Un’iniziativa della prof.ssa Cristina Vano, docente di Storia del diritto medievale e moderno. Studenti all’Astra per la visione de ‘Le vie dell’acqua’

A Giurisprudenza si torna a fare lezione al cinema, ma non per mancanza di aule, come ogni tanto piace ricordare ai laureati degli anni ’90. Si tratta invece di un’iniziativa della prof.ssa Cristina Vano, docente di Storia del diritto medievale e moderno, che il 24 novembre ha proposto ai suoi studenti una lezione insolita: non in aula, per una spiegazione frontale, ma all’Academy Astra, per vedere un film. Una sala calda e raccolta accoglie i ragazzi in un freddo e piovoso pomeriggio di novembre.

La pellicola che sta per essere proiettata è ‘Le vie dell’acqua’: un film che ambisce a rendere ‘pop’ la ricerca scientifica in ambito umanistico e a tal fine sceglie la prospettiva di un gruppo di studenti che si ritrova, per punizione, a dover prendere parte ad una rappresentazione teatrale ispirata a ‘I mercanti’ di Goldoni e un’esposizione sugli elementi storici e culturali che hanno segnato lo sviluppo dei traffici commerciali tra Venezia e l’Europa. Ha portato i suoi saluti la prof.ssa Carla Masi, Direttrice del Dipartimento.

In sala sono presenti il regista, Fabio Masi, e la prof.ssa Stefania Gialdroni dell’Università di Padova, da cui è nata l’idea di realizzare un film che potesse raccontare con un linguaggio alternativo l’enigma storico della ‘Lex Mercatoria’: un sistema nato spontaneamente tra i commercianti a livello internazionale durante il Medioevo, fatto di regole e linguaggi comuni che superavano, in qualche modo, le barriere linguistiche date dalle diverse provenienze. Nel susseguirsi delle scene le nozioni della storia si intrecciano al vissuto quotidiano dell’età dell’adolescenza e proprio questa commistione è stata il punto di forza del film, come hanno raccontato alcuni studenti al termine della visione.

Tra questi c’è Cira Somma: “Mi è piaciuto il mescolarsi nella narrazione di alcuni problemi che caratterizzano l’adolescenza, come gli attacchi di panico, assieme al diritto, a dei riferimenti culturali importanti come l’opera di Goldoni”, commenta la studentessa. Per Rosa Celestino, invece, il film ha rappresentato “una prospettiva in più su come il diritto si riversa nella vita di tutti i giorni e uno stimolo a studiare il diritto concentrandomi non solo sulle regole e sulla precisione della forma, ma anche a come questo prende vita in modo naturale, come si vede nel film”.

Una sollecitazione accolta anche da Francesco Sansone, che riporta di aver trovato suggestivo vedere “come attraverso l’esperienza cinematografica si possa apprendere quale sia il modo giusto per vivere certe materie”, afferma alludendo alla curiosità che i ragazzi sviluppano nel film per la storia di Venezia e dei suoi commerci grazie anche alla fruizione di video divulgativi online e alle interviste con alcuni esperti.

Metodi di apprendimento che si distanziano “dall’approfondimento tradizionale a cui siamo stati abituati, prima al liceo e ora all’università”, critica Luigi Traiano, che afferma invece di aver trovato nel film degli spunti per “entrare nella materia in un modo diverso e viverla molto di più”. Concorda Patrizia D’Amico che afferma di aver accettato subito l’invito della prof.ssa Vano “perché vedere un film è un’attività inusuale all’università, che si pone sempre come un qualcosa di estremamente serio che non possa avere altri canali oltre alle classiche lezioni frontali”, spiega. E aggiunge che l’incontro ha rappresentato anche un’occasione per costruire un rapporto tra docente e studenti “più interattivo, diverso da quello classico che instauriamo in aula ogni giorno”.

Mentre parla, guarda ogni tanto il gruppetto di colleghi con cui stava commentando il film. Si conoscono da poco, sono tutte matricole, e questo pomeriggio trascorso in maniera un po’ diversa, lontano dai libri, è stato un potente incentivo a creare legami anche fuori dall’aula perché sì, “a lezione si scambia qualche chiacchiera, ma la concentrazione è comunque sulle spiegazioni dei docenti e sullo studio. Qui invece siamo riusciti a confrontarci davvero, anche con altri ragazzi con cui non riusciamo a parlare a lezione e con tanti altri studenti di altre cattedre”, conclude.
Giulia Cioffi

Scarica gratis il nuovo numero di Ateneapoli

Ateneapoli – n.19-20 – 2025 – Pagina 22

- Advertisement -




Articoli Correlati