Culture antiche e archeologia: Asia, Africa e Mediterraneo. Gli aspiranti archeologi devono “fare squadra, assorbire l’attitudine al lavoro di gruppo”

“Il Corso presenta una ricca offerta di insegnamenti relativi alle archeologie e alle storie dell’arte da Occidente a Oriente, per arrivare fino all’Asia orientale, nonché un ventaglio notevole di insegnamenti sulle letterature e le filologie di Asia, Africa e Mediterraneo. La formazione cui si mira non si limita solo allo studio dell’archeologia dal punto di vista materiale, ma anche da quello letterario e immateriale”.

Parola del prof. Tommaso Raiola, Coordinatore di Culture antiche e archeologia: Asia, Africa e Mediterraneo, Triennale con un unico curriculum che viaggia sulle 50 immatricolazioni l’anno e che ha subito una riforma importante dell’ordinamento già nell’anno 2023/24 e, per questo, non presenta novità per il futuro prossimo. Se non per alcuni insegnamenti nuovi di zecca: “abbiamo introdotto Elementi di archivistica e biblioteconomia, un desiderio che i ragazzi avevano già da qualche anno, e inoltre è stato attivato anche un Laboratorio di lessico inglese per l’archeologia collocato al secondo anno, utile per la formazione dei futuri archeologi”.

Confermata anche l’attivazione del corso di Aggiornamento e Perfezionamento in Operatori Turistici, “accessibile ai nostri triennalisti con una corsia preferenziale, dopo la laurea”.

Non si tratta di novità, ma di assolute rarità e fiori all’occhiello quando si parla di insegnamenti del calibro di Archeologia marittima, Bioarcheologia, “non si trovano ovunque”; così come sono un vanto, per il Corso, gli insegnamenti “tecnologicamente avanzati se parliamo di metodologia della ricerca archeologica. I sistemi GIS (Geographic Information System), i rilievi con droni, tutti strumenti fondamentali per l’archeologo”.

Ma il fatto che il Corso presenti un unico curriculum non significa non poter scegliere. Anzi, è proprio il contrario: sono studentesse e studenti a dover scegliere la declinazione del proprio cammino attraverso la scelta tra diversi “percorsi tematico-culturali durante la redazione del piano di studio. Tutti sono organizzati in modo tale da fornire comunque degli insegnamenti obbligatori non opzionabili”. Si tratta di un’operazione sulla quale bisogna ragionare per bene e per questo gli iscritti possono chiedere “supporto al gruppo dei tutor del Corso, a disposizione tanto in ingresso che in itinere e in uscita”.

Dulcis in fundo, i cosiddetti scavi scuola, altra gemma del Corso: “Ne abbiamo diversi: nell’abitato greco-romano di Cuma, la villa imperiale di Pausilypon, Pithekoussai sull’isola di Ischia, a Cupra Marittima nelle Marche con tanto di foresteria per gli studenti; nel sultanato dell’Oman nella penisola arabica. A breve si aggiungerà anche lo scavo nel Parco archeologico di Pompei, che è stato ripristinato. Un’altra piccola conquista”.

Durante le attività in situ, studentesse e studenti “lavorano sul campo sotto la guida del docente che eroga l’insegnamento e soprattutto imparano l’aspetto più dirimente: fare squadra, assorbire l’attitudine al lavoro di gruppo. L’archeologo deve abituarsi a collaborare con altri esperti”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 142

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