Un professore con la passione per la pittura: Maurizio Bifulco

“Arte e scienza seguono strade diverse, ma entrambe cercano risposte alle domande della nostra vita. Ricercano una verità”. Parola di scienziato. Ma di uno che ha il suo faro culturale in Leonardo da Vinci, genio universale che non ragionava per comparti stagni.

Il prof. Maurizio Bifulco, medico chirurgo e specialista in Endocrinologia, Ordinario di Patologia Generale (Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche), nutre una profonda passione per la pittura. “Ero bambino, avrò avuto otto anni forse, e ricordo un dipinto di mio nonno, avvocato, che raffigurava la collina di Posillipo. Ne rimasi molto colpito. Da sempre avverto l’esigenza di esprimermi artisticamente”.

‘L’incontro’ decisivo è avvenuto tempo fa, d’estate. A casa: “mi sono trovato dei colori a disposizione dopo un recupero di mobili antichi fatto da mia moglie, ho comprato tele e legni – dipingo anche su tavola, infatti – e non mi sono più fermato”. Il Maestro che ha scelto idealmente per sé il docente non è un nome qualunque: Pablo Picasso. “L’ho sempre amato, un genio enorme. Talvolta mi diverto a rimettere mano sui suoi disegni dandone una mia interpretazione. Ha un modo così originale di liberare soggetti e cose da schemi e convinzioni, arriva a mostrare – e a reinventare totalmente – una realtà che non vediamo.

E questo tipo di approccio me lo riconosco nella scienza: non mi piace ripetere progetti altrui in un sistema diverso, preferisco scandagliare nuovi orizzonti”. Poi aggiunge: “provo costantemente a fare mia una massima di Picasso. Lui diceva di saper disegnare come Raffaello già a dodici anni, ma che ha impiegato tutta la vita per imparare a disegnare come un bambino. Questa è la frase per eccellenza, per me. Io studio da mattina a sera, per lavoro, ma in pittura faccio l’opposto: mi faccio guidare dalle sensazioni e dalle emozioni, dall’istinto. È la possibilità di sperimentare, liberarsi di sovrastrutture”.

A proposito di nuove vie, “la vena artistica mi ha portato a sondare anche altri strumenti. Con il tempo e la passione ho incontrato anche il digitale, mi trovo a usare il mouse come un pennello”. Alcuni dei dipinti realizzati da Bifulco sono disseminati in uffici universitari, enti di ricerca: “uno raffigurante il logo della Federico II in stile pop art, l’ho regalato al Rettore Lorito, che l’ha appeso simpaticamente accanto alla foto del Presidente Sergio Mattarella; un altro, donato al compianto prof. Luigi Califano, ex Presidente della Scuola di Medicina, è esposto nell’Aula Magna della Torre Biologica.

Infine, un terzo è posto all’ingresso del Tigem e raffigura un bambino in braccio al suo papà”. Tra fine ottobre e inizio novembre – precisamente dal 18 al 2 – il professore parteciperà per la terza volta alla Biennale d’Arte contemporanea di Salerno, un luogo che rappresenta casa in un certo senso. “Lì ho trascorso 16 anni in qualità di Presidente dell’ex Facoltà di Medicina e Farmacia e durante quel periodo sono stato coinvolto nel comitato scientifico della manifestazione come amante dell’arte. Successivamente, mi è stato chiesto di esporre quadri che sono stati reputati interessanti”.

In particolare, Bifulco ricorda “la libera interpretazione della Guernica di Picasso in chiave Coronavirus”. Poi racconta cosa porterà in dote per la prossima edizione: “un dipinto a tema multietnico in cui ho raffigurato una donna africana con degli occhi azzurri, che dovrebbero riflettere la profondità del suo animo; un altro ha a che fare con il colore giallo Napoli – sono molto legato alla nostra cultura – con cui ho dipinto un piccolo Vesuvio e una sua esplosione”. La chiosa finale è un invito rivolto agli studenti: “se avete una passione, coltivatela. È arricchimento, non una perdita di tempo!”.
Claudio Tranchino

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Ateneapoli – n.15 – 2025 – Pagina 10

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