“È una Triennale che assicura una formazione linguistica e culturale molto solida, basata su una lunga tradizione di studio delle lingue e delle letterature sia europee che extra-europee e che punta molto anche sull’innovazione della metodologia didattica”, il prof. Federico Corradi racconta l’impianto generale di Lingue e Culture comparate, che coordina.
Nonostante la riforma, “la struttura resta immutata – c’è un unico curriculum – lo riteniamo molto funzionale al raggiungimento degli obiettivi formativi. Il Corso è il secondo dell’Ateneo per numero di iscritti, se parliamo di Triennali, e risulta molto attrattivo perché incarna l’essenza dell’Ateneo: far dialogare oriente e occidente. Lo studente associa lo studio di una lingua e di una letteratura dell’Europa occidentale o delle Americhe allo studio di una lingua e una letteratura dell’Europa dell’est, dell’Asia o dell’Africa”.
Tutto questo con un approccio comparatistico: “le due aree linguistico-culturali scelte non vengono studiate come compartimenti stagni ma si punta a cogliere i nessi, le relazioni culturali, le rappresentazioni incrociate per comprendere la complessità del mondo contemporaneo”. Inoltre, l’offerta di insegnamenti comprende anche discipline come Storia del Teatro, Storia del Cinema, Storia dell’India, Religioni e filosofie dell’Asia orientale, utili a “soddisfare curiosità intellettuale”. Una delle novità più accattivanti per il prossimo anno è “l’impulso all’internazionalizzazione”.
Le lingue e le letterature europee di maggior diffusione come francese, inglese e spagnolo “saranno insegnate nella lingua di studio: c’è stato anche il cambio di denominazione ufficiale degli insegnamenti. Si tratta di un elemento per incentivare ulteriormente gli studenti a sfruttare le tante possibilità di mobilità internazionale che offre l’Ateneo”. A ben vedere, l’offerta linguistica è davvero vasta: ben 31 idiomi – “una ricchezza che ha pochi paragoni sul panorama nazionale”. Le ultime tre arrivate per il Corso sono nederlandese, svedese e lo sloveno. E a questo proposito arrivano diversi suggerimenti del docente su come operare la scelta: “ad una lingua di maggiore diffusione si può associare una più di nicchia, che potrebbe offrire competenze poco diffuse e molto spendibili nel mondo del lavoro”.
Non solo: “si possono associare lingue che per motivi storici hanno a che fare l’una con l’altra dal punto di vista culturale – francese e arabo o nederlandese e indonesiano, per fare solo due esempi. Naturalmente, l’invito è anche quello di lasciarsi sedurre dai propri interessi verso aree geografiche e culturali che si decide di affrontare per la prima volta.
A volte, dico che può rivelarsi una scelta strategica associare una lingua in cui si parte da zero a una in cui si possiede già qualche competenza. Questo per rendere il percorso universitario più semplice”. Sul post laurea: “non parliamo di un Corso direttamente professionalizzante, infatti l’80% dei nostri studenti prosegue con una Magistrale. Tuttavia, i dati sull’occupazione di chi sceglie di non proseguire sono incoraggianti. Abbiamo tante convenzioni con enti dove svolgere i tirocini, tra l’altro”.
Scarica gratuitamente la nuova Guida Universitaria 2025 di Ateneapoli
Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 140