Il 31 ottobre 2026 scadrà il mandato di Matteo Lorito, Rettore dell’Ateneo Federico II, che non potrà ricandidarsi a norma di Statuto. Si dovrebbe votare a settembre del prossimo anno. Nell’Ateneo c’è chi si sta già muovendo in previsione della corsa al rettorato. Circolano già alcuni nomi di aspiranti candidati a succedere a Lorito, di differenti Dipartimenti ed aree disciplinari, ma uno solo tra essi, al momento, ha ufficializzato i suoi propositi.
È il prof. Santolo Meo, sessantunenne nato ad Ottaviano, professore Ordinario di Convertitori, Macchine e Azionamenti Elettrici nel Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Elettrica, il quale giorni fa ha indirizzato una lettera di candidatura alla comunità accademica. Si è insomma ufficialmente fatto avanti. “Ho scelto di uscire allo scoperto – dice ad Ateneapoli – perché la Federico II è una grande Università con numeri importanti. Nell’Ateneo abbiamo 26 Dipartimenti. Se si esclude agosto, quando l’ateneo è chiuso, significa che un candidato deve recarsi in almeno due Dipartimenti al mese per ascoltare, dialogare e costruire il programma. Bisogna dare ampio spazio alla comunità per un progetto condiviso.
Devo pormi in condizioni di ascolto e devo incontrarli tutti. Non solo i Consigli di Dipartimento, peraltro, perché sarà utile anche organizzare incontri più ristretti con i settori scientifico-disciplinari, cascano dei quali portatore di specifiche esigenze e problematiche. A Medicina, per esempio, ci sono i pediatri, gli internisti, i cardiologi, gli oncologi e via discorrendo.
Abbiamo 350 settori scientifici in Ateneo. Mi candido in un tempo ragionevole per dare alla comunità la possibilità di confrontarsi e riflettere con me, affinché io possa poi operare una sintesi nel mio programma. Devo raccogliere i diversi punti di vista, ma poi declinarli rispetto alla mia visione di Università”.
Il prof. Meo non è nuovo ad incarichi istituzionali in Ateneo. “Sono entrato alla Federico II nel 1994 – ricorda – e nel 1997 ero già senatore accademico. Lo sono stato per due volte e per sette anni. Altre due volte ho fatto parte del Consiglio di Amministrazione. Sono stato anche per due volte nel CdA dell’Ente per il diritto allo studio. Inoltre sono stato in Centri di ricerca d’Ateneo come il CIRAM, TEST Scarl, maturando una visione profonda dei bisogni e delle potenzialità del nostro ecosistema universitario.
Sono stato anche consulente del Direttore Generale Luisa Liguori, condividendo problematiche di vario genere, dall’edilizia alla formazione sulla trasparenza, fino all’Anticorruzione, interagendo a stretto contatto con molti degli attuali Dirigenti delle varie Ripartizioni. Sono stato poi delegato per l’edilizia universitaria, affrontando i problemi dell’immenso patrimonio edilizio e delle tante questioni relative alla sua manutenzione e riqualificazione. Ho maturato, insomma, una visione completa delle problematiche di gestione, di amministrazione, di carattere economico e finanziario”.
Come ha reagito la comunità accademica all’ufficializzazione della candidatura? “Ho avuto ottimi riscontri – risponde – e d’altronde prima di presentarla mi ero confrontato con numerosi colleghi. Non è stata un’iniziativa nata dal nulla. Sto ricevendo molti apprezzamenti”.
Aggiunge: “La mia è un’idea di Università aperta al dialogo con i poteri, ma orgogliosa della sua autonomia. Aperta per un cammino condiviso ed una governance partecipata”. Scrive nella lettera alla comunità accademica: “Questa candidatura non nasce da un’ambizione personale, ma da un sincero spirito di servizio e dalla volontà di ricostruire e rilanciare insieme un’idea forte di Università pubblica, libera, inclusiva, capace di essere autorevole guida culturale, motore di sviluppo sostenibile e presidio critico nel cuore del Mediterraneo.
Una Università che richiami studenti da tutto il mondo, in grado di trasformare il presente e di inventare il futuro. Viviamo tempi complessi, in cui il sapere è sovente ridotto a mera competenza tecnica, in cui le scelte sono troppo spesso eterodirette da logiche estranee alla missione culturale, educativa e civile dell’Università. La Federico II tuttavia è una Università con più di 800 anni di storia, nata per volontà di un imperatore illuminato che volle un sapere libero dal vincolo delle corporazioni e degli ordini religiosi.
Oggi più che mai dobbiamo restituirle e potenziare quel respiro originario, aggiornandolo alle sfide del presente ma salvaguardando principi irrinunciabili, quali l’equità nell’accesso al sapere, ad un sapere critico, la centralità dello studente, la dignità del lavoro docente, tecnico ed amministrativo, la tutela dei colleghi più giovani, il legame fecondo con il territorio, la ricerca come atto di libertà e di servizio, il ripudio di ogni discriminazione, l’indipendenza da ogni tipo di potere”.
Ricorda, inoltre, che “in tutti questi anni non ho trascurato l’attività di ricerca, risultando per più anni nel 2% degli studiosi più citati nel mio settore, secondo una classifica condotta dalla Stanford University e risultando inserito nei comitati scientifici di prestigiosi Congressi e Riviste internazionali oltre che nel Comitato direttivo dell’Associazione nazionale che raggruppa tutti i docenti del mio settore. Mi sono impegnato infine in una attività di diffusione della conoscenza tramite la collaborazione con quotidiani nazionali”.
Prosegue nella lettera di candidatura: “Ho organizzato eventi culturali su temi di grande attualità, oltre ad offrire da anni le mie competenze nella Commissione del Prefetto che vigila sulla sicurezza degli spettacoli con più di mille partecipanti. Tutte queste esperienze mi hanno insegnato, da sempre, ad avere una visione ampia e complessiva di tutte le sensibilità e le esigenze della nostra Università”.
Il prof. Meo chiarisce che il programma sarà definito dopo che avrà incontrato le diverse componenti dell’Ateneo. Traccia peraltro alcune linee programmatiche generali relativamente a diversi aspetti: Didattica, Ricerca, Terza Missione, Amministrazione.
“Ci aspettano tempi non facili – riflette – segnati da un’incertezza sull’entità dei finanziamenti pubblici ed una prevedibile contrazione delle risorse. Terminato il periodo del PNRR che ha portato enormi risorse al nostro Ateneo si presentano all’orizzonte sfide che bisogna affrontare con forza e determinazione”.
Scrive poi: “Nei momenti difficili c’è chi decide di gestire al meglio il possibile, noi invece possiamo e dobbiamo guardare oltre, rilanciando e trovando nuove soluzioni, per governare il futuro piuttosto che subirlo. Ed è quello che intendo fare, insieme a voi, con idee chiare, azioni concrete e obiettivi realistici, sfruttando le grandi opportunità di crescita che in ogni campo ci sono davanti e che, in questi anni, abbiamo colto solo in minima parte”.
Fabrizio Geremicca
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Ateneapoli – n.15 – 2025 – Pagina 3