta l’anno scorso ed è riuscita a superare tutti gli esami tranne uno. “Mi aspettavo che il tutto fosse più complicato da gestire. All’università ho meno ore obbligatorie: quelle 14 ore che ‘perdevo’ a scuola ora le investo meglio”. Le trasferte per regate e allenamenti richiedono un’organizzazione impeccabile. “Quando sono via, i miei compagni mi inviano appunti e registrazioni. Alla fine, un’ora o due per studiare le trovo sempre”.
Per lei, studio e sport si equilibrano a vicenda: “Studiare mi aiuta a distrarmi dalla pressione delle regate. E la vela mi libera quando studio troppo”. Il suo segreto? La costanza. “Se ho una lezione indietro, non proseguo. Devo prima recuperarla. Studio volta per volta, non mi faccio ‘l’ammazzata’ finale”.
Un metodo imparato da bambina: “Mia madre non è mai stata esigente con i voti, diceva solo: ‘Se vuoi andare a vela, prendi almeno la sufficienza’. Ma per prendere la sufficienza dovevo studiare… e finivo per prendere voti alti”. E poi, una consapevolezza adulta: “Non è sicuro che nello sport si arrivi lontano. Prima o poi bisogna smettere: avere un piano B è obbligatorio”.
Il consiglio ad altri giovani atleti è semplice: “Bisogna ottimizzare il tempo. Anche quei 30 minuti tra l’allenamento e la cena: messi insieme, portano a superare un esame”. E aggiunge: “Studiate gli argomenti più difficili nei giorni di allenamento leggero, e quelli più piacevoli nei giorni intensi. Basta organizzarsi”.
Oggi Ginevra si sta preparando per il Mondiale Under 21 a Lanzarote, in programma a gennaio. La gestione dei tempi è già pianificata: “Voglio dare Disegno e poi Fisica Matematica due giorni prima di partire, così al Mondiale sarò tranquilla. A febbraio darò il terzo esame”.
Eleonora Mele
Scarica gratis il nuovo numero di Ateneapoli
Ateneapoli – n.19-20 – 2025 – Pagina 13-14







