Il 2 ottobre, l’Auditorium di via Guglielmo Pepe nella sede di Nola dell’Università Parthenope ha ospitato una giornata che è andata ben oltre il semplice benvenuto alle matricole di Giurisprudenza: la Giornata dello Studente ha infatti cercato di abbattere le barriere invisibili che separano il mondo universitario da chi si affaccia per la prima volta a questa realtà complessa e spesso opaca.
Non si è trattato solo di un evento istituzionale, ma di un tentativo concreto – promosso dagli stessi studenti – di mostrare come funziona l’università, dal modo in cui si prenotano gli esami a quello in cui si costruiscono relazioni con i docenti, passando per la scoperta delle opportunità internazionali come l’Erasmus.
Il senso di questa giornata è racchiuso in una frase carica di significato, pronunciata all’inizio dal prof. Pierfrancesco Bartolucci, docente di Diritto privato e Coordinatore del Corso di Laurea: “Sono grato perché voi avete fatto questa scelta”. Una dichiarazione che, più che un semplice ringraziamento, svela un problema ben più ampio: iscriversi oggi a Giurisprudenza non è più un percorso scontato né privo di sfide, soprattutto in un’Italia dove l’interesse verso le scienze sociali e giuridiche è in calo e il mondo accademico sembra faticare a trovare nuove leve motivate.
Il prof. Bartolucci non si limita a questo: rivendica la necessità di un Corso che sappia guardare avanti, affrontando temi cruciali come l’intelligenza artificiale, la bioetica e le dinamiche economiche, senza perdere la lente critica del diritto. Il contesto di Nola non è un dettaglio: come ha spiegato il prof. Massimiliano Agovino, neo-Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche, Giuridiche, Informatiche e Motorie (DiSEGIM), qui si gioca una partita delicata tra le potenzialità offerte da un territorio ricco ma spesso sottovalutato e la necessità di una presenza universitaria capace di radicarsi e di fare la differenza.
Un ambiente più raccolto, si dice, dove il rapporto diretto con i docenti può rappresentare un valore aggiunto rispetto agli Atenei più grandi e dispersivi.
Tra i momenti più concreti della giornata, sono emerse tutte quelle procedure spesso ignorate o sottovalutate dai neoiscritti: come si prenota un esame? Come si accede ai ricevimenti? Come si organizza un piano di studi? Risposte precise e dettagliate sono arrivate da docenti, tutor e personale amministrativo e con la prof.ssa Elisa Tino, docente di Diritto internazionale e tutor, che ha spiegato con chiarezza anche le opportunità offerte dall’Erasmus, promettendo di ampliare i contatti internazionali proprio per gli studenti di Nola.
Oltre alle procedure, è stato ribadito un punto fondamentale: il diritto non è una materia isolata, ma un complesso sistema culturale che intreccia economia, storia e lavoro, e le propedeuticità non sono un ostacolo, ma un passaggio obbligato per acquisire le competenze necessarie a capire la materia. La presenza della dott.ssa Margherita Gallo, responsabile della segreteria didattica del Dipartimento, ha portato in luce un altro aspetto cruciale per molti studenti: il lavoro part-time. Proposto non solo come mezzo per sostenersi economicamente, ma come opportunità di crescita personale.
Il ruolo dei rappresentanti studenteschi è stato centrale: Pietro Sirignano, Erika Cozzolino e Rossana Menna hanno ribadito l’importanza di una partecipazione attiva e consapevole alla vita universitaria. In particolare, la portavoce Menna ha sottolineato l’importanza di compilare con sincerità i questionari di valutazione della didattica, uno strumento spesso sottovalutato ma cruciale per far emergere criticità e spingere al miglioramento.
L’intero evento è nato proprio dalla loro iniziativa, segno di una volontà di mettersi in ascolto dei nuovi arrivati, di facilitare il loro ingresso in un sistema complesso e non sempre amichevole.
Numeri ancora contenuti, certo: 46 nuovi iscritti, 6 preiscrizioni e 5 trasferimenti, dati che indicano una crescita ma lasciano spazio a molte sfide. È proprio su questa fragilità che si è puntato molto, con la metafora di “siamo tutti sulla stessa barca” ripetuta più volte, a evocare un’idea di comunità accademica dove studenti, docenti, tutor e personale lavorano insieme per superare difficoltà e realizzare ambizioni.
Lucia Esposito
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Ateneapoli – n.16 – 2025 – Pagina 35