Il 1° dicembre a Fisica si è svolto un seminario indirizzato ai docenti del Dipartimento. Lo ha tenuto Giovanni Organtini, associato di Fisica sperimentale presso l’Ateneo romano La Sapienza, dove da alcuni anni si testa una riforma del Laboratorio di Fisica del primo anno che “prevede – spiega il prof. Italo Testa, docente di Didattica della Fisica alla Magistrale, promotore dell’incontro insieme alla ricercatrice Silvia Galano – l’impiego di strumentazione digitale per le misure e l’adozione di una metodologia didattica che privilegia l’apprendimento attivo.
L’utilizzo di strumenti come lo smartphone e Arduino (una piattaforma hardware e software, n.d.r.) permette di limitare il tempo di acquisizione dei dati e consente agli studenti di concentrarsi sull’interpretazione e l’analisi delle misure. La metodologia adottata ne stimola il pensiero critico”. Durante il seminario il prof. Organtini ha descritto la struttura e i metodi adottati dal corso e illustrato alcuni dei risultati più importanti conseguiti durante le indagini condotte per valutarne l’efficacia.
“Lo smartphone – dice il prof. Testa – può diventare un laboratorio nella nostra tasca. Lo si può impiegare ad esempio per la misura dell’accelerazione di gravità e per la misura dei campi magnetici. Esistono applicazioni che riguardano la fisica come Phyphox di notevole utilità per la didattica. Il prof. Organtini ha scritto anche libri su questo e li ha presentati durante il seminario” che è stato il primo di un ciclo di quattro o cinque incontri. Si svolgeranno nei prossimi mesi e saranno tutti dedicati alla didattica della fisica: “Il calendario è in fase di definizione.
Gli argomenti sono stati però stabiliti. Avremo un seminario sulla relatività, argomento di grande interesse per i ragazzi e i docenti; un altro che verterà sulle metodologie per favorire la partecipazione attiva degli studenti durante le lezioni; un altro ancora con approfondimenti sulla natura della scienza”. A Fisica, ricorda il prof. Testa, “abbiamo il curriculum Didattico nella Magistrale, con un percorso formativo specifico per coloro i quali desiderino dopo la laurea insegnare e svolgere ricerca nell’ambito della didattica. Lo frequentano tra i 5 e i 10 studenti.
Numeri piccoli, ma va considerato che complessivamente in media la Magistrale in Fisica è seguita da 80-90 studenti e che prevede nove curricula proprio per proporre percorsi formativi che rispondano il più possibile alle esigenze di chi li frequenta”. Fisica è una materia generalmente concepita come difficile tra gli studenti delle scuole superiori e tra gli universitari del primo anno dei Corsi di Laurea nei quali è presente.
“Dipende anche – sostiene il prof. Testa – da una sottile ansia e paura. Molti si approcciano alla materia con timore e questo non è un buon presupposto”. Come si potrebbe modificare a scuola l’insegnamento della disciplina? “È importante che attraverso esperimenti e attività di laboratorio ragazze e ragazzi verifichino quanto la fisica sia intrinsecamente legata alla vita quotidiana ed è auspicabile che non si allontanino subito i giovani dalla materia per colpa di un formalismo troppo pesante.
In sostanza, è opportuno che gli studenti siano resi partecipi delle cose. Ovviamente questo presuppone un congruo numero di ore di insegnamento e la disponibilità di laboratori sufficientemente attrezzati”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n.19-20 – 2025 – Pagina 17







