Macroplastiche nei fiumi: un seminario internazionale per gli studenti di Ambiente e Territorio

Un seminario internazionale dedicato a uno dei temi più urgenti e trasversali della ricerca scientifica attuale: la presenza e il trasporto delle macroplastiche nei fiumi. L’ha promosso, nell’ambito del corso di Idraulica Ambientale, primo anno della Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, il prof. Carlo Gualtieri (“mi interessava dare agli studenti una visione un po’ più ampia di un tema che tratterò nel corso”).

All’incontro, che si è tenuto il 23 settembre, hanno partecipato tre ospiti internazionali: Martin Blettler del Conicet (l’ente nazionale di ricerca argentino), Luca Gallitelli di Roma Tre e Maciej Liro dell’Accademia delle Scienze in Polonia. Tutti e tre da anni si occupano di progetti legati all’inquinamento da plastica nei corsi d’acqua, in particolare “di macroplastiche, ovvero quei rifiuti plastici visibili a occhio nudo, come bottiglie, contenitori e frammenti superiori a 5 mm di diametro”. La varietà dei profili ha arricchito l’incontro con approcci diversi: biologico, ingegneristico e ambientale.

“Sono colleghi che hanno un background diverso dal mio: quindi hanno anche punti di vista differenti, ad esempio sugli effetti delle plastiche sugli ecosistemi”, spiega il prof. Gualtieri, il quale ha sottolineato come il focus della sua ricerca si concentri soprattutto sul trasporto delle plastiche lungo i fiumi, un ambito in cui anche le morfologie del letto fluviale giocano un ruolo cruciale. “È importante capire come le plastiche si muovono, dove si accumulano, come vengono intercettate anche dalla vegetazione o da elementi morfologici del fiume”. Uno degli aspetti discussi è stato proprio l’uso di sistemi naturali come filtri per intercettare i rifiuti plastici trasportati dai fiumi.

“Per esempio si è parlato di come la vegetazione lungo i fiumi possa agire da filtro per questi materiali. Alcuni di questi rifiuti possono essere trattenuti e poi, magari, rilasciati successivamente”. Il giorno successivo al seminario, il prof. Gualtieri ha accompagnato i colleghi internazionali lungo il fiume Sarno, per una visita esplorativa così da verificare la possibilità di “condizioni per future attività di ricerca”. Il seminario ha infatti gettato le basi per nuove collaborazioni internazionali, in particolare con il ricercatore argentino per possibili studi in America Latina. “Probabilmente faremo una ricerca insieme sul Paraná.

L’idea sarebbe quella di estendere questo tipo di studi anche ad altri contesti, e magari portare avanti anche delle campagne di misura più strutturate”.
Il seminario si collega anche a un filone di ricerca che il prof. Gualtieri sta sviluppando da anni in collaborazione con università cinesi, focalizzato sulle microplastiche nei sistemi di drenaggio urbano. “Abbiamo pubblicato un paio di articoli su questi temi, per esempio come le microplastiche trasportate da una condotta si distribuiscono in un canale aperto, in funzione della morfologia del letto del fiume”.

“Volevo che gli studenti avessero fin da subito una visione ampia, perché questo è un tema molto interdisciplinare. C’è bisogno di ingegneri che sappiano anche confrontarsi con biologi, ecologi, geografi – conclude Gualtieri – È così che si affrontano davvero i problemi ambientali oggi”. Il corso di Idraulica Ambientale, dunque, non solo fornisce strumenti tecnici, ma si fa anche ponte verso la ricerca internazionale, aprendo le aule ai problemi concreti che attraversano il nostro tempo.
Eleonora Mele

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Ateneapoli – n.16 – 2025 – Pagina 25

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