L’università può essere una opportunità per immaginare un destino diverso? È ciò che sperano gli operatori della cooperativa sociale ARIES, che ospita minori sottoposti alla sospensione del processo con messa alla prova. 
Per questo, si sono rivolti al Dipartimento di Giurisprudenza con l’intento di realizzare percorsi di messa alla prova intra-universitari che possano valorizzare la responsabilizzazione e lo sviluppo personale in contesti che non siano quello detentivo, guardando come esempio virtuoso ad un progetto già realizzato all’Università Cattolica di Brescia. 
In prima linea nel progetto ci sono la prof.ssa Flora Di Donato, docente della Clinica Legale, e il prof. Antonio Nappi, docente di Diritto Penale e Diritto Penale dell’Economia a Scienze dei Servizi Giuridici e Diritto Penale Comparato alla Magistrale. 
“La difficoltà più grande per gli operatori sta nell’aiutare questi minori a proiettarsi nella fase successiva alla detenzione – racconta la prof.ssa Di Donato – Allora si sono messi in contatto con la Clinica Legale per provare a riprodurre il modello di Brescia, dove i ragazzi erano stati invitati ad andare in Dipartimento, per frequentare il contesto universitario e interagire con gli studenti e avere uno scambio con l’esterno”, continua. 
In questo progetto sarà impegnato anche il Dipartimento di Scienze Sociali, nello specifico la dott.ssa Giulia Salzano che, venerdì 17 ottobre, si recherà assieme al prof. Nappi e la prof.ssa Di Donato a Battipaglia, dove vivono i ragazzi seguiti da ARIES, per iniziare a conoscerli personalmente e capire come portare avanti questo percorso. 
“Sicuramente coinvolgeremo altri colleghi e colleghe, alcuni dei quali ci hanno già dato la loro disponibilità”, rivela la prof.ssa Di Donato. Da una prima fase di introduzione ai temi della legalità e del diritto, con degli incontri con i docenti, si dirameranno dei percorsi personalizzati che coinvolgeranno otto ragazzi della comunità, ognuno dei quali sarà affiancato da uno studente del Dipartimento, che fungerà da tutor. Andando avanti nel percorso, poi, si cercherà di coinvolgere anche il centro SINAPSI, perché è chiaro che non possa mancare anche un supporto di tipo psicologico. 
Nella costruzione di un futuro all’insegna della legalità un ruolo chiave potrebbero giocarlo gli enti del terzo settore che si occupano di formazione professionale e culturale dei minori messi alla prova, come suggerisce il prof. Nappi: “Abbiamo già individuato alcune associazioni, come L’Uomo e Il Legno” – che insegna ai detenuti la professione del falegname – Nel mondo penitenziario è sempre più sentita l’esigenza di valorizzare le competenze dei detenuti anche per cominciare a farli uscire dal carcere, sempre nella prospettiva dell’integrazione sociale”, spiega, sottolineando la necessità che il periodo di messa alla prova non sia un semplice adempimento a cui assolvere per evitare di scontare la pena, ma “un modo per rendere questi ragazzi consapevoli del ruolo che hanno nella società e far acquisire loro competenze per il futuro”. 
Un progetto che si propone come un’opportunità di crescita per tutti: non solo i minori di ARIES, ma anche per i docenti e per gli studenti che saranno coinvolti, per immaginare anche un post-laurea diverso dalle classiche professioni forensi non solo per gli studenti della Magistrale, ma anche per quelli della Triennale, dove vi è proprio un curriculum dedicato al Terzo Settore. “I ragazzi potranno cominciare già prima della laurea a conoscere quali enti lavorano sul territorio per valorizzare persone svantaggiate e come le competenze dei giuristi possono essere molto importanti in quest’ambito”, conclude il prof. Nappi.
Gi.Ci.
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Ateneapoli – n.16 – 2025 – Pagina 19


 
                                    




