Farmacia guarda al paziente, CTF al laboratorio

Farmacia e Chimica e Tecnologie Farmaceutiche (CTF) sono i due Corsi di Laurea Magistrali a ciclo unico del Dipartimento di via Montesano. Entrambi a numero programmato, non prevedono però alcun test di ingresso. L’accesso è determinato, infatti, dall’ordine cronologico di presentazione della domanda di immatricolazione (dal 18 luglio fino al 29 agosto) e dal voto di diploma.

I posti banditi sono rispettivamente 300 e 120. Condensandone le peculiarità, si potrebbe dire che Farmacia guarda al paziente, CTF al laboratorio. È ormai una prassi consolidata, prima dell’inizio delle lezioni, sostenere il test di autovalutazione non selettivo su materie di base. Le eventuali lacune comporterebbero i cosiddetti obblighi aggiuntivi formativi, gli OFA – dei debiti da risolvere nel corso dell’anno, in sintesi.

“Questo è un Corso che forma il professionista del farmaco, partendo dalla produzione per arrivare alla distribuzione – spiega il prof. Ferdinando Fiorino, Coordinatore del primo – Si tratta di una figura versatile che può impegnarsi come farmacista territoriale o in ambito ospedaliero, nell’informazione medico-scientifica, nella ricerca. Insomma, dove c’è il farmaco c’è pure il farmacista. Prepariamo gli studenti a tutto tondo curando gli aspetti chimici, biologici, farmacologici, nonché tecnici e legislativi”. Il docente entra più nel merito del piano di studio, elencando alcuni insegnamenti che le future matricole incontreranno lungo il cammino.

“Al primo anno l’approccio è con le materie di base, naturalmente. E sono Chimica, Fisica, Biologia sia animale che vegetale, Anatomia, Informatica, Lingua Inglese e Statistica. Al secondo anno tocca a Chimica organica, che possiamo definire una materia di base, la Chimica analitica, che prevede anche esercitazioni laboratoriali. Al secondo semestre dello stesso anno c’è la Nutraceutica, senza dimenticare la Biochimica generale e molecolare. Al terzo anno si entra nel pieno delle materie caratterizzanti con Chimica farmaceutica, Analisi dei Medicinali 1 e così avanti fino al quinto anno”.

Pesa per ben 15 crediti per anno il tirocinio professionale, previsto sia al penultimo che all’ultimo anno. E questo perché “la laurea in Farmacia è abilitante”. Ragionando sui classici consigli da porgere – “a 18 anni bisogna sognare, e Farmacia ha tutte le carte in regola in questo senso, non bisogna circoscrivere questo Corso all’immagine di chi già possiede una farmacia” – Fiorino riflette sulla dimensione fisica dell’università, che si starebbe dissolvendo.

“L’unica ricetta giusta è viverla, seguire le lezioni. I ragazzi la devono frequentare, perché non si parla solo di esperienze didattica, ma di vita. Nell’interazione con colleghi, docenti, con la struttura stessa, che offre molto. Dopo il Covid ci siamo trovati in una situazione che è degenerata. La didattica a distanza ha allontanato molto, e non è affatto positivo. Senza aggregazione non può esserci quella contaminazione culturale che consente di crescere come persone”. Tocca poi al prof. Orazio Taglialatela Scafati disegnare l’identikit di CTF, in quanto Coordinatore. “Il Corso – ricorda – ha compiuto quarant’anni e si è consolidato progressivamente ottenendo il riconoscimento nelle aziende e nei centri di ricerca in cui i nostri laureati operano”.

E infatti per definizione forma il cosiddetto “farmacista industriale”, o per meglio dire, “un professionista che conosce il farmaco sin dalla sua progettazione e ottimizzazione fino alla sua realizzazione. Insomma, una figura eclettica che ha competenze di chimica, chimica farmaceutica, biologia e farmacologia per la valutazione del farmaco, e di tecnologia farmaceutica per la realizzazione pratica dello stesso. Il nostro laureato è più orientato verso la ricerca e il mondo aziendale”. Quanto alla struttura didattica del quinquennio, anche in questo caso il primo anno è di formazione.

Il docente aggiunge: “per integrare nel nostro percorso i sovrannumerari del semestre filtro di Medicina abbiamo ritenuto opportuno invertire la posizione di due esami: Fisica sarà al primo semestre, Informatica al secondo. Questo per far sì che tutti gli studenti siano allineati”. Dal secondo anno in poi “si va più nello specifico e si entra anche in laboratorio”. Al terzo ci sono “Chimica farmaceutica, la Farmacologia, la Biochimica applicata”. Inoltre, il prossimo anno il nuovo ordinamento “giunge a pieno compimento con l’attivazione del quinto anno.

Dunque ci saranno nuovi insegnamenti: Fabbricazione industriale dei medicinali, Farmaci biotecnologici, Metodologie sperimentali per la preparazione dei farmaci”. Una peculiarità interessante di CTF è l’obbligatorietà della tesi sperimentale. Il docente spiega perché: “considerando che la loro occupazione sarà fare ricerca in ambito privato, pubblico, noi cerchiamo di prepararli introducendoli alla ricerca a livello universitario. Per poco più di un semestre (20 crediti), gli studenti si recano in uno dei nostri laboratori per preparare un elaborato originale con il supporto di un relatore e un tutor.

Si fanno un’idea pratica dello sbocco lavorativo che li attende e assorbono nuove competenze. Insomma, scelgono consapevolmente”. Come il collega, segno della fondatezza del fenomeno, Taglialatela Scafati invita caldamente le future matricole a “vivere il Dipartimento”. I vantaggi sono molteplici: “dispongono di docenti che hanno laboratori e studi per il ricevimento a pochi passi di distanza. Ci incontrano al caffè, in giardino. Sono sempre in contatto con noi e siamo qui per dare consigli, sciogliere dubbi, ricevere approfondimenti. È il pregio dell’università pubblica e in presenza”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 56

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