L’aria che si respira e le espressioni dei volti, tanto dei docenti che degli studenti, raccontano di una prima volta assoluta che assume quasi le fattezze di un esperimento. Corrono i primi giorni di settembre e alcune sedi federiciane sono già piene. In particolare Giurisprudenza nel centro storico, Farmacia e Biotecnologie in zona ospedaliera.
E non è un caso: questi sono i siti scelti dalla Federico II per accogliere le 3800 matricole del semestre filtro di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria – menzione a parte per gli iscritti a Medicina a Indirizzo tecnologico, sede di Benevento. La prima fase del semestre prevede che le lezioni di Biologia, Fisica e Chimica e propedeutica biochimica (18 crediti totali) avvengano in presenza fino al 3 ottobre; poi saranno erogate da remoto in modalità sincrona fino al termine delle ore previste.
A quel punto ci sarà spazio per gli esami, fissati per il 20 novembre e il 10 dicembre. I canali didattici creati sono sette (da A a F) e organizzati per intervalli alfabetici. Per capire come stia procedendo questo inizio, Ateneapoli ha fatto un giro nelle varie sedi per raccogliere le testimonianze di docenti e matricole. È giovedì mattina, la prima settimana di lezioni volge quasi al termine. A Palazzo Pecoraro Albani, sede di Giurisprudenza – che ha messo a disposizione quattro aule per un totale di 1200 posti – la Amirante e la Conforti al piano terra sono gremite.
I docenti di turno fanno lezione per entrambe, con l’audio che viene distribuito in contemporanea. È appena terminata la due ore di Biologia e il volume del brusio che si leva dalle aule cresce perché è iniziata la pausa di un quarto d’ora, utile per prendere un po’ d’aria in attesa di rientrare e seguire Chimica.
“Studenti molto motivati”
Che, in questo caso, dietro la cattedra impegna la prof.ssa Marianna Caterino. “Confrontandoci tra noi colleghi, l’impressione è che i ragazzi siano molto motivati – ha detto – stiamo riuscendo a svolgere le lezioni abbastanza serenamente, anche se è presto per fare bilanci. Di sicuro sarà un peccato erogarle da remoto, ma purtroppo mancano le aule. Come ha ribadito più volte il Rettore, ci teniamo a dare e fare il massimo, basti pensare che altri Atenei sono partiti direttamente con la didattica a distanza”.
Sulla materia: “si tratta di una disciplina di base, dunque un po’ di curiosità va suscitata. Ma ripeto, vedo i ragazzi molto determinati”. Una conferma sembrerebbe arrivare da Blessing Obaseki, studentessa che si mostra subito convinta della scelta: “L’organizzazione è davvero ottima, non me l’aspettavo, d’altronde è tutto nuovo anche per l’università stessa”. Dopo i primi giorni di lezione, le difficoltà maggiori starebbero arrivando con Biologia: “risulta complicata perché è molto vasta e bisogna approfondire tanti concetti. Il tempo per studiare non è tantissimo tra corsi, viaggio di andata e ritorno per casa, ma ce la sto mettendo tutta”.
Qualora non dovesse superare il semestre filtro, le idee sono più che chiare: “riproverei di nuovo con Medicina, è il mio desiderio da tanto tempo. Certo, se mi avessero chiesto un anno fa cosa avrei preferito tra test e la modalità di ingresso attuale, avrei optato per quest’ultima. Oggi forse direi più l’altra, almeno oggi avrei la certezza di essere dentro o fuori”. Accanto, sembra più impaurita Stefania Nappo: “è molto difficile, bisogna frequentare per tante ore ed essere sempre attenti, inoltre c’è poco tempo per studiare. Devo dire però che i professori sono molto bravi e sto riscontrando un’ottima organizzazione.
Anche per me Biologia non è così semplice. Ci sono tantissime cose da ricordare ed è difficile seguire con costanza”. In caso di esito negativo dei sei mesi: “non penso di riprovare, ma di lanciarmi su Giurisprudenza”. Sulle lezioni da remoto che partiranno ad ottobre, entrambe si dicono propense, perché “si risparmia tanto tempo utile per lo studio”.
Martina: “un esperimento sociale”
Martina Neri sta prendendo posto in prima fila e con una certa flemma ammette che il tutto le sembra “un esperimento sociale”, e non solo per gli studenti e le studentesse: “noto molta ansia anche nei docenti, costretti ad andare molto veloce. Noi studenti e studentesse non abbiamo tutti le stesse basi per affrontare queste materie, ma credo sia del tutto normale, siamo all’università”.
Il percorso pare voglia portarlo avanti senza nessuna paura, un passo alla volta: “non dovessi passare, ci riproverei il prossimo anno tamponando nel frattempo con Biotecnologie”. La misura tampone per Lorenzo Palumbo sarebbe invece Infermieristica. Sul semestre filtro ha qualcosa da ridire: “a me provoca molta ansia, non mi piace. Non so che fine farò tra sei mesi. Anche se dovessi passare, potrei essere mandato chissà dove”.
Le impressioni positive non mancano, però. “La pausa è il momento di socializzazione più bello. Abbiamo tanto da dirci e si conoscono tante persone”. Dello stesso parere anche Sara Pallonetto: “mi rasserena capire che avvertiamo tutti le stesse ansie e paure – avrei preferito il test, se posso dire”. Sulla lezione più difficile finora non ha dubbi: “senz’altro Fisica, perché non ho grandi basi, ma per il resto tutto davvero bene, i professori sono bravissimi. Medicina mi piace tanto e se non dovessi superare il semestre opterei momentaneamente per Infermieristica”.
Salendo verso il Policlinico, si incontrano le altre due sedi predisposte per il prossimo mese in presenza. A via Montesano, il Dipartimento di Farmacia ha aperto tre aule per circa 600 posti totali. L’orologio segna le 13.30 ed è terminata la lezione di Biologia, stavolta lo spazio coinvolto è l’Aula Magna Sorrentino. La prof.ssa Rossella Venditti, salutata la platea, racconta le prime sensazioni ad Ateneapoli: “è ancora presto per trarre conclusioni, sicuramente per quanto mi riguarda l’organizzazione in canali sembra funzionare, studentesse e studenti sono attenti, partecipativi e vedo che si stanno ambientando ogni giorno di più.
Naturalmente i numeri sono elevati, al momento riesco a rispondere al numero di domande che mi arrivano, ma stiamo ancora trattando argomenti che sono loro noti”. Il consiglio che ha dato più volte in questi primi giorni: “le materie che stanno studiando non servono solo a superare il semestre filtro, ma anche e soprattutto a mettere le basi per diventare medici”. Sui Syllabus: “sono molto estesi ed è giusto così, ma forse ci sarebbero volute più ore di lezione per coprirli interamente”.
Aule video collegate “è come seguire da remoto”
All’esterno, in giardino, in pausa pranzo e in attesa della successiva lezione, prevista per le 14.30, stanno chiacchierando Anna Minauda e Eleonora Moio. La prima studentessa ha più di qualche critica da esprimere sull’impianto generale: “la modalità di svolgimento potrebbe essere migliore, magari a discrezione dello studente, dunque mista. Io sono in pieno servizio civile e faccio molta difficoltà a mettere tutto assieme. Inoltre, solo un’aula per canale vede fisicamente il docente, tutte le altre è come se seguissero da remoto, in più ci sono state diverse interruzioni dell’audio, ma è pur vero che siamo all’inizio”.
Dal punto di vista didattico i problemi incontrati finora “hanno a che fare con la Fisica, perché con la Matematica non ho mai avuto un buon rapporto, diciamo così. E infatti negli anni passati mi ha scoraggiato questo nella partecipazione al test di ingresso (la studentessa è diplomata da due anni, ndr). Medicina è il mio obiettivo e lo perseguirò anche in caso di esito negativo di questo semestre”. La collega racconta di un’ora di Fisica persa poco prima “per problemi tecnici”, ma riconduce il tutto “a una normale fase di sperimentazione”.
E proprio la materia citata è quella “con cui sto avendo più difficoltà”. Poi un cenno sui Syllabus: “ho iniziato a studiarci mesi fa, sono strutturati abbastanza bene e rispetto ai test di ingresso degli anni passati presentano molti più riferimenti alla Medicina, per esempio nel parlare delle radiazioni e degli isotopi, ci sono molti richiami alla risonanza magnetica”. Infermieristica resta la boa di salvataggio “in caso di mancato accesso alla seconda parte dell’anno”.
Di sicuro, se dovesse passare ed essere mandata fuori Napoli, la cosa le creerebbe non pochi problemi economici: “sarei costretta innanzitutto a cercare un lavoro per mantenermi e questo rallenterebbe tanto il mio percorso di studio. Vedremo”. Jennifer Mazzarella sta approfittando per rileggere gli appunti presi in aula, punta a Veterinaria. Ha detto: “i primi giorni sono stati pesanti, abbiamo ricevuto una marea di informazioni da imparare in poco tempo. Lo so, siamo all’università, ma devo ancora abituarmici.
Finora mi sta mettendo molto in difficoltà Fisica, non riesco a capirla molto bene; in parte anche Biologia, ma forse rispetto all’altra è più comprensibile per le basi che ho io”. Sull’eventualità di un percorso alternativo: “quello appena trascorso è stato un anno sabbatico per me, ho avuto tanti dubbi sul Corso di Laurea da intraprendere, quindi non saprei proprio”. Sull’organizzazione generale, qualche remora: “i siti non funzionano per niente bene e non si riesce a reperire le informazioni”. Poco più giù di Farmacia, sorpassando l’entrata principale del Policlinico, si arriva al Cestev, il cui piano terra è interamente dedicato al semestre filtro – si tratta di quasi 2mila posti.
In una delle tante aule sta per prendere posto dietro la cattedra la prof.ssa Simona Paladino, di Biologia. “Giudico questa prima settimana molto positiva – ha detto – Siamo contenti. L’Ateneo sta facendo un grande sforzo, a livello didattico con i docenti, e a livello informatico con l’ing. Barone e i suoi collaboratori. Spero i feedback dei ragazzi siano buoni, abbiamo sistemato in diretta i problemi che sono sorti, per esempio mantenendo la proprietà intellettuale della Federico II sul materiale didattico che stiamo fornendo”.
Qualcuno, tra professori e studenti, ha sollevato l’ipotesi che le lezioni non esauriranno tutto il programma. Paladino non ci sta: “Per quanto riguarda Biologia copriremo tutti gli argomenti, assolutamente. Inoltre, al netto delle ore in aula, alla fine dedicheremo una settimana all’analisi di eventuali problematiche (lo faranno anche gli altri due insegnamenti, ndr)”. Alla platea, Paladino ha ribadito vari concetti: “l’importante è essere attivi in aula, sempre. E non è un monito che vale solo per il semestre: il percorso di studi deve essere di qualità. Bisogna metterci impegno”.
Giornate stressanti, “bisogna abituarsi”
In attesa che inizi la lezione, gli studenti si sistemano nelle varie aule. Roberta Francesca vede “un po’ di disorganizzazione, devo ammetterlo”. Sulle materie: “se non si ha una base e non si studia fin da subito è molto difficile seguire. Molti professori spiegano bene e si applicano, altri leggono le slides. Io trovo Chimica molto pesante e non riesco ancora a capire gli esercizi”.
Veterinaria è nel suo futuro: “anche se non dovessi passare, probabilmente andrei all’estero, dove le cose son fatte meglio e per di più in inglese”. Martina Barba parte invece da un aspetto positivo: “il tutto è strutturato come un corso di preparazione, ma non a pagamento ovviamente. Dall’altro lato, la cosa negativa è che i professori ci hanno detto che non riusciranno a spiegare tutti gli argomenti del Syllabus, e questo, almeno per me, comporta consultare tante altre fonti tra slides, libri di preparazione e quant’altro”.
La studentessa apre poi una questione che andrà valutata nel tempo: i corsi di preparazione privati hanno ancora appeal? Difficile dirlo al momento. Di sicuro nelle idee del Governo, quando ha pensato alla riforma, c’era anche quella di interrompere questo circolo vizioso. Una nota a margine: nel tratto di strada tra Policlinico e Cestev, campeggia un manifesto pubblicitario enorme che invita ad affidarsi a lezioni private con un costo non meglio identificato. La studentessa chiude con una battuta su ciò che potrebbe accadere in futuro: “vedo solo Veterinaria, anche a costo di trasferirmi all’estero”.
Emanuele Cacciapuoti punta tutto su Odontoiatria, dopo la Triennale che sta per conseguire in Igiene dentale. “I Corsi di Professioni sanitarie sono estremamente pratici grazie ai tirocini, questo mi ha consentito di calarmi appieno in un lavoro che ho scoperto piacermi moltissimo. Ho pensato di voler fare un ulteriore salto di qualità”. Da studente più esperto, giudica positiva l’organizzazione generale: “sono state strutturate giornate universitarie classiche, bisogna abituarsi”. Chiude Alessandro Coda Marotta, che si augura di diventare un medico veterinario: “Trovo questi primi giorni abbastanza stressanti e sto facendo difficoltà a reperire informazioni, e molte stanno arrivando solo adesso”.
Lo studente solleva anche il problema degli abbonamenti ai mezzi di trasporto. UnicoCampania ha informato che non è possibile richiederlo in forma gratuita come consentito a tutti gli altri studenti perché chi è iscritto al semestre filtro non risulta ancora immatricolato. In realtà ognuno di questi studenti e studentesse ha pagato regolarmente una tassa, ha una mail istituzionale e una matricola: “so che non dipende dall’università, ma questa decisione ci toglie un’agevolazione importante, considerando che abbiamo l’obbligo di frequenza”.
Su Fisica: “non è una materia che trovo semplice, tra la tre che dobbiamo affrontare. Ad ogni modo ho iniziato a studiare dai Syllabus già ad agosto e credo che i tempi siano molto stretti per preparare tutto in tempo, tant’è che mi affiderò a lezioni private per Fisica e questo ha un impatto economico”. Non dovessero andare bene gli esami, l’alternativa per lo studente sarebbe già pronta: “frequenterei Gestione degli Animali e delle Produzioni: mi interessa meno, ma mi consentirebbe comunque di lavorare con gli animali”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 13-14 – 2025 – Pagina 10-11