Due professori e un tratto comune: sono stati insigniti dagli allievi del Corso di Laurea in Ingegneria dei Materiali con il riconoscimento di “migliori docenti dell’anno”. Sono i professori Domenico Ninno, titolare del corso di Fisica dei Materiali alla Triennale in Scienza e Ingegneria dei Materiali, e Veronica Ambrogi che insegna Progettazione molecolare dei materiali alla Magistrale. La valutazione si riferisce all’anno accademico 2016-2017. “Penso che una delle ragioni per le quali gli allievi hanno espresso una valutazione estremamente positiva nei miei confronti è che hanno apprezzato la circostanza che non mi limito a lezioni ex cathedra. Certo, espongo gli argomenti. Poi vado oltre e mi sforzo sempre di arricchire. Immagino che possa averli colpiti in maniera favorevole anche il mio comportamento in aula: qualche battuta ed una risata aiutano a digerire pure gli argomenti ed i concetti ostici”, commenta il prof. Ninno. Il suo è un curriculum ricco di esperienze ed attività. Racconta: “Sono diventato ricercatore nel 1991. Prima di allora e dopo aver conseguito la laurea ho lavorato per 4 anni, in due fasi diverse, in Inghilterra. Sono professore associato dal 2000 ed amo profondamente il mio mestiere. Lo svolgo con gioia e cerco di trasmettere ai miei studenti il piacere che provo io nel fare ciò che amo”.
“Essere inutilmente cattivi”, l’errore imperdonabile ad un docente
Fisica dei materiali è un corso del terzo anno della Triennale ed è seguito in media da una ventina di ragazze e ragazzi. “Certamente – sottolinea il docente – la circostanza che la classe sia composta da un numero non elevato di allievi aiuta la qualità della didattica. Si crea un rapporto molto stretto tra il professore e gli allievi. Io preparo il materiale, cerco di essere aderente a quello che è scritto sul libro di testo nel corso della spiegazione e di essere disponibile. Mi sforzo di aggiornare i programmi, adeguarli. È indispensabile perché…
“Essere inutilmente cattivi”, l’errore imperdonabile ad un docente
Fisica dei materiali è un corso del terzo anno della Triennale ed è seguito in media da una ventina di ragazze e ragazzi. “Certamente – sottolinea il docente – la circostanza che la classe sia composta da un numero non elevato di allievi aiuta la qualità della didattica. Si crea un rapporto molto stretto tra il professore e gli allievi. Io preparo il materiale, cerco di essere aderente a quello che è scritto sul libro di testo nel corso della spiegazione e di essere disponibile. Mi sforzo di aggiornare i programmi, adeguarli. È indispensabile perché…
L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dall'11 maggio (n. 7/2018)
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