Tra curiosità, primi approcci con la psicometria, voglia di inseguire i propri obiettivi e il temuto Tolc si intrecciano le voci degli studenti al primo anno di Scienze e Tecniche Psicologiche. “Studiare psicologia è il mio sogno sin da piccola – racconta Anna Maria – Ho frequentato il primo anno a Lettere perché avevo timore di cimentarmi con il Tolc, al secondo tentativo sono riuscita a superarlo”. Evidenzia soprattutto come la determinazione sia stata la chiave per raggiungere questo traguardo.
“Sentirsi in ritardo rispetto agli altri? Un cliché che va sdoganato”, afferma convinta e soprattutto sottolinea: “Ognuno ha i propri tempi e la propria strada”. Michele, invece, parla delle motivazioni che lo hanno condotto alla scelta di questo percorso: “Mi è sempre interessato capire perché una persona agisce in un certo modo, cosa c’è dietro quel gesto, comprendere il suo vissuto”. Il Tolc? “Un’occasione per approfondire lo studio della biologia e appassionarmi a questa materia”, confida.
Del Tolc parla anche Arianna, spiega come sia essenziale dedicarsi soprattutto alla biologia e alla logica verbale, fare tante esercitazioni e utilizzare anche i test in commercio. Quando le viene chiesto come descriverebbe questo primo periodo all’università, risponde entusiasta: “Mi aspettavo che i corsi fossero interessanti, ma non così tanto. I professori sono molto coinvolgenti, interagiscono con noi, chiedono la nostra opinione.
In virtù di ciò, ritengo che seguire i corsi sia molto importante”. Descrive la sua esperienza con il Tolc anche Agnese: “L’ho superato al terzo tentativo. Per me è stato utile studiare le varie materie dai rispettivi manuali, soprattutto biologia. Nel Tolc i quesiti sono abbastanza dettagliati”. Il segreto per affrontare questo nuovo capitolo ritiene sia organizzare bene il tempo: “È necessario un giusto compromesso tra lo studio, seguire i corsi e coltivare le amicizie tra i banchi”.
A esorcizzare la paura per la psicometria ci pensa Maria: “Psicometria non mi spaventa, mi piacciono le materie scientifiche”. Sottolinea: “bisogna allontanarsi dall’idea che Psicologia sia totalmente umanistica, la biologia è il pane quotidiano”. Il bello di studiare a Psicologia: “Si fa tantissima amicizia qui, si trovano tante persone che hanno propensione all’empatia. Si può parlare con chiunque e sentirsi capito. Anche il rapporto con i docenti è molto stimolante. Ad esempio con il prof. Ruggiero, docente di Psicologia Generale, a fine lezione ci riuniamo alla cattedra per discutere di ciò che non abbiamo capito”.
Filomena Parente
Scarica gratis il nuovo numero di Ateneapoli
Ateneapoli – n.18 – 2025 – Pagina 41







