L’identità teatrale cambia pelle, studiosi e registi a convegno

Nella regia teatrale cambiano le relazioni con il testo, con gli attori, con lo spazio scenico. È l’identità teatrale stessa che cambia pelle. Si trasforma. Il convegno ‘Fare regia. Questioni metodologiche e testimonianze’ vuole dare voce a queste mutazioni. Il 7 e l’8 ottobre presso il Complesso di Monteverginella dell’Orientale, studiosi e registi analizzeranno e ragioneranno sulle tensioni che attraversano oggi la regia: tra tradizione e innovazione, tra scrittura scenica e direzione.

L’obiettivo è restituire la complessità del processo evolutivo che coinvolge la regia osservandolo da vicino. L’evento rientra in un progetto Prin che si intitola ‘Una regia di transizione’, che, come spiega il suo coordinatore, il prof. Lorenzo Mango, “intende investigare come si trasforma la regia e quali modalità assume negli ultimi vent’anni, partendo dalle conquiste delle avanguardie del secondo Novecento – quindi una regia che rielabora i codici di invenzione scenica del teatro”. E ancora: “il progetto intende studiare gli ultimi trent’anni della regia in Italia, considerandola come ‘regia in transizione’”.

Il punto di riferimento da cui si parte sono, infatti, le pratiche performative che tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta del Novecento hanno ridisegnato, in nome della scrittura scenica, il modo di costruire lo spettacolo e di concepire il linguaggio teatrale. Assieme al docente lavorano pure i professori Salvatore Margiotta, Mimma Valentino, Paolo Sommaiolo e la dottoranda Maria Morvillo. Quanto al convegno, lo scopo sarà “sottoporre la questione della regia, da un lato, allo sguardo di alcuni colleghi che ci si sono dedicati, in modo da capire le questioni di metodo che si predispongono di fronte ai nostri occhi.

A pensarci, regia è una parola passepartout, che ha significati diversi, e proveremo a comprendere quali sono le indicazioni di natura critica intorno a cui riflettere”. I professori che interverranno sono Francesco Ceraolo (Università di Lecce), Silvia Mei (Università di Bari), Tancredi Gusman (Università di Roma Tor Vergata), Roberta Ferraresi (Università di Cagliari).

Dall’altro lato, i registi ospiti, ovvero Federico Tiezzi, Roberto Andò, Lisa Ferlazzo Natoli, Alessandro Ferroni, Davide Iodice, Liv Ferracchiati, Massimiliano Civica, Arturo Cirillo, Leonardo Lidi e Laura Angiulli: “Ci sarà un’ampia campionatura di addetti ai lavori e abbiamo individuato esponenti di diverse generazioni e formazioni con punti di vista teatrali differenti in modo che, dialogando con loro (ognuno converserà con un docente), si possa verificare dall’interno del processo di regia quali sono le caratteristiche peculiari – come lavorano sulla drammaturgia, come lavorano su e con gli attori, per esempio”.

Detto in una formula efficace: “non sarà un convegno che riassume, ma che indaga”. Quanto alla platea, il focus è su studentesse e studenti: “l’iniziativa è indirizzata soprattutto a loro, in particolare a coloro che hanno incontrato la storia del teatro durante il proprio percorso e sono interessati. Inoltre, il tutto è collegato anche ai programmi del mio insegnamento alla Magistrale e a quello del prof. Margiotta, dunque sussiste un legame con la didattica quotidiana”.

Partecipare a ‘Fare regia’, per coloro che studiano il teatro, significa “avere la possibilità di verificare di persona l’oggetto di studio – un fatto abbastanza raro. È un’occasione per incontrare il punto di vista dei critici e soprattutto dei registi, entrando in contatto direttamente con il fare. Non ragioneremo sugli esiti, ma sui processi”, conclude Mango.
Scarica gratis il nuovo numero di Ateneapoli

Ateneapoli – n.15 – 2025 – Pagina 35

- Advertisement -




Articoli Correlati