Storia Economica delle mafie e dei reati finanziari, una novità assoluta in Italia

Il 7 marzo si avvieranno le lezioni di Storia Economica delle mafie e dei reati finanziari presso il Dipartimento di Scienze Politiche. L’insegnamento caratterizzante vale 6 crediti formativi ed è tenuto dal prof. Rosario Patalano, ordinario di Storia del Pensiero Economico nel Dipartimento di Giurisprudenza. È previsto al secondo semestre del secondo anno del Corso di Laurea Magistrale interclasse in Scienze criminologiche, investigative e di contrasto ai crimini informatici, che è stato attivato nell’anno accademico 2023-2024. Ateneapoli ha intervistato il prof. Patalano alla vigilia dell’inizio delle lezioni.
Perché è così importante questo nuovo insegnamento?
“È una novità assoluta nella didattica universitaria italiana. All’estero, però, da anni la storia economica delle organizzazioni criminali è presente in molti Corsi di studio sulla base anche di una vasta e crescente letteratura scientifica internazionale”.
Come è maturata l’idea del corso?
“Il prof. Giacomo Di Gennaro, superando molte resistenze interne, ha fortemente voluto questo insegnamento nel Corso di Laurea che per sua iniziativa è stato avviato a Scienze Politiche”.
Quali temi saranno trattati a lezione?
“Ormai il crimine organizzato non è più un prodotto dell’arretratezza economica e sociale, ma è un soggetto attivo del mercato globale, che usa strumenti finanziari sofisticati, che agisce con una mentalità razionale rivolta all’accumulazione di ingenti ricchezze e che sta acquistando un crescente potere sociale e politico. Il corso ha per scopo ricostruire l’evoluzione economica dei diversi fenomeni mafiosi, non solo italiani (Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra), dedicando attenzione anche alle mafie estere (cartelli latino-americani, mafia nigeriana, criminalità slava, yakuza giapponese e triade cinese), che hanno un ruolo importante nel processo di globalizzazione del crimine. Parte del corso sarà dedicata anche ai reati dei colletti bianchi come i casi Sindona e Parmalat che costituiscono tipici esempi di capitalismo criminale”.
La circostanza che il corso nasca proprio a Napoli ha una rilevanza particolare?
“L’insegnamento in una città come Napoli, da anni soggetta alla violenza e prepotenza della camorra, acquista anche un significato civile per i giovani che un giorno formeranno la classe dirigente. Ed è proprio a questo scopo che qualche anno fa la Conferenza dei Rettori (CRUI), con presidente Gaetano Manfredi, e la Commissione Parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi, siglarono una convenzione per sollecitare un maggior coinvolgimento del mondo accademico nello studio dei fenomeni criminali. Dall’indagine compiuta dalla CRUI sugli insegnamenti universitari specificamente dedicati ai fenomeni mafiosi emerse il paradosso che erano più diffusi negli Atenei del Nord e quasi del tutto assenti al Sud”.
Come spiega questa anomalia?
“Purtroppo non sempre gli accademici vogliono uscire dalla comoda Torre d’Avorio in cui amano chiudersi per ignorare il disastro sociale che li circonda”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n. 4 – 2025 – Pagina 25

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