Il karate “una disciplina che forma, educa e insegna a non arrendersi mai”

Una passione nata da bambino, cresciuta nel tempo e diventata oggi il filo conduttore di un percorso personale e accademico costruito con impegno. È la storia di Vincenzo Germano, studente Dual Career del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Motorie per la Prevenzione e il Benessere all’Università Parthenope e atleta di karate da oltre quindici anni.

Lo sport entra presto nella sua vita come scuola di carattere e di crescita. “Da bambino ho provato di tutto – basket, nuoto, calcio – ma nessuna attività mi appassionava davvero. Con il karate è stato diverso: fin dalla prima lezione ho sentito che mi apparteneva. È una disciplina che forma, educa e insegna a non arrendersi mai”, racconta. Un approccio che lo ha aiutato anche sul piano umano: “Ero una persona molto insicura, ma questa disciplina mi ha insegnato a superare i miei limiti. All’inizio le gare andavano male, poi ho imparato a crederci. Come diciamo sempre nel dojo: il karate non è solo uno sport, è una scuola di vita”.

A segnare la sua crescita sportiva è l’incontro con il Maestro Giuseppe D’apice, guida della Moving Art Academy (San Nicola la Strada, Caserta), la palestra dove ancora oggi Vincenzo si allena. “È una figura fondamentale. Non mi ha insegnato solo le tecniche del karate, ma anche come affrontare la vita con rispetto e determinazione. È grazie a lui se ho scelto Scienze Motorie: volevo approfondire il rapporto tra corpo, mente e benessere”.

Dopo il diploma in Amministrazione, Finanza e Marketing, Vincenzo decide infatti di cambiare completamente direzione. “All’inizio sembrava un controsenso – ammette – Venivo da un percorso economico, ma sapevo che la mia strada era questa”. Si iscrive così alla Triennale in Scienze Motorie, sede di Nola, dove trova un ambiente stimolante e accogliente che gli consente di conciliare studio e allenamenti. “Non è stato semplice tenere insieme tutto, ma con spirito di sacrificio e organizzazione si può fare. La Dual Career mi ha aiutato a gestire meglio i tempi e a non rinunciare a nessuna delle due parti della mia vita”.

Negli anni universitari matura anche un’importante esperienza professionale: consegue il brevetto da tecnico sportivo e da due anni allena bambini e ragazzi, sempre sotto la supervisione di D’apice. “Lavorare con i più piccoli mi regala una grande gioia. Richiede attenzione e responsabilità, ma vedere i loro progressi è la soddisfazione più grande”.

L’attività in palestra diventa anche oggetto di approfondimento accademico. “Ho dedicato la mia tesi triennale alle alterazioni posturali in età evolutiva, studiando come la postura si modifichi durante la crescita e come un corretto approccio motorio possa prevenirne le alterazioni. Ho anche un brevetto da posturologo di primo livello, e questo mi ha permesso di unire teoria e pratica nel mio elaborato”.

Oggi Vincenzo si prepara ad iniziare il primo anno della Magistrale in Scienze Motorie per la Prevenzione e il Benessere, un percorso che alterna lezioni online e in presenza. “Seguiamo i corsi a distanza il lunedì, mentre il giovedì e il venerdì siamo in aula”.

Le sue giornate scorrono intense e organizzate al dettaglio. “Durante la settimana mi alleno tre volte – il lunedì, mercoledì e venerdì. Dalle cinque alle sei alleno i bambini, poi i ragazzi, e infine mi alleno personalmente fino alle nove. La mattina vado in palestra per allenarmi o per preparare le lezioni. Non è sempre facile mantenere i ritmi, ma quando fai qualcosa che ami non la vivi come un peso”.

Accanto al karate pratica anche Kali, una disciplina filippina di autodifesa che prevede tecniche di disarmo e combattimento a mani nude: “Mi aiuta a sviluppare riflessi, equilibrio e controllo mentale, qualità che mi servono anche nello studio”.

Il suo sogno è chiaro e coerente: “Dopo la Magistrale vorrei entrare nella scuola e insegnare educazione fisica. Voglio trasmettere ai ragazzi l’importanza del movimento, della salute e della fiducia in sé stessi.
Ho avuto la fortuna di incontrare maestri che mi hanno guidato e spero di poter fare lo stesso con le nuove generazioni”. Per il momento lo attendono ancora due anni di vita accademica: “Non vedo l’ora di iniziare il mio percorso di secondo livello. Ogni giorno è una sfida, ma grazie allo sport ho capito che la determinazione, più di ogni altra cosa, può trasformare un sogno in realtà”.
Gio. Fo.

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Ateneapoli – n.17 – 2025 – Pagina 30-31

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