Il Business dello sport in cerca dei leader del futuro

Quello che un tempo era percepito solo come un passatempo, un gioco o una passione, si è evoluto in un’industria globale multimiliardaria che muove un volume d’affari impressionante a livello mondiale. In Italia, lo sport è un pilastro economico che influenza profondamente il tessuto sociale, economico e culturale, agendo come un vero e proprio motore di crescita e laboratorio di innovazione.

Lo Sport Business è un ecosistema vasto e interconnesso che tocca ambiti che vanno ben oltre il campo da gioco e include aree critiche come i diritti televisivi, le sponsorship e partnership commerciali, il marketing e il fan engagement, la gestione degli impianti e delle infrastrutture, le nuove tecnologie digitali e l’analisi dei dati e che apre a nuove e interessanti opportunità professionali e di sviluppo di carriera.

Ne abbiamo discusso con Mimmo Mazzella, Promotore di Sport Leader Forum, il primo forum italiano sullo sport business, Presidente Nazionale di ASSI Manager, l’Associazione Italiana dei Manager dello Sport Business e Fondatore a Napoli della Management Innovation Academy, MInA.

Dalla nascita di Sport Leader Forum fino alla recente elezione come Presidente di ASSI Manager, nel corso di questi ultimi 10 anni ha avuto modo di osservare l’evoluzione della Sport Industry da una prospettiva privilegiata. Può descrivere brevemente quali sono i confini di questo megasettore e quali sono le principali trasformazioni in corso?

“Quando parliamo di ‘Sistema Sport’, ‘Sport Industry’ o ‘Sport Business’, è facile pensare alle società sportive e ai club professionistici dei principali sport di squadra di calcio, basket e volley, ma anche del rugby o della pallanuoto. Questi attori, tuttavia, rappresentano solo una parte del settore dello ‘Sport Business’ all’interno del quale rientrano anche tutte le organizzazioni professionali degli altri sport minori, tutte le aziende che producono articoli e attrezzature sportive così come quelle che si occupano dei servizi turistici legati agli eventi sportivi, le società di organizzazione grandi e piccoli eventi di natura sportiva e le società di consulenza specialistica.

Ciò premesso, c’è da dire che in Italia, nonostante una sensibile crescita del settore nel corso degli ultimi anni, siamo ancora molto indietro rispetto a diversi paesi europei, come la Germania, la Gran Bretagna, la Francia ma anche la Spagna e la Turchia, in termini di investimenti in impianti, tecnologie e risorse professionali in linea con i cambiamenti in atto del settore che spingono sempre più verso una tendenziale integrazione con il mondo dell’entertainment e della multicanalità”.

Quali sono i trend emergenti dello Sport Industry?
“Nei prossimi anni i Brand dello Sport tenderanno ad essere sempre più in competizione con i quelli dell’entertainment i quali, in partnership con i Brand Aziendali (sponsor e partner), avranno necessità di dialogare e coinvolgere gli utenti nei diversi momenti del tempo libero attraverso un adeguato utilizzo delle principali piattaforme digitali per la comunicazione e l’engagement.

Un altro ambito che si svilupperà nei prossimi anni è quello della gestione innovativa degli eventi sportivi e di spettacolo, che dovranno offrire sempre più un’alta intensità emotiva ed esperienziale. Si tenderà ad andare allo stadio e al palasport per vivere emozioni forti, memorabili nel tempo”.

Alla luce della rilevanza assunta dalle nuove tecnologie e piattaforme digitali in questo settore, quali ritiene debbano essere le hard e le soft skills che i futuri manager dello sport dovranno possedere?
“Le principali skills richieste non sono molto differenti da quelle di altri campi, sebbene stiamo parlando di un settore aziendale atipico, che vive di continue emergenze organizzative, legate agli impegni imposti da fitti calendari e proprio per questo richiede manager allenati a gestire lo stress e ad operare in un contesto caratterizzato da continui cambiamenti.

Rispetto ai manager di altri settori, alcune competenze chiave richieste sono riconducibili, invece, alle capacità di ‘lettura’ dei principali trend evolutivi e di pianificazione e gestione delle risorse organizzative, umane ed economiche nonché alla conoscenza delle evoluzioni relative alle infrastrutture e tecnologie digitali e alla capacità di comunicazione e gestione del brand in termini di trasmissione dell’identità e dei valori da questo rappresentati all’interno del mondo sportivo”.

Quali consigli si sente di dare ai tanti giovani che ambiscono ad entrare in questo mondo?
“Ho avuto modo di constatare un crescente interesse da parte dei giovani verso il mondo dello Sport Business, anche se non sempre questa ‘attrazione’ riesce a tradursi in una professione lavorativa all’interno di un Club o di una Federazione sportiva. Un primo consiglio che mi sento di dare, oltre ovviamente ad intraprendere un percorso di formazione specialistico, è quello di accettare la sfida del cambiamento facendosi promotori di progetti di innovazione da portare all’interno delle realtà operanti in questo settore.

Non andrebbero trascurate, poi, le opportunità imprenditoriali offerte dal settore, come per esempio la gestione di Academy di addestramento giovani o di centri sportivi, anche di quartiere, con una strategia di offerta che integri attività fisiche ed entertainment, organizzazione eventi ed experience basate su libri, cucina, arte, etc.”.
Luca Genovese

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Ateneapoli – n.17 – 2025 – Pagina 4

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