Prime lauree (con doppio titolo) alla Magistrale Acta

Quattro studentesse francesi e una italiana. Sono le prime laureate con doppio titolo nell’ambito del percorso formativo elaborato in collaborazione tra ENSA Paris Malaquais – PSL e l’Ateneo Federico II che è finalizzato al rilascio del titolo universitario di Diplome d’Etat d’Architecte francais e di Laurea Magistrale in Architettura Comunità Territori e Ambiente (Acta). La discussione delle tesi di laurea si è svolta il 17 ottobre.

“Le candidate – informa la prof.ssa Orfina Fatigato, che è la responsabile del progetto per l’Ateneo partenopeo (la prof.ssa Maria Salerno lo è per l’università parigina) – avevano già discusso la tesi in Francia nel mese di giugno e hanno superato brillantemente anche l’esame di laurea presso la Federico II con 110 e lode. Il risultato è particolarmente significativo anche perché le cinque studentesse sono ad oggi le prime laureate del Corso Magistrale ACTA di recente istituzione, è partito nell’anno accademico 2022-2023 con il coordinamento della prof.ssa Marella Santangelo”.

Il Double Degree, sottolinea la docente, “è nato con l’obiettivo di contribuire a costruire l’Europa attraverso la formazione di architetti aperti al confronto e alla comprensione delle condizioni plurali e dei temi importanti con cui misurarsi offrendo il proprio contributo al cambiamento”.

In quest’ottica, affronta diversi temi di attualità. Fatigato ne ricorda alcuni: “Metropoli e turismo: i due territori e le due metropoli sono esposte al sovraffollamento turistico. Oltre 12 milioni di persone all’anno a Napoli e quasi 37 milioni all’anno nella metropoli del Grand Paris. Questi temi aprono naturalmente ampie questioni urbane o architettoniche e trovano piena risonanza negli insegnamenti rispettivi delle due Scuole”.

Ci sono poi i temi legati alle strategie climatiche: “Il territorio del Sud Italia è esposto fortemente al processo di surriscaldamento climatico in Europa, che ha evidentemente impatti importanti sui modi di abitare i territori urbani; lo è anche il territorio parigino che è ancora inadeguato e impreparato ad assorbire gli impatti di questo forte cambiamento.

Il doppio diploma rappresenta una importante occasione di condivisione di riflessioni e sperimentazioni tra il Sud e il Nord dell’Europa sulle condizioni di adattamento urbano e architettonico a questa nuova realtà”. C’è inoltre la riflessione sulla necessità di ripensare i vuoti urbani: “Oggi e in futuro le nuove generazioni saranno sempre più coinvolte in situazioni di adattamento, trasformazione, ristrutturazione e riqualificazione di siti e edifici preesistenti.

Questi argomenti richiedono un sapere tecnico importante ma anche la capacità di indagine e di comprensione dei valori multidimensionali connessi al possibile riuso del patrimonio dismesso. Lo sviluppo di metodologie e la sperimentazione di strumenti innovativi è importante per affrontare questo complesso tema che tocca aspetti sociali antropologici oltre che evidentemente architettonici e urbani”.

Altro tema che affrontano gli studenti del doppio titolo è quello dell’abitare la transizione “intesa come un’interazione dinamica tra l’evoluzione della società e l’ambiente costruito”. La formazione a cavallo di due istituzioni in cui il tema della transizione è molto importante, centrale in numerosi progetti di ricerca e programmi didattici, “consente agli studenti di misurare approcci differenti e di comprendere complementarità, analogie e differenze”.

Ludovica, la studentessa italiana del quintetto

Ludovica Prisco, che ha 23 anni e vive a Piano di Sorrento, è la studentessa italiana del quintetto di neolaureate. Racconta la sua esperienza: “Ho frequentato Scienze dell’architettura e poi ho scelto il Doppio titolo per allargare lo sguardo alla realtà francese dell’architettura. In entrambi gli anni ho frequentato a Napoli il primo semestre e il secondo a Parigi.

La parte più complicata inizialmente è stata senza dubbio quella di cercare casa. Le spese di affitto a Parigi non sono basse, sebbene ci sia un piccolo aiuto dalla borsa di studio Erasmus. Per il resto, se ci si adatta a condurre la vita da studentessa, ce la si fa”. Un aspetto del sistema universitario francese che ha molto apprezzato: “lì ti chiedono costantemente di esprimere la tua opinione, ti coinvolgono molto. Questo aiuta ad interpretare il mondo con i propri occhi e a non lasciarsi semplicemente convincere”.

Prosegue: “L’organizzazione dei corsi e degli esami e il metodo didattico sono abbastanza diversi dai nostri e questo richiede certamente uno sforzo di adattamento, che però aiuta a crescere e a maturare”. La tesi di laurea, racconta Ludovica, “partiva dal tema dell’uso sociale dei beni confiscati e mi ha portato anche a svolgere un’analisi dei mutamenti del tessuto urbano per la turistificazione. Ho svolto la parte centrale del mio lavoro a Parigi e questo mi ha consentito di avere uno sguardo anche da lontano della realtà napoletana”.
Fabrizio Geremicca

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Ateneapoli – n.17 – 2025 – Pagina 15

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