È a numero programmato la Magistrale in Scienze della Formazione Primaria. “Non vogliamo formare meri trasmettitori di nozioni, ma educatori capaci di leggere i bisogni dei bambini”

Un percorso professionalizzante pensato per rispondere, con rigore scientifico, alle sfide della scuola contemporanea. È questo l’obiettivo della Laurea Magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria (durata quinquennale) attiva presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali – che ospita la sede – in sinergia con il Dipartimento di Psicologia e con l’Università di Salerno.

“Aspiriamo a formare figure educative consapevoli, culturalmente solide e capaci di affrontare con responsabilità il ruolo di insegnante nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria – spiega il prof. Giuseppe Pardini, ordinario di Storia Contemporanea e Coordinatore del Corso – La nostra proposta intercetta non solo il desiderio individuale di formazione abilitante di tanti giovani, ma anche un’esigenza collettiva di crescita sociale e culturale del territorio”.

Attivo da un anno, il Corso ha registrato fin da subito un’ottima accoglienza: “Per l’anno accademico inaugurale sono stati assegnati 100 posti, esauriti in tempi brevissimi. Un segnale forte che conferma quanto fosse attesa questa opportunità”, sottolinea il docente. Alla luce dell’elevata domanda, per il 2025/2026 è stato richiesto l’ampliamento a 170 posti, in attesa della conferma ministeriale.

Il bando sarà pubblicato ad agosto, mentre la prova di accesso è fissata per il 12 settembre. Il test, predisposto dal Cineca, consiste in 80 quesiti a risposta multipla da svolgere in 150 minuti, suddivisi tra: Competenza linguistica e ragionamento logico, Cultura letteraria, storico-sociale e geografica, Cultura matematico-scientifica. “È una prova ben strutturata, pensata per garantire trasparenza e meritocrazia. Con una preparazione adeguata è perfettamente affrontabile”, rassicura il Coordinatore.

Gli scorrimenti seguiranno nelle settimane successive, mentre le lezioni prenderanno il via a fine settembre.
Il piano di studi quinquennale, già ratificato, unisce saperi pedagogici, metodologico-didattici, psicologici, linguistici, matematici, scientifici e storico-artistici, con un’attenzione marcata alla dimensione laboratoriale e all’esperienza diretta sul campo. Il tirocinio, infatti, prende avvio già dal secondo anno e si svolge in scuole convenzionate del territorio.

“Lo studente è accompagnato passo dopo passo nella costruzione di una professionalità completa. Non vogliamo formare meri trasmettitori di nozioni, ma educatori capaci di leggere i bisogni dei bambini e dei contesti in cui operano”, evidenzia Pardini. Delicate le fasce d’età coinvolte: dai 3 ai 6 anni per la scuola dell’infanzia, dai 6 ai 10 per la primaria, con un’attenzione puntuale ai bisogni educativi speciali e all’inclusione scolastica: “Favorire l’inclusione sotto ogni aspetto è parte integrante della nostra missione”.

Un ruolo centrale è giocato anche dal contesto accademico in cui il Corso si inserisce: “Il Dipartimento è da sempre un luogo in cui il sapere umanistico dialoga con la pratica educativa. L’obiettivo è creare una comunità fondata sul rigore, sul confronto e sull’ascolto reciproco”.

A chi si rivolge, idealmente, il percorso? “A chi sente una vera vocazione per l’insegnamento, ma anche a chi è interessato al mondo dell’educazione in senso più ampio, nei contesti scolastici come in quelli extrascolastici, pubblici o privati – conclude Pardini – Molti dei nostri studenti provengono dal Liceo delle Scienze Umane, ma anche i percorsi scientifici e classici garantiscono una preparazione solida.

Ciò che fa davvero la differenza è l’approccio: servono spirito critico e consapevolezza, perché le responsabilità che attendono alla fine del percorso sono alte e richiedono grande maturità, sia sul piano scientifico che umano”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 105

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