Un’occasione nuova per chi studia il tempo. La prima Conferenza degli Studenti AISAM (Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia), ospitata dal Festival della Meteorologia a Rovereto (20-23 novembre), ha riunito giovani provenienti da diversi Atenei italiani per presentare ricerche, confrontarsi ed osservare da vicino il lavoro di chi, la meteorologia, la pratica ogni giorno.
Tra i partecipanti anche tre giovani della Parthenope: Simone Frattini e Francesco Serrapica, studenti di Scienze e Tecnologie della Navigazione, ed Emanuele Nunzio Tedesco, neolaureato dello stesso Corso. Frattini e Serrapica hanno illustrato il loro lavoro di tesi Triennale, sviluppato nel Corso di Laurea in Scienze Nautiche, Aeronautiche e Meteo-Oceanografiche sotto la supervisione del prof. Vincenzo Capozzi. Tedesco ha invece presentato la tesi Magistrale svolta con il coordinamento dei docenti Capozzi, Paola Mercogliano e Giusy Fedele.
Sull’esperienza interviene proprio il prof. Capozzi, docente di Meteorologia Sinottica e Analisi delle Condizioni del Tempo e meteorologo Rai, che sottolinea anzitutto “la qualità e il valore formativo dell’iniziativa”, ringraziando il comitato organizzatore e l’AISAM “per una conferenza senz’altro edificante, sotto ogni punto di vista”. Per gli studenti, spiega, si è trattato “di un’opportunità, per certi versi unica, di presentare il proprio lavoro secondo le modalità tipiche di una conferenza scientifica e di dialogare con colleghi di altri Atenei, docenti e ricercatori”.
La presenza dei tre giovani, aggiunge il docente, “testimonia la rilevanza delle attività didattiche e di ricerca della Parthenope nell’ambito delle discipline meteorologiche e climatologiche”. Occasioni come la Students’ Conference rappresentano infatti “un complemento prezioso del percorso formativo: permettono agli studenti di acquisire una preparazione pienamente coerente con i criteri dell’Organizzazione Mondiale della Meteorologia e di avvicinarsi alle attività di ricerca e alla previsione operativa”.
L’Ateneo “è protagonista nella comunità scientifica delle scienze atmosferiche”
A Rovereto, per Francesco Serrapica, studente della Magistrale in Scienze e Tecnologie della Navigazione, curriculum Scienze del Clima, è stato il momento del vero cambio di prospettiva: dalla platea studentesca al ruolo di relatore. Un passaggio che non arriva per caso. “Per essere selezionati abbiamo inviato un abstract sul sito della conferenza AISAM e, dopo circa un mese, ci è arrivata la risposta con l’accettazione dei lavori e la modalità di presentazione, orale o poster. Il mio è stato selezionato come poster”, racconta.
Da lì, l’attesa e poi l’impatto con un ambiente che non ha tradito le aspettative. “È stata un’esperienza davvero entusiasmante. Un’occasione preziosa per conoscere coetanei che seguono percorsi simili in Atenei diversi e dar vita a un confronto costruttivo sia umano che scientifico. Mi auguro che iniziative del genere vengano replicate anche altrove e, perché no, un giorno anche a Napoli”.
Il senso della partecipazione va oltre il piano personale: “È stata un’opportunità per mostrare le competenze che abbiamo acquisito alla Parthenope, che si conferma un punto di riferimento nazionale nelle scienze meteorologiche, oceanografiche e climatologiche. Siamo l’unico Ateneo in Italia a prevedere attività pratiche dedicate alla stesura di bollettini meteorologici, pubblicati su Meteo Uniparthenope, e le possibilità di ricerca sono molte.
I lavori presentati lo hanno dimostrato con un livello qualitativo competitivo rispetto alle altre realtà universitarie”. Il poster presentato deriva direttamente dal suo lavoro di tesi triennale: “Ho analizzato tendenze e variabilità delle precipitazioni nevose nell’Appennino centro-meridionale. È un tema poco indagato e il mio studio contribuisce a colmare una lacuna nella climatologia dell’area. Condividerlo a Rovereto è stato significativo, sia scientificamente che personalmente”.
Accanto alla parte scientifica, Serrapica rivendica un aspetto più identitario: “Insieme ai miei colleghi abbiamo mostrato con orgoglio la preparazione e il valore dei nostri percorsi. Abbiamo voluto dire con forza che ‘Napoli c’è’: la Parthenope è presente, competitiva e protagonista nella comunità scientifica delle scienze atmosferiche”.
Ora lo sguardo corre in avanti: “Sto proseguendo con gli studi e spero di alimentare ancora questa passione, magari trovando un ruolo che mi permetta di metterla in pratica. Per la tesi che sto lavorando sui coefficienti di correlazione tra la variabilità nivometrica nell’Appennino e i pattern di circolazione atmosferica di grande scala. Questa è, al momento, la mia priorità”.
Simone, dalla Liguria a Napoli per inseguire il sogno di diventare meteorologo
Accanto a lui, anche il collega di percorso Simone Frattini ha presentato il proprio lavoro di tesi Triennale, dedicato agli episodi di maltempo invernale che hanno interessato la Liguria, la sua regione d’origine.
“Nel 2021 mi sono trasferito da Cogoleto (Genova) per inseguire il mio sogno di diventare meteorologo. La Parthenope offriva il percorso più completo, ed è qui che ho trovato la mia strada”, racconta. La sua ricerca analizza tre eventi particolarmente rilevanti: la nevicata del 3 marzo 2005, il gelicidio del 21/22 dicembre 2009 e quello dell’11 dicembre 2017, ricostruiti attraverso dati di stazioni meteorologiche, rianalisi modellistiche e radiosondaggi dell’Aeronautica Militare.
“Questi strumenti mi hanno permesso di ricostruire i profili verticali di temperatura e di contestualizzare i fenomeni dal punto di vista sinottico”, spiega. Uno dei punti chiave emersi riguarda la complessità delle previsioni in Liguria: “In alcune configurazioni sinottiche l’interazione tra masse d’aria diverse produce forti gradienti di temperatura orizzontali, che cambiano in modo improvviso il tipo di precipitazione.
È una criticità non sempre risolta correttamente dai modelli numerici”. Un tema che si intreccia sempre più con gli effetti del cambiamento climatico, rendendo l’aumento degli episodi di gelicidio un’eventualità concreta quando nei bassi strati persiste aria fredda. Nel suo intervento al Festival, Frattini si è concentrato sull’evento del 2009, particolarmente emblematico per la complessità orografica ligure: “Bastano pochi chilometri per passare dalla neve al gelicidio. Raccontarlo davanti a docenti, esperti e colleghi provenienti da varie università è stato stimolante e mi ha permesso di confrontarmi con altri lavori”.
Il confronto, racconta Frattini, è stato uno dei passaggi più formativi dell’intera esperienza: “Mi ha permesso di mettermi in gioco nell’esporre oralmente il mio lavoro davanti a colleghi, professori ed esperti del settore provenienti da tutta Italia e non solo. Ho conosciuto altri studenti, abbiamo discusso dei rispettivi studi e questo ha arricchito ulteriormente il mio bagaglio di conoscenze”.
Anche in questo caso, l’orgoglio molto concreto di rappresentare la Parthenope: “Insieme ai miei compagni abbiamo portato con noi le competenze costruite nel nostro Ateneo. Siamo stati fieri di mostrarlo”.
Il futuro è già scandito: “I miei obiettivi sono quelli di concentrarmi in questo ultimo anno della Magistrale, in modo tale da concludere al meglio questo percorso universitario. Successivamente, valuterò se specializzarmi ulteriormente attraverso un dottorato oppure se trovare una collocazione lavorativa in un centro/azienda. Quello che è sicuro è che opererò nel campo meteorologico”.
Giovanna Forino
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Ateneapoli – n.19-20 – 2025 – Pagina 37







