“Mi piaceva vedere quello che c’era dietro la macchina, essenzialmente il modello matematico”. Questa frase definisce il criterio che ha guidato l’intero percorso accademico e professionale della dott.ssa Pasqualina D’Onofrio, 30 anni, oggi Associate Engineer in Hitachi Rail nel settore della safety del segnalamento ferroviario.
Il suo cammino universitario si sviluppa in tre fasi precise, ciascuna con una funzione strategica. La Triennale in Ingegneria Meccanica presso l’Università Federico II le fornisce le basi tecniche e applicative: strumenti concreti, capacità di risolvere problemi, familiarità con processi ingegneristici. Ma già durante il secondo anno emerge una scelta consapevole: “non mi bastava applicare formule già scritte, volevo capire le assunzioni e i modelli alla base dei sistemi”.
E così la risposta arriva con la Magistrale in Mathematical Engineering, un percorso interdisciplinare che unisce matematica avanzata, modellistica e principi fisici. Qui D’Onofrio passa dall’applicazione alla comprensione analitica: “Studi prima il modello, poi lo rendi computazionale”. E la scelta non è casuale ma strategica per costruire competenze metodologiche e capacità di ragionamento critico, necessarie per affrontare problemi complessi.
Grazie alla sua formazione, i colloqui sono numerosi, al ritmo di tre al giorno nei mesi più intensi, segno di un profilo particolarmente ricercato. Proprio tra le opportunità ricevute (nel dicembre 2023, a pochi mesi dalla laurea) emerge quella di Hitachi Rail, azienda che aveva già conosciuto anni prima grazie agli open day universitari e che ritrova come naturale prosecuzione delle sue aspirazioni. “Era già stato amore a prima vista, non ho avuto dubbi sulla scelta”, confessa oggi.
Ed è lei stessa ad anticipare il perché di una terza laurea ‘on going’: “non potevo iscrivermi all’albo degli ingegneri, così informandomi ho scoperto che ancora una volta l’Università Federico II offriva un percorso di laurea perfetto per me”, e da qui parte una nuova avventura con la Magistrale in Transportation Engineering and Mobility. “Qualcuno potrebbe pensare che io sia pazza – scherza – soprattutto se si pensa alle difficoltà che s’incontrano durante un percorso universitario, ma vivendo in un contesto lavorativo molto dinamico mi sento sempre stimolata”.
La curiosità, che definisce come motore essenziale della sua formazione, continua a essere la leva che mantiene attiva la sua passione per lo studio. Per lei, tornare sui libri non significa fare un passo indietro, ma dare continuità a un’identità professionale costruita con metodo. Oggi, in Hitachi Rail, sintetizza il suo ruolo con una formula efficace: “Sono il bollino verde dell’impianto”. Si occupa infatti della certificazione dei sistemi, garantendo sicurezza e affidabilità del segnalamento ferroviario.
Inoltre, accanto alla responsabilità tecnica, riesce anche a partecipare ai gruppi interni dedicati all’empowerment femminile, alla salute mentale e alle politiche di inclusion e diversity, realtà nate spontaneamente dai dipendenti e testimonianza di un approccio partecipativo alla vita aziendale. Alla fine, quando le si chiede un consiglio per chi sta affrontando oggi il mondo universitario, la dottoressa quasi tris non ha dubbi: “Mettersi sempre in discussione, perché anche dal fallimento può nascere una vittoria”.
Una formula che sintetizza il suo percorso: la capacità di valutare criticamente ogni scelta, correggere la rotta e trasformare ogni esperienza in un’occasione di crescita. È un approccio che restituisce il valore della curiosità, della determinazione e del metodo: tre bussole che hanno guidato ogni sua decisione. E forse è proprio qui che si evince un messaggio importante: ricordare ai ragazzi che il futuro non si conquista con certezze assolute, ma con il coraggio di interrogarsi ogni giorno.
Lucia Esposito
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Ateneapoli – n.19-20 – 2025 – Pagina 12







