Un ragionamento condiviso per far comprendere il Diritto Costituzionale

Come spieghereste il diritto a qualcuno che è alle prime armi? Magari partendo da quello che i vostri interlocutori sanno già o che, quanto meno, possono toccare con mano: la lingua italiana e l’attualità. Ma cosa c’entrano con il diritto? Siamo stati a lezione con le matricole della II cattedra, ad apprendere prime nozioni di Diritto Costituzionale.

A tenere il corso è la prof.ssa Giovanna De Minico, che stavolta è seduta in cattedra davanti ad un microfono da tavolo (ci raccontano i ragazzi che, solitamente, è sempre in movimento tra le file di banchi, cedendo di tanto in tanto il microfono per spronarli a intervenire. Per questa volta, la strumentazione del Dipartimento non l’ha assistita).

Introduce il concetto di ‘ordinamento giuridico’ e subito parte la prima di una lunga serie di domande che verrà posta ai ragazzi nel corso di quella che, più che una lezione frontale, è un ragionamento condiviso per stimolarli ad arrivare alle soluzioni e alle risposte. Bisogna iniziare ad affinare l’intuito fin da subito, e naturalmente accompagnarlo ad un buono studio.

“Senza intuito non sarete mai degli eccellenti giuristi, ma solo con l’intuito rimanete capre”, sostiene (scherzosamente). Ma torniamo all’ordinamento giuridico: “che cos’è secondo voi?”. Attimi di panico. Qualcuno prova ad abbozzare contorte spiegazioni, lo ferma: “Partite dalla parola ‘ordinamento’, cosa significa in italiano?”, suggerisce, spingendo i ragazzi a ragionare nel modo più semplice possibile, senza perdersi in rocambolesche teorie, ma guardando in primis al significato comune dei termini che leggono.

Pian piano iniziano ad echeggiare timide risposte corali e, di tanto in tanto, spicca una singola voce un po’ più forte delle altre: qualche studente o studentessa che ha preso un po’ di coraggio e che inizia ad entrare nella mentalità giuridica.

E così, con questo metodo che procede al contrario, senza mettere sul tavolo un concetto già pronto ma provando a ricostruirlo sforzando il ragionamento, si arriva alle nozioni chiave del Diritto Costituzionale: sovranità, indipendenza, democrazia, rappresentatività… Non prima, però, di aver affrontato alcuni fatti di cronaca (politica e non) degli ultimi giorni: dalle proteste ‘No King’ negli Stati Uniti ai dazi, dalla manovra di bilancio del governo italiano al ritiro di Sinner dalla Coppa Davis.

Tutto nella realtà fornisce esempi di diritto e tutto rimanda a delle regole che esistono a più livelli e che, in un modo o nell’altro, devono essere seguite per evitare determinate conseguenze. Non a caso, più volte nel corso dell’ora (almeno cinque) sollecita i ragazzi alla lettura dei giornali, definendola una pratica fondamentale per formarsi davvero sul diritto costituzionale e non solo. “Mi piacciono queste lezioni perché la professoressa riesce a tenere alta l’attenzione”, ha commentato al termine Maurizio Buoninconti.

Una sfida tutt’altro che facile, dato il carico di ore di corsi che il primo anno ha in una singola giornata (quattro materie diverse che si susseguono dalle 8.30 alle 14.30). “Sono un po’ pesanti organizzate così, tutte insieme – ha confermato la collega Elena Cimmino – però il fatto che la professoressa giri per l’aula e ci faccia interagire è efficace e anche i continui riferimenti all’attualità ci incuriosiscono e stimolano a voler capire davvero il punto delle questioni”.

“Per ora fatico un po’ a trovare il filo conduttore tra i vari argomenti trattati fino a qui – rivela – ma credo che sia solo perché siamo all’inizio e piano piano tutto troverà una quadra”, conclude. “Ho notato che c’è molta disomogeneità tra i background degli studenti – ha aggiunto Claudia Cucciardi – qualcuno ha alle spalle un percorso scolastico che lo aiuta a comprendere le lezioni più facilmente e, a volte, ho la sensazione che i docenti diano per scontate alcune cose”.

Commenta: “La professoressa riesce a farsi capire da tutti a prescindere, anche grazie al fatto che parte sempre da ciò che accade intorno a noi ogni giorno”. In merito ai continui solleciti a leggere i giornali, confessa: “Penso abbia ragione, e di mio sono una persona che si informa molto, ma ho sempre paura di imbattermi in giornali schierati e leggere notizie filtrate e poco neutrali”.

Per la prossima lezione, raccontano i tre studenti, hanno un piccolo compito per casa abbastanza curioso: chiedere a ChatGPT esempi di analogia legis e anaolgia iuris. “Il perché ancora non lo sappiamo. La professoressa sostiene che l’uso dell’IA sia positivo, ma vada controllato. Forse vuole mostrarci come usare questo strumento al meglio”, ipotizza Chiara.
Giulia Cioffi

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Ateneapoli – n.17 – 2025 – Pagina 22

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