Nasce da un percorso di ricerca lungo e stratificato il nuovo insegnamento del primo semestre ‘Studi sull’attore e sul divismo’, introdotto quest’anno nell’ambito del Corso di Laurea Magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo e affidato alla prof.ssa Stefania Prisco.
La scelta di proporre il corso risponde a un rinnovato fermento negli studi umanistici, che oggi guardano con crescente interesse alle forme dello star system, alle dinamiche della fama e alle interazioni tra spettacolo, industria culturale e pubblico. Un’attenzione che, secondo la docente, intercetta sensibilità contemporanee e curiosità molto vive negli studenti.
“L’obiettivo è offrire agli studenti uno sguardo articolato sulla figura dell’attore, inteso non soltanto come interprete, ma come nodo complesso in cui convergono pratiche sceniche, modelli culturali, tradizioni performative e sistemi mediali”. L’insegnamento nasce anche dal desiderio di “colmare un vuoto disciplinare: comprendere come il divismo si sia configurato nelle diverse epoche e come gli attori, dal teatro sette-ottocentesco al cinema e fino ai media contemporanei, abbiano incarnato forme diverse di prestigio e visibilità”.
La docente racconta di aver costruito la propria traiettoria accademica dentro gli studi teatrali e dello spettacolo, sempre con un’attenzione particolare alla relazione tra attore, forme della rappresentazione e processi culturali. “Il mio percorso di ricerca – spiega – è iniziato con la storia teatrale e spettacolare napoletana del Settecento e si è poi ampliato grazie all’insegnamento di questo corso, che mi ha permesso di approfondire la teoria della performance, le dinamiche del divismo e le modalità con cui l’immagine dell’attore si è trasformata in un vero e proprio dispositivo simbolico e comunicativo”.
Proprio l’intreccio tra prospettiva storica e riflessione teorica costituisce il nucleo del suo lavoro e orienta anche l’impostazione del nuovo insegnamento.
Il programma è costruito per intrecciare costantemente percorsi storici e strumenti teorici. “La scheda dell’insegnamento prevede una panoramica storica e teorica del divismo e delle figure attoriali a partire dal XVIII secolo”, chiarisce Prisco. Il viaggio proposto parte dalle dinamiche che definiscono lo statuto dell’attore moderno, attraversa le prime forme del divismo teatrale e cinematografico e arriva fino alle declinazioni contemporanee della celebrità e dei meccanismi di visibilità.
L’analisi dei materiali iconografici, archivistici, testuali e audiovisivi permetterà così di leggere l’attore non solo come figura professionale, ma “come immagine pubblica, mettendo in relazione corpo, tecnica interpretativa, costruzione mediale e immaginario collettivo”.
Anche la metodologia riflette questa pluralità di sguardi: lezioni frontali, discussioni in aula, visione di materiali audiovisivi, lettura collettiva di testi critici e analisi di casi concreti. Un approccio dinamico, pensato per far entrare i frequentanti nelle logiche interne della performance e della costruzione della celebrità. La docente insiste in particolare sulla dimensione riflessiva del percorso: non solo chiedersi ‘chi’ o ‘che cosa’, ma soprattutto ‘come’ e ‘perché’ un attore diventa simbolo, come si costruisce il divismo, quali implicazioni culturali ne derivano.
Prisco si rivolge infine direttamente ai suoi studenti, presenti e futuri. “Suggerisco sempre di affrontare il corso con curiosità e attenzione al dettaglio”, afferma, convinta che la storia dell’attore e del divismo sia attraversata da trasformazioni continue e che solo uno sguardo critico permetta di coglierle davvero. Li invita inoltre a mettere in dialogo materiali diversi, a valorizzare le competenze pregresse, a non temere un’interpretazione personale purché fondata, e soprattutto a partecipare. “Frequentare, intervenire, porre domande aiuta moltissimo – chiude – anche in vista dell’esame finale”.
Giovanna Forino
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Ateneapoli – n.19-20 – 2025 – Pagina 25
