Lingue e Culture orientali e africane. Si formano “specialisti di Asia e Africa con un’ottima padronanza in due lingue”

“Lingue e Culture orientali e africane mira a formare specialisti di Asia e Africa che abbiano un’ottima padronanza in due lingue. Dal prossimo anno, la novità è l’abolizione dei tre curricula (Africa, Medio e Vicino Oriente, Asia meridionale) che saranno sostituiti da percorsi consigliati di natura geografica-areale o più segnatamente culturali, per esempio Islam, Buddismo, che consentono di abbinare lingue di aree distanti tra loro tra le quali sussistono elementi culturali comuni”.

È questo il nuovo impianto della Triennale con più iscritti del Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo, come spiega la Coordinatrice, la prof.ssa Maria Luisa Paternicò. I futuri iscritti hanno la possibilità di scegliere tra ben 21 lingue. E vale la pena citarle tutte: amarico, arabo, berbero, cinese, ebraico, coreano, georgiano, giapponese, hausa, hindi, indonesiano, mongolo, persiano, sanscrito, somalo, swahili, tibetano, turco, urdu e vietnamita.

Non solo: “il vantaggio di questo Corso rispetto ad altri simili in Italia, e direi in Europa, è che c’è un ampissimo corredo di insegnamenti di storia, religione, filosofia, geografia specificamente per Asia e Africa. E tutti sono utili per approfondire non soltanto la conoscenza linguistica ma anche per comprendere la mentalità e l’evoluzione di certi fenomeni nelle aree che si studiano”. Come in altri casi, la scelta delle due lingue non segue un solo criterio.

Al contrario, l’idea alla base della riforma dell’ordinamento che ha portato alla cancellazione dei curricula – Paternicò parla di “gabbie” – persegue lo scopo di sollecitare l’autonomia di studentesse e studenti. “Certamente si tende a specializzarsi in un’area in particolare, che abbia collegamenti culturali e geografici stretti. Un’accoppiata tipica è cinese-giapponese. La seconda ha caratteri che ha ripreso dalla prima tempo fa, ma le due lingue sono tipologicamente molto distanti, e comunque vengono scelte insieme.

Il punto è proprio questo, anche rispetto alla riforma dell’ordinamento: si è provato a dare maggiore libertà ai ragazzi. La Cina ha un ruolo fondamentale in Africa in questa fase storica, dunque si potrebbe pensare di intraprendere una strada del genere. La stessa cosa vale per l’Islam, un mondo vastissimo: molti studenti sono interessati al mondo arabo e contemporaneamente alla Cina, l’Indonesia. La curiosità può aiutare a portare avanti percorsi più innovativi”.

Sul futuro dopo i tre anni canonici, la docente è molto chiara: “la Triennale offre una preparazione di base e aiuta i ragazzi a capire cosa fare da grandi, per questo il consiglio è di proseguire con lo studio, magari iscrivendosi alla Magistrale in Lingue e culture dell’Asia e dell’Africa. Tuttavia, di tanto in tanto, ci scrivono anche ex studenti laureati che si sono fermati, che oggi lavorano nell’editoria, nel turismo come guide e accompagnatori di turisti orientali. Anche la mediazione culturale è un settore molto fertile.

È chiaro che possono essere utili corsi di formazione, tirocini (anche qui a L’Orientale)” che fungano da viatico per entrare nel mondo del lavoro. Infine, un suggerimento accorato: “vivete l’università, non solo frequentando le lezioni – che è fondamentale, pensando al fatto che si studiano lingue molto particolari – state tra i colleghi, confrontatevi con noi docenti.

Mi rendo conto che ci sono difficoltà oggettive e crescenti nelle grandi città, soprattutto per i fuorisede – l’Ateneo offrirà un piccolo supporto il prossimo anno – tuttavia è davvero importante per la propria crescita personale”.

Scarica gratuitamente la nuova Guida Universitaria 2025 di Ateneapoli

Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 143

- Advertisement -




Articoli Correlati