Dopo l’impegno del Cestev nell’offrire il piano terra alle matricole del semestre filtro di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria durante il mese di settembre, sono iniziate a pieno ritmo le lezioni per gli studenti e le studentesse di Biotecnologie. La ripresa dell’attività didattica ha segnato l’avvio ufficiale per chi è alla prima assoluta in ambito universitario e il ritorno in aula per coloro che hanno già frequentato negli anni scorsi.
Regolare lo svolgimento delle lezioni, così come la fruizione dell’intera struttura – area ristoro e soprattutto aule studio – anche da parte di iscritti dei più disparati Corsi di Laurea. Basilio Esposito, terzo anno di Biotecnologie della Salute, spiega: “sto frequentando le lezioni di due insegnamenti di Biologia, Genetica medica e Patologia generale. Soprattutto i primi due sono bei mattoni, ma sono comunque coerenti con il percorso di studio”. E, infatti, su questo consiglia: “serve tanta costanza nello studio, magari può essere utile costruirsi una routine. E poi suggerisco di andare agli esami anche se non si è preparati come si vorrebbe, e lo dico per esperienza personale.
Mi è capitato di non presentarmi all’orale dopo un 27 allo scritto per questa paura”. Pure Marco Livero, ultimo anno di Biotecnologie del Farmaco, si sente di offrire delle imbeccate a chi sta iniziando: “non stressarsi troppo nel capire come cambiare il metodo di studio. Chiariamo: è importantissimo, ma non deve creare troppa ansia. Accanto a questo, alla frequenza dei corsi, è importante creare amicizie, circondarsi di persone con le quali condividere il percorso, lo studio”.
Marco Nobile, del secondo anno di Biotecnologie della Salute, sta frequentando le lezioni di Biologia molecolare e Immunologia, più avanti toccherà a Biochimica. Un primo bilancio dopo l’inizio dell’anno accademico: “sono molto soddisfatto, i professori risultano disponibili e penso andrà tutto bene”. Sul primo anno appena trascorso: “ho superato tutti gli esami e non potrei essere più sereno, è un Corso di Laurea molto tosto ma regala grandi soddisfazioni”.
Unica pecca, finora, il fatto che, essendo di Eboli, provincia di Salerno, Marco “pendola” ogni giorno dal suo paese d’origine: “l’impatto sulla quotidianità si avverte, è pesante alla lunga sostenere queste trasferte, ma alla fine mi ci sono abituato”.
Tocca poi a Teresa Marra, anche lei iscritta al secondo anno, che tuttavia patisce ancora un po’ di disorientamento generale, soprattutto rispetto ai fini del percorso che sta conducendo: “sono contenta della scelta che ho fatto, non sono pentita; tuttavia, nel passare dalla scuola all’università, ho visto poco sostegno da parte dei docenti nel raccontarci a cosa saremmo andati incontro, avrebbero potuto spiegarci meglio che cos’è l’università, cosa si fa e chi potremmo diventare, perché a oggi ancora non ho ben capito cosa potrò fare lavorativamente.
Stesso discorso vale per la più attuale scelta del curriculum, per esempio, rispetto alla quale non ci vengono fornite grosse indicazioni, e non so bene come orientarmi”.
Chiude Sveva Improta, anche lei al secondo anno, che volge lo sguardo indietro: “per gli esami che ho sostenuto sono soddisfatta, meno per l’organizzazione delle prove intercorso del secondo semestre dello scorso anno, che ci sono state comunicate davvero a ridosso”. Su questi primi giorni, come il collega, ha detto: “i professori mi sembrano disponibili, spiegano davvero bene e ci coinvolgono molto”.
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Ateneapoli – n.16 – 2025 – Pagina 27







