Padel, calcetto e giochi da tavolo agli Erasmus Games

Nona edizione degli Erasmus Days, evento dedicato a celebrare e promuovere le opportunità del programma europeo. Nel racconto della prof.ssa Francesca Russo, delegata del Rettore per il programma Erasmus, non c’è solo entusiasmo: affiora anche un certo disincanto.

Il programma Erasmus viene descritto come sempre più inclusivo: “Ci sono delle implementazioni per quanto riguarda la possibilità per i ragazzi di partecipare perché c’è una copertura delle spese anche di viaggio”, afferma la docente. Tuttavia, queste novità cozzano con problemi ben più radicati. Il più evidente riguarda l’alloggio. La prof.ssa Russo non lo nasconde: “È molto problematico trovare alloggi adeguati, non solo per gli studenti italiani ma anche per quelli in mobilità”. Una difficoltà aggravata, come sottolinea, dalla diffusione delle case vacanza che riducono drasticamente la disponibilità di affitti a lungo termine, soprattutto in una città turistica come Napoli.

L’Università ha cercato di rispondere con una piccola residenza nei Quartieri Spagnoli, in grado di ospitare fino a 12 studenti Erasmus che a rotazione potranno alloggiare gratuitamente. Un’iniziativa lodevole, ma evidentemente insufficiente rispetto alla domanda: “Mi rallegra molto, ma chiaramente non basta”. È un’affermazione che riassume bene il limite strutturale del sistema universitario italiano, ancora poco preparato ad accogliere in modo diffuso studenti stranieri, nonostante la crescita della mobilità in entrata. Emerge anche un altro aspetto spesso trascurato: le difficoltà di cooperazione con Paesi extra-europei.

A pesare sono i cambiamenti geopolitici degli ultimi anni: “È amara la considerazione di come stia cambiando il mondo”, dice la docente, accennando alla complessità di mantenere rapporti accademici con paesi in conflitto o considerati non sicuri.

Uno degli obiettivi dell’Erasmus dovrebbe essere un “programma per la pace”, ma questo oggi, si scontra con una realtà internazionale sempre più frammentata e instabile. Accanto alla parte più istituzionale, trovano spazio anche iniziative parallele come gli Erasmus Games, previsti dal 14 al 17 ottobre presso il Padel Rama (Viale Giochi del Mediterraneo). Sport e gioco diventano strumenti di integrazione.

L’iniziativa, che prevede attività come padel, calcetto e giochi da tavolo, nasce dalla volontà di rendere l’esperienza Erasmus inclusiva anche dal punto di vista sociale e fisico. “Per noi vale il principio dell’inclusione, che è fondamentale”, ribadisce la prof.ssa Russo.

Anche qui, però, si intravedono i limiti delle strutture. La docente lamenta la mancanza di campus con impianti sportivi, che rendono più difficile promuovere lo sport come parte integrante della vita accademica: “Viviamo in una città d’arte bellissima, ma non abbiamo campus universitari”.

Il discorso si allarga al senso più profondo dell’esperienza Erasmus, che secondo la docente non può essere ridotta a una semplice parentesi formativa all’estero. “L’Erasmus non è una vacanza”, avverte, sottolineando l’importanza di un coinvolgimento autentico nella cultura del Paese ospitante. Da qui anche l’invito a imparare la lingua locale, anche solo nei suoi elementi di base: “Non perdete l’occasione di partecipare a un corso, anche minimo”.
Lucia Esposito
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Ateneapoli – n.15 – 2025 – Pagina 37

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