Al tempo della transizione ecologica, della lotta al cambiamento climatico e all’inquinamento, che ridefiniscono il rapporto tra uomo e ambiente, il tossicologo chimico ambientale si inserisce nel novero delle professionalità più necessarie, avendo come orizzonte di riferimento la conservazione e il monitoraggio degli ecosistemi e della salute umana.
Per capire qualcosa di più su questa figura, Ateneapoli ha intervistato la prof.ssa Anna De Marco, Coordinatrice appena eletta proprio della Magistrale in Tossicologia chimica e ambientale – Corso attivato per la prima volta in assoluto nel 2017 – che ha raccontato le caratteristiche di questo biennio e i possibili sbocchi lavorativi. “Il Corso è quantomai attuale – ha spiegato la docente – risponde alla richiesta crescente di figure che abbiano competenze analitiche, valutative, gestionali in ambito tossicologico, ecotossicologico e ambientale. Inoltre, i nostri laureati possono iscriversi all’Ordine dei Biologi o a quello dei Geologi dopo aver superato l’esame di Stato”.
Il punto di forza di Tossicologia è di sicuro la multidisciplinarietà: “sono previste discipline come chimica delle matrici ambientali e la loro analisi, biotossicologia, ecotossicologia, legislazione ambientale, geologia, biochimismo, geochimica ambientale”. In questo tipo di percorso l’attività laboratoriale è fondamentale: “i ragazzi vengono preparati a svolgere analisi su matrici ambientali, che prevedono quindi la caratterizzazione delle risorse del territorio, tanto dal punto di vista chimico che biotossicologico ed ecotossicologico. Il tutto è finalizzato a consentire agli studenti di effettuare una valutazione della qualità dell’ambiente e strategica del rischio ambientale”.
Verso la fine del percorso è previsto un tirocinio formativo obbligatorio che va svolto presso aziende, strutture pubbliche, laboratori privati, fatto che “incrementa competenze e conoscenze, facilita anche l’ingresso degli studenti nel mondo del lavoro”. E infatti, a questo proposito, il laureato può occuparsi di “direzione, gestione, coordinamento dei processi volti alla salvaguardia e al monitoraggio dell’ambiente, così come di recupero, risanamento, bonifica – tutto questo tanto nel pubblico che nel privato. Senza dimenticare ovviamente la ricerca”.
Di sicuro, data la giovane età, bisogna ancora lavorare per far crescere Tossicologia, soprattutto sul fronte delle iscrizioni: “crediamo profondamente in questo Corso e nell’offerta formativa che propone, tant’è che la soddisfazione degli studenti è davvero alta (parliamo di più dell’80%) sia per l’organizzazione che per la didattica. Non ci sono abbandoni e la stragrande maggioranza della platea consegue il titolo per tempo, inoltre più del 70% dei nostri studenti inizia a lavorare subito dopo la laurea”. Poi De Marco ha aggiunto: “bisogna rendere questo Corso, tra i più innovativi del settore, quanto più noto possibile, migliorando innanzitutto nella comunicazione interna all’Ateneo”.
Rivolgendosi proprio agli studenti del futuro, ha detto: “fate scelte che ricalchino gli interessi”. E c’è fiducia, considerato che “vedo una grande sensibilità verso l’ambiente da parte delle nuove generazioni, quindi perché non approfittare di questo Corso?”. Tra quelli che in senso lato hanno seguito il suggerimento della docente ci sono Leonardo Izzo, Lucia Vittorioso e Gaia Giordi – rispettivamente due studenti ancora in corso e una laureata.
“Ho conseguito la Triennale in Scienze agrarie – ha raccontato Leonardo – ma non mi ha convinto molto, sono sempre stato più interessato alla tossicologia, agli inquinanti. Qui ho trovato il mio approdo, sono molto felice. Si è creato un ambiente molto familiare con colleghi e professori e si vede che questi ultimi sono affezionati a ciò che insegnano, riescono a trasmettercelo davvero bene”.
Sugli esami più apprezzati: “Matrici ambientali, il primo in assoluto, perché il prof. Diego Tesauro ha mostrato tutta la propria passione; allo stesso modo Ecotossicologia, sia per la prof.ssa De Marco che per la materia in sé, tra le mie preferite. Di quest’ultimo insegnamento ricordo con piacere anche la parte laboratoriale, durante la quale abbiamo effettuato il monitoraggio dei microrganismi nel suolo, valutando la loro respirazione e vari aspetti del metabolismo”.
Leonardo, quindi, consiglia vivamente il Corso: “ci sono altre Magistrali che si occupano di inquinamento e valutazione dei rischi ecotossicologici, ma non offrono la stessa preparazione di questo Corso, senza alcun dubbio. E poi i docenti, penso per esempio alla prof.ssa Raffaella Sorrentino, vengono sempre incontro alle esigenze degli studenti”. Lucia, che punta alla ricerca, in questo momento sta lavorando alla tesi, che è incentrata sulla “caratterizzazione dei suoli nell’area vulcanica vesuviana e flegrea”.
E ha spiegato: “abbiamo svolto varie analisi riguardanti alcune caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche del suolo, per verificare come ciò che abita il suolo può risentire di diverse condizioni”. Sul percorso accademico fin qui svolto ha detto: “dopo Biotecnologie del Farmaco, ho scoperto Tossicologia quasi per caso. Una persona me ne ha parlato molto bene e da lì ho iniziato a informarmi. Il mio forte interesse per il settore ambientale mi ha portato a sceglierlo. E ho fatto bene perché in questi due anni ho potuto vedere a 360 gradi cos’è un inquinante e qual è il suo destino nell’ambiente, nel corpo umano”.
Anche la studentessa cita l’esame di Ecotossicologia: “abbiamo visto vari protocolli che si applicano per l’analisi del suolo. Mi è piaciuto molto”. Insomma, il pollice è rivolto verso l’alto: “consiglio Tossicologia perché offre una formazione trasversale”. Ha chiuso Gaia, che si è laureata il 29 ottobre scorso su “la messa a punto di un metodo per la determinazione degli isotopi del piombo in varie matrici”. Alla giovane piacerebbe lavorare “nell’ambito della tutela ambientale, nello specifico in campo analitico, quindi valutazione di acque, suoli. Mi appassiona tantissimo”.
Il giudizio sulla formazione che ha ricevuto negli ultimi due anni: “nel complesso sono soddisfatta, abbiamo affrontato la tematica ambientale da molti punti di vista, essendo davvero vasta. Siamo stati stimolati e motivati molto. Soprattutto la prof.ssa Sorrentino”. Il tirocinio svolto al Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse, nel laboratorio di spettrometria di massa, le ha fatto capire di starci benissimo tra quelle mura: “ho potuto fare tanta pratica e soprattutto ho guadagnato molta autonomia”. Dunque, “se si ha l’intenzione di dedicarsi alla salute dell’ambiente, questo Corso è interessante e offre buone opportunità”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n.19-20 – 2025 – Pagina 29







