Cinque incontri, cinque professionisti, cinque occasioni per capire davvero cosa significa lavorare nel campo giuridico oggi. È questo il cuore del ciclo ‘Incontri sulle professioni’, promosso dal Dipartimento di Scienze Giuridiche ed Economiche dell’Ateneo, un appuntamento ormai stabile nel calendario accademico, nato per avvicinare gli studenti al mondo che li aspetta dopo la laurea.
Ad illustrarne senso e struttura è la professoressa Roberta Metafora, docente di Diritto processuale civile e di Risoluzione alternativa delle controversie, che ha curato l’organizzazione del ciclo: “La nostra idea – spiega – è quella di costruire una scelta consapevole già nell’immediato. Dopo la laurea, soprattutto in Giurisprudenza, arriva spesso un momento di vuoto. La domanda è sempre la stessa: cosa faccio adesso?”.
Il progetto, che quest’anno parte dal 29 ottobre, si pone l’obiettivo di rispondere a questa esigenza con strumenti altrettanto concreti: incontri in presenza con figure di rilievo del mondo giuridico, una per ciascun percorso professionalizzante proposto dal Corso di Laurea – magistratura, giurista d’impresa, giurista delle pubbliche amministrazioni e giurista delle nuove tecnologie – più un incontro ‘bonus’ ogni anno dedicato a un settore diverso. Lo scorso anno, ad esempio, uno dei protagonisti fu l’attuale Rettore dell’Università di Salerno, il prof. Virgilio D’Antonio, con un focus sul diritto sportivo.
Quest’anno, tra gli ospiti spicca la presidente della Corte d’Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli, che porterà in aula proprio la sua esperienza. Ma non si tratta solo di ascoltare. “Ogni professionista rappresenta una categoria, ma soprattutto mostra cosa significa davvero svolgere quell’attività – chiarisce la prof.ssa Metafora – I nostri studenti devono poter comprendere, da vicino, quali sono le sfide, l’impegno richiesto e le responsabilità quotidiane”. Il valore aggiunto dell’iniziativa è la sua dimensione esperienziale.
Oltre agli incontri, infatti, molti degli ospiti si rendono disponibili ad accogliere stagisti nei propri studi o uffici. “La Corte d’Appello di Napoli ha attualmente tre nostri studenti come stagisti”, racconta la docente. Un dato che conferma come il ciclo non sia solo una vetrina, ma una vera occasione di accesso al mondo del lavoro.
Una “osmosi”, come la definisce la docente, tra formazione universitaria e realtà professionale, capace di generare uno scambio reciproco: da un lato le istituzioni giuridiche aprono le porte, dall’altro l’università fornisce profili formati e motivati. Non esistono limiti numerici per la partecipazione agli incontri e, a chi frequenta tutto il ciclo, viene attribuito mezzo punto bonus sulla media utile al voto finale di laurea.
Un riconoscimento che valorizza l’impegno degli studenti e sottolinea il peso formativo dell’iniziativa, integrata ormai nel percorso ufficiale. Il ciclo si inserisce all’interno di una visione più ampia, che punta a riformulare il percorso accademico in chiave pratica e orientata al lavoro. Non a caso, la laurea in Giurisprudenza al Suor Orsola Benincasa è stata strutturata in modo da alternare la base teorica, sviluppata nel triennio, a un biennio con un taglio più operativo.
“Studiare solo sui libri, senza mai vedere la realtà, mi ha creato molte difficoltà quando mi sono laureata – confessa la prof.ssa Metafora – È per questo che oggi portiamo gli studenti fuori dall’aula, direttamente negli organismi di mediazione e nei tribunali”. Nel suo insegnamento, la docente affianca, infatti, le lezioni frontali ad attività sul campo: durante il corso in Risoluzione alternativa delle controversie, parte delle ore si svolgono presso organismi esterni, per assistere a casi reali.
Un metodo che consente di “testare cosa significa svolgere l’attività di mediatore”, e più in generale di comprendere cosa fa – e cosa può fare – un giurista nel concreto.
Lucia Esposito
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Ateneapoli – n.16 – 2025 – Pagina 38