Il semaforo verde per varcare la soglia del Corso in Biotecnologie per la Salute è arrivato non dal test d’ingresso ma dalla combinazione tra la celerità nel registrare la richiesta di iscrizione e il voto di diploma. Guardando la graduatoria, il dato rilevante è che le richieste pervenute questa estate ammontano a 630 su 450 posti, numeri inferiori a quelli degli anni passati, forse proprio per effetto della nuova modalità di accesso a Medicina.
Tra l’altro, fatto non secondario, il cosiddetto semestre filtro potrebbe portare altri 90 studenti a gennaio considerato che Biotecnologie è uno dei Corsi “affini”. Interpellato su un’eventualità tutt’altro che inverosimile, il Coordinatore, il prof. Nicola Zambrano, ha detto ad Ateneapoli che l’idea che sta accompagnando confronti e discussioni è di “non abbandonare questi ragazzi che arriveranno”. E ha spiegato: “vogliamo accompagnarli al meglio in questo percorso e convalideremo i crediti che hanno ottenuto, anche se purtroppo non sarà possibile per noi convalidare esami in toto, ma li distribuiremo al meglio attenendoci al nostro ordinamento”.
Il docente ci tiene a ribadire: “a noi preme accoglierli nel migliore dei modi, per esempio facendo colmare eventuali lacune in matematica, materia non prevista nel semestre filtro. Abbiamo una struttura di orientamento in entrata molto solida”. Nel frattempo, in attesa che la nuova modalità di accesso a Medicina compia il suo ciclo e lasci il tempo di valutarne gli impatti anche sui Corsi interessati collateralmente, gli immatricolandi di Biotecnologie faranno il proprio esordio il prossimo 6 ottobre, quando inizierà un primo semestre figlio del nuovo regolamento didattico, che incrementa e migliora la parte laboratoriale.
E infatti gli insegnamenti di Chimica generale e inorganica e Fisica hanno una nuova denominazione: Chimica generale e inorganica con laboratorio e Fisica con laboratorio. Una spinta verso un sistema basato non solo sulle conoscenze, ma sempre di più sulle competenze. Come confermano la prof.ssa Stefania Galdiero, coordinatrice del primo semestre e docente proprio di Chimica, e il prof. Stefano Morisi, di Fisica con laboratorio. “Studentesse e studenti – racconta la prima – sono sempre molto preoccupati all’inizio, in particolare per la mia materia. Arrivano con il preconcetto che per la Chimica, e non solo, serva esclusivamente la memoria.
Noi tutti docenti del primo semestre, proprio per questo, ci impegniamo sempre nel traghettarli verso un nuovo metodo di studio che parta dalla comprensione dei concetti, perché non ci sono elenchi infiniti di regole e formule, ma spiegazioni precise”. A proposito del percorso di didattica innovativa intrapreso, sulla Chimica Galdiero aggiunge: “a noi piace dire che i ragazzi devono assorbire una sorta di sensibilità per le molecole, devono immaginarle nelle tre dimensioni per capire come si comportano, abbiamo anche acquistato dei visori per questo. Così tutto diventa più semplice. Inoltre abbiamo organizzato anche attività di gruppo in aula, fatto che li spinge a collaborare tra loro nello svolgere gli esercizi”.
Altra parte importantissima sono i laboratori integrati: “i ragazzi sono i protagonisti dell’esperimento da quando viene pensato: raccolgono i dati sperimentali con Chimica e Fisica in laboratorio e poi in quello di informatica, con il collega di Matematica, e analizzano il dato sperimentale. Tutto questo li aiuta a capire ciò che spieghiamo in aula. Quindi: partecipare e seguire. Non serve copiare quello che c’è scritto alla lavagna, hanno già le diapositive del corso, è più importante capire e porre tante domande a noi docenti, anche chiedendo un colloquio”.
Morisi chiarisce subito lo scopo del proprio insegnamento: “la finalità del nostro corso è utilizzare la Fisica come strumento per introdurre lo studente alle discipline scientifiche, dunque al metodo di studio scientifico e di ricerca; capire come si passa da una descrizione qualitativa a una quantitativa attraverso l’uso della matematica e del formalismo”.
A proposito di quanto già detto da Galdiero sui laboratori congiunti tra le tre materie del primo semestre, il docente ne ribadisce l’importanza: “l’idea è mostrare la bellezza della scienza di base sulle tre discipline – Fisica, Chimica e Matematica. Semplici esperienze che consolidano ciò che si impara a livello teorico. Per esempio: una misura di densità si può effettuare con metodologie chimiche e fisiche, che sono diverse”.
Infine, una riflessione che sfocia in un consiglio pratico per le matricole: “Molti vengono da scuole dove, ahimè, è stato loro insegnato l’apprendimento nozionistico degli argomenti. Noi, al contrario, proviamo a far capire l’importanza del ragionamento, della riflessione e della crescita generale dell’individuo; tant’è che durante gli esami scritti, consentiamo ai ragazzi di consultare i libri o i formulari, perché lo scopo non è ricordare le formule a memoria, ma capire quali usare e per quale motivo. Noi cerchiamo di instaurare fin da subito un rapporto, quindi non scoraggiatevi e tenete botta, soprattutto all’inizio. Non perdete lezioni e ponete domande”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 13-14 – 2025 – Pagina 13