Visite aziendali per gli studenti di Scienza e Tecnologia dell’Industria Cosmetica

L’ultima Magistrale attivata in ordine di tempo da Farmacia è Scienza e Tecnologia dell’Industria Cosmetica – è partita ufficialmente lo scorso anno accademico. Non si è ancora concluso il primo ciclo, ma è appena iniziato il secondo anno che racconta di circa 60 iscritti totali.

Ateneapoli ha intervistato la prof.ssa Sonia Laneri, la Coordinatrice, per capire lo stato dell’arte. “Il riscontro con l’opinione degli studenti è davvero buono – parliamo di un dato oggettivo inserito nella Scheda di Monitoraggio Annuale – I ragazzi sono molto contenti del Corso, che hanno trovato coerente con ciò che si aspettavano, collegato alla realtà ed estremamente pragmatico”.

La nascita del biennio è stata anche il frutto del confronto con le aziende del settore, e la docente ha spiegato: “i laureati saranno dei chimici industriali (LM-71), che avranno conoscenze specifiche sulla chimica dei cosmetici. Proprio in questo periodo, stiamo portando studentesse e studenti del secondo anno a seguire da vicino molti processi industriali, dentro le aziende, per far vedere loro dal vivo come funziona”.

Come è accaduto lo scorso 17 ottobre: “i ragazzi sono stati nel nolano a visitare un’impresa giovane con un’elevata industrializzazione – hanno molti robot, dovendo preparare migliaia e migliaia di pezzi al giorno – e si occupano di bagnoschiuma, shampoo, detergenti intimi. Ma da un anno si sono lanciati anche nella skincare. Durante la giornata i presenti hanno potuto interfacciarsi con tutte quelle figure che un domani potrebbero loro stessi diventare”.

E infatti, a proposito di quale ruolo possano ricoprire i futuri laureati, Laneri ha detto: “posto che saranno dei chimici, e questo significa potersi iscrivere a un Ordine, loro, in ambito aziendale, possono assumerne diversi: il formulatore, cioè quello più creativo, che inventa il cosmetico; il valutatore della sicurezza, nella parte regolatoria – noi siamo sotto regolamento europeo, il 1223 del 2009, e significa che bisogna sapere cosa fare per produrre un cosmetico fino alla sua commercializzazione. Parliamo di una figura essenziale, tant’è che abbiamo un esame apposito al primo anno, neanche tanto semplice.

Poi si può essere nel controllo di qualità; oppure si può lavorare nella comunicazione e nel marketing”. Insomma, la strada è tracciata. Anche perché, dati alla mano, quello della cosmetica è un settore che cresce di anno in anno. Stando a Cosmetica Italia (associazione nazionale di tutte le aziende cosmetiche italiane, infatti, “a fine 2024 il fatturato delle imprese supera i 16,5 miliardi di euro con una crescita del 9,1%, mentre le esportazioni confermano dinamiche importanti con un valore di poco superiore a 7,9 miliardi di euro e una crescita del 12,0%: l’Italia rappresenta il quarto paese mondiale per valore dell’export cosmetico dopo Francia, Stati Uniti e Corea del Sud”.

Addirittura, il contributo alla ricchezza del sistema Paese da parte del cosmetico (dalla filiera a monte fino alla distribuzione) sarebbe pari a quasi l’1,4% del Pil italiano. Laneri poi aggiunge un commento in tal senso sulla Campania: “anche sul nostro territorio c’è tanto. Parliamo di piccole e medie imprese, ma c’è tanta qualità. Questo è un settore aperto e vivere la cosmetica con curiosità e competenze può dare ottime opportunità”.
Claudio Tranchino

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Ateneapoli – n.17 – 2025 – Pagina 8

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