Tecnologie Alimentari. “Forma professionisti nel settore della produzione, della trasformazione e della distribuzione degli alimenti”

“È un Corso che forma professionisti nel settore della produzione, della trasformazione e della distribuzione degli alimenti capaci di affrontare gli aspetti legati alla qualità, alla sicurezza e alla difesa di prodotti nuovi e tradizionali, venendo incontro alle attuali esigenze di sostenibilità, di difesa della biodiversità, così come dell’impatto sui cambiamenti climatici. Non ci occupiamo solo di prodotti DOP, ma anche di innovazioni che apportino benefici alla salute e all’ambiente: packaging dei prodotti alimentari industriali, processi di riciclo degli scarti”.

La panoramica generale è del prof. Pasquale Ferranti, Coordinatore della Triennale in Tecnologie Alimentari, che lo scorso anno si è attestato sui 170 immatricolati. E la figura che emerge dal triennio è precisamente “un tecnologo alimentare junior” e può trovare posto nel settore pubblico e privato, “nella produzione, nel monitoraggio della filiera e nel controllo di qualità dei prodotti”.

Con la Magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari, invece, si forma un professionista completo che “si apre anche alla gestione dell’impresa agroalimentare, all’adeguamento e potenziamento delle linee di produzione, degli impianti, delle certificazioni (sempre più richieste a livello di export, visto che le nostre aziende hanno fatturati importanti) utili a difendere dalle contraffazioni”. Non solo, un professionista del genere impatta anche su un altro livello di difesa: contro parassiti, funghi e muffe.

Che “prima non avevano questo peso e ora ci ritroviamo a dover pianificare strategie di protezione e monitoraggio in campo e nel processo di trasformazione”. Didatticamente, il primo anno chiamerà le matricole ad affrontare le materie di base, ovvero Matematica, Fisica, Chimica, Biologia: “sono indispensabili per affrontare il resto del percorso. Non bisogna stupirsi se non si avrà a che fare con gli alimenti all’inizio”. Cosa che avverrà invece dal secondo e terzo anno, con la lunga serie di Laboratori didattici (rinnovati e ingranditi).

Dopo i corsi per la formazione in laboratorio, “i ragazzi ascolteranno e faranno materialmente: penso al Laboratorio di Microbiologia per quello che riguarda il buono e il cattivo dei microrganismi (tanto per la fermentazione dei prodotti come nel caso del vino, della birra, dei formaggi; o dei batteri patogeni da cui i consumatori vanno protetti); il Laboratorio di analisi sensoriali, analisi chimiche (per i parametri di qualità), fisiche degli alimenti, che valutano i fattori organolettici, sensoriali (senza gusto e aroma invidiabile è difficile vendere). Il tirocinio in un’azienda esterna è parte del piano di studio del biennio Magistrale: “vogliamo che i ragazzi ci arrivino formati e preparati”.

Infine, Ferranti lancia un messaggio accorato a studentesse e studenti che faranno parte del Corso: “vivere l’università, essere presenti. Stare con i colleghi e con i docenti. Se si fa tutto questo, si può davvero respirare l’aria della futura professione. In secondo luogo, mai arrendersi alle difficoltà: possono essere risolte tutte. Se serve recuperare, ci sono corsi appositi, ci si può rivolgere al gruppo orientamento e giovarsi dell’aiuto di amici e professori. Bisogna credere in quello che si fa e volerlo fortemente. Quello universitario è un periodo bello, formativo e di grande crescita”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 44

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