Il prof. Pietro Nunziante, unico candidato, è stato eletto, il 14 ottobre, al coordinamento del Corso di Laurea Triennale in Design per la Comunità. Subentrerà al prof. Massimo Perriccioli, che è stato tra i fondatori del Corso. Nunziante ha 55 anni, insegna Basic Design e Digital Design e nel 2015 era nella squadra che si occupò della progettazione e del processo di accreditamento di Design for the Built Environment, la prima Laurea Magistrale internazionale del Dipartimento.
Ha inoltre preso parte, come designer e coordinatore delle attività formative, alla progettazione e allo sviluppo della Apple Developer Academy. Coordina Apple Foundation Programme, programma orientato a soluzioni per i beni culturali e ambientali, presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte. “Mi sono candidato – dice – perché mi è stato chiesto e credo sia necessario dare un servizio che vada anche al di là della propria attività didattica e di ricerca”.
Poi indica diversi obiettivi che si propone di centrare durante i tre anni di mandato (rinnovabili per altri tre) e li ha esplicitati anche nella lettera di candidatura che ha inviato ai suoi colleghi: il rafforzamento della dimensione internazionale, il miglioramento degli aspetti organizzativi e della cura del servizio agli allievi; la valorizzazione delle specificità, l’apertura al confronto ed al dialogo tra culture, esperienze e apporti differenti.
“Mi impegnerò – dice il prof. Nunziante – perché venga messo in agenda, a livello di Dipartimento, di Scuola e di Ateneo un programma per l’aggiornamento degli ambienti, degli spazi e dei tempi per l’apprendimento. Formare professionisti, studiosi e progettisti capaci di rispondere alle sfide sociali, ambientali e culturali del nostro tempo vuol dire creare un contesto di apprendimento innovativo, confortevole ed efficace, fornendo sia dal punto di vista degli strumenti che dei contenuti le conoscenze più aggiornate e avanzate possibili”.
Relativamente al numero chiuso, la sua posizione è questa: “Noi siamo obbligati a mantenere numeri proporzionati alla disponibilità di docenti sulle materie caratterizzanti e di spazi. Abbiamo poche aule grandi e i laboratori non sono infiniti. Certamente, però, potremmo immaginare nei prossimi anni piccoli incrementi rispetto al numero di 120 ammessi al primo anno che si è consolidato e rispetto al quale riceviamo un numero di candidature di gran lunga superiore”.
Precisa poi: “Ritengo però che la vera sfida dei prossimi anni sia un’altra. Noi dovremmo offrire una opportunità di Laurea Magistrale in Design a chi termina con noi il percorso triennale. Attualmente la gran parte va via: a Milano, a Venezia, a Torino. Certamente questo dipende in parte dalla naturale propensione dei giovani a sperimentare nuovi percorsi e a vivere esperienze diverse, ma credo sia anche il risultato della circostanza che in Dipartimento non abbiamo una Magistrale in Design in italiano.
C’è quella in inglese, e va molto bene, ma, poiché a sua volta attira un bel numero di persone da altre città o Paesi, non restano molti posti per i nostri laureati triennali. Dobbiamo trovare un modo per trattenerli, perché al momento li perdiamo per oltre il novanta per cento a causa della mancanza della filiera completa di Triennale e Magistrale”. Ai colleghi che lo hanno eletto chiede “la disponibilità e l’impegno di essere parte attiva e propositiva in un processo fondato sulla collaborazione e la cooperazione nell’intento di migliorare insieme un contesto di formazione e di apprendimento reciproco e collettivo”.
Fabrizio Geremicca
Scarica gratis il nuovo numero di Ateneapoli
Ateneapoli – n.16 – 2025 – Pagina 23