‘Tirocini aggiuntivi’ a Taiwan per cinque studenti di Medicina

Cinque studenti di Medicina e Chirurgia si trovano in questo momento alla Chang-Gung University di Taiwan per un tirocinio aggiuntivo che li terrà impegnati dalle tre alle sei settimane. Una grande opportunità, nata da un’idea del prof. Roberto Troisi – “il vero ispiratore”, l’ha definito il collega Ivan Gentile, Direttore del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia.

I criteri della selezione: media più alta e nessuna partecipazione a programmi di ‘student exchange’. “Tutto è nato – spiega proprio il prof. Troisi – dopo una mia visiting professorship presso il Chan Gung Memorial Hospital di Kaohsiung, la seconda città taiwanese più grande dopo Taipei e, soprattutto, uno dei cinque centri asiatici più importanti per il trapianto di fegato e la più importante di Taiwan – circa 30 anni fa è stato realizzato il primo trapianto di quest’organo da donatore cadavere, una situazione rarissima ancora oggi”.

Dopo aver ospitato un docente per circa un mese alla Federico II e mettendo a frutto la propria notorietà a Taiwan, si è provato “a discutere a livello apicale su una collaborazione di primo livello, cioè sul piano dipartimentale con lo scambio di studenti. Ed è quello che abbiamo realizzato, i nostri studenti sono lì dal 17 ottobre. I ragazzi hanno dato delle preferenze per il tirocinio e una buona parte si svolgerà in chirurgie generali specialistiche – qualcuno avrà modo di fare esperienza anche nella medicina tradizionale cinese millenaria, che continua ad andare di pari passo con quella ufficiale”.

La ‘svolta’ verso l’oriente non è affatto casuale, ma dettata dalle evoluzioni in atto, secondo il docente: “questa formazione non può che ampliare conoscenze, spirito, motivazione, e l’Asia è all’avanguardia su tantissime cose, purtroppo la vera decadenza è qui da noi. Non esistono solo gli Stati Uniti, ma anche la Cina, lo stesso Taiwan, dove il progresso corre molto più veloce che in Europa”.

I prossimi passi – un cosiddetto secondo livello – potrebbero essere scambi per Scuole di Specializzazione: “qui le difficoltà burocratiche aumentano perché bisogna riconoscere innanzitutto il titolo di studio, è un processo lungo al quale stiamo lavorando con la presidenza della Scuola di Medicina”. Insomma, “l’arricchimento è per tutti”. “Partono da esperienze del singolo professionista, che poi in base alle richieste prova ad aprire un varco per l’intera comunità”.

Pieno sostegno all’iniziativa è arrivato anche da Gentile, in qualità di guida del Dipartimento, e l’ha resa possibile grazie agli accordi bilaterali con il Preside prof. Jim-Tong Horng, Associate Dean for International Affairs, College of Medicine Chang Gung University, Taoyuan-Taiwan, e con la coordinazione di Troisi. Il Direttore si è detto entusiasta: “la contaminazione culturale tra realtà diverse può solo far crescere l’Ateneo e i nostri studenti”.

Sull’operazione condotta dal prof. Troisi ha poi aggiunto: “ci è riuscito grazie alla sua grande rete di contatti e gli ho dato appoggio totale, tanto in termini di condivisione del progetto che di risorse economiche”. Sull’accordo con la prestigiosa università di Taiwan: “vitto e alloggio saranno offerti dal nostro partner, noi abbiamo coperto invece i costi del viaggio, come Dipartimento e Scuola di Specializzazione in Chirurgia”.

Gentile ha identificato anche alcune discipline che coinvolgeranno gli studenti selezionati: Chirurgia Generale, Ematologia ed Oncologia pediatrica, Chirurgia Plastica e Toracica, Anestesia, Malattie Infettive, Neurologia, Ginecologia e Medicina Interna. Poi un chiarimento: “questo tipo di esperienza non sarà sostitutiva dei corsi da svolgere in Italia, che al loro ritorno i ragazzi dovranno seguire comunque, perciò lo definiamo un tirocinio aggiuntivo”.

E starebbero arrivando già i primi feedback dall’oriente: “gli studenti sono molto contenti – una nostra iscritta sta seguendo un corso di medicina tradizionale cinese, l’essenza della conoscenza del diverso”. Essendo un progetto pilota, qualora dovesse rivelarsi proficuo, più avanti potrebbe essere la Federico II a ospitare futuri medici provenienti da Taiwan.

In generale, sul senso del progetto, Gentile ne ribadisce l’importanza: “la vita mi ha insegnato che la crescita passa attraverso il rapporto con gli altri. E più questi ultimi sono lontani da noi, dalla nostra cultura e abitudini, più avviene una contaminazione che apre la mente e fortifica le conoscenze. L’internazionalizzazione va perseguita perché offre la possibilità di migliorare come comunità – speriamo di arrivare in futuro anche a uno scambio bilaterale di docenti. Dobbiamo fare rete, interfacciarci con le persone che fanno il nostro lavoro e imparare a emulare le buone pratiche”.
Claudio Tranchino

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Ateneapoli – n.17 – 2025 – Pagina 7

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