Studiare il patrimonio culturale non solo per conoscerlo, ma per imparare a tutelarlo e valorizzarlo concretamente. È questo l’obiettivo del Corso di Studi Triennale in Archeologia, Storia delle Arti e Scienze del Patrimonio Culturale, guidato dal prof. Antonio Milone, docente di Storia dell’Arte Medievale.
“Puntiamo a formare studenti sempre più capaci di operare in contesti complessi, anche grazie all’introduzione di corsi di didattica integrativa e di strumenti pensati ad hoc per l’immissione nel mondo del lavoro”, afferma il docente. Il triennio si articola in quattro curricula: Archeologico, Storico-artistico, Cinema-Musica-Spettacolo, Economico-Gestionale. I numeri confermano il successo del Corso: oltre 300 immatricolazioni anche quest’anno.
Al suo primo anno da Coordinatore, il docente ha raccolto feedback positivi dagli studenti: “A parte i consueti problemi legati agli spazi, che sono purtroppo strutturali, il riscontro è stato molto buono. Gli studenti apprezzano il Corso, i curricula proposti, l’offerta didattica e la qualità dell’insegnamento”. Alla base, un solido impianto didattico comune per tutti gli iscritti, con sette insegnamenti fondamentali – Letteratura italiana e latina, Archeologia, Storia dell’Arte Classica, Legislazione dei Beni Culturali e Storia Contemporanea – perché è importante “che tutti partano da basi umanistiche condivise”.
Dal secondo anno, gli studenti possono orientarsi verso l’ambito più affine ai propri interessi, scegliendo insegnamenti specialistici pensati anche in funzione della prosecuzione degli studi Magistrali. E proprio relativamente alle Lauree del secondo ciclo, l’offerta è in fase di ampliamento. Ai percorsi già consolidati – Discipline della Musica e dello Spettacolo e Management del Patrimonio Culturale – si aggiungono, dal prossimo anno accademico, due novità: Archeologia del Mediterraneo e Patrimonio Culturale e Storia delle Arti e Museologia. “Si amplia in questo modo lo spettro formativo con possibilità di specializzazione sempre più elevate e orientate a settori altamente professionalizzanti”.
Uno degli aspetti più apprezzati resta il tirocinio obbligatorio, previsto al terzo anno per un totale di 100 ore. “È la nostra punta di diamante – racconta il prof. Milone – perché consente l’avvio di una rete di relazioni preziose per il futuro lavorativo”. Ad ogni studente viene assegnata una struttura in base al proprio curriculum e profilo: musei, archivi, parchi archeologici, soprintendenze, case di produzione cinematografiche.
Ma il Corso promuove anche progetti scientifici e attività sul campo extracurriculari: “Ci impegniamo ad offrire un’ampia varietà di esperienze tra cui campagne di scavo, distribuite nel centro-sud Italia e attive su un arco cronologico che va dalla Preistoria al Medioevo, visite guidate nei musei in collaborazione con cooperative del terzo settore, incontri culturali nel mondo delle arti performative, spesso realizzati in sinergia con i teatri cittadini, e molto altro ancora”. Altro pilastro del Corso, l’internazionalizzazione: “Stiamo lavorando per rafforzare le esperienze Erasmus”.
Le convenzioni sono attivate a livello dipartimentale con molte opportunità in tutta Europa. “Vogliamo che i nostri studenti colgano queste occasioni per arricchire il proprio bagaglio accademico e rafforzare la dimensione internazionale della formazione”.
Un messaggio per chi è indirizzato a scegliere questo cammino stimolante: “Prepararsi nel campo del patrimonio culturale è oggi più che mai una necessità. Significa offrire un servizio fondamentale alla società e contribuire allo sviluppo culturale e sociale del nostro territorio, che custodisce un patrimonio storico-artistico senza uguali in tutto il mondo”.
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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 77