L’immaginazione è uno strumento potentissimo che utilizziamo fin da bambini per esplorare il mondo che ci circonda, per entrare in contatto con i nostri sogni e desideri più profondi e per conoscere ed affrontare le nostre paure ed insicurezze. Con l’avvicinarsi del fatidico ‘momento delle scelte’, l’immaginazione può diventare una preziosa ‘alleata’ in grado di alimentare la nostra capacità di sognare ed aiutarci a visualizzare ‘futuri possibili’ all’interno dei quali trovare la nostra ‘dimensione professionale’.
Sosteneva, a tal riguardo, Albert Einstein che se è vero che “la logica è in grado di portarci da A a B”, è solo con “l’immaginazione che possiamo andare dappertutto” superando i limiti della razionalità e del pensiero lineare, esplorando nuove traiettorie e aprendo la strada a possibilità inaspettate e nuove ed affascinanti opportunità. Ma l’immaginazione, come la passione, si alimenta di ‘scintille’, spesso legate ad esperienze e ricordi, luoghi, incontri e persone che hanno avuto un ruolo determinante nel nostro percorso di crescita e che, ad un certo punto del nostro cammino, come ‘stelle comete’ ci indicano in maniera inequivocabile la strada da intraprendere e la meta da raggiungere.
È la storia di Luca Tesauro, Fondatore e CEO di Giffoni Innovation Hub, il laboratorio permanente di innovazione nato dall’esperienza internazionale del Giffoni Film Festival, membro della Digital Skills and Jobs Coalition della Commissione Europea e considerato da Startupitalia tra i 100 innovatori che hanno fatto la differenza in Italia.
Dalla passione per il Vic20, all’età di appena 6 anni, all’ingresso nella lista dei top 100 Innovatori di Startupitalia, il suo percorso professionale è ricco di stimoli ed illuminazioni e caratterizzato da una innata inclinazione verso i new media, l’industria creativa e l’innovazione sociale. Quali sono stati i momenti determinanti della sua carriera e le principali sfide che ha affrontato nel corso di questi oltre 20 anni di attività?
“Fin da bambino ho sempre allenato il mio sguardo verso il futuro. Probabilmente una delle influenze principali è nata dalla libreria di mio padre, che aveva una collezione incredibile di URANIA: mondi possibili, utopie e distopie che mi hanno insegnato a immaginare senza limiti e a considerare l’innovazione come un atto di coraggio.
Il momento decisivo è stato il ritorno a Giffoni dopo gli anni a Napoli: lì ho imparato a leggere con più profondità il rapporto tra uomo e natura, il valore del tempo e la possibilità di vivere in un piccolo centro che è anche epicentro del mondo. L’incontro con Claudio Gubitosi ha poi acceso una scintilla venti anni fa: da allora vivo ogni giorno come un laboratorio creativo, con la libertà di viaggiare, costruire progetti e generare impatto sociale e culturale”.
A partire dal 2004, dopo il conseguimento della laurea, un Erasmus in Spagna e una prima esperienza nel settore turistico, il destino la riporta alle sue origini, in un piccolo Comune della Provincia di Salerno, dal quale inizia un percorso costellato di successi professionali che si fondono con quelli raggiunti dal Giffoni Film Festival. Quali sono state le motivazioni di questa scelta professionale e di vita, e quali sono stati i principali dubbi e timori che ha dovuto affrontare?
“Beh, avrei di sicuro potuto inseguire altri percorsi.
Invece il destino mi ha portato qui a Giffoni, alle mie radici. Non è stata una fuga, ma una scelta di libertà: lì ho trovato il tempo e lo spazio per osservare con più profondità la natura, il senso del tempo e le vere priorità.
Viaggiare e conoscere altre culture è sempre stato per me una fonte inesauribile di energie, e a Giffoni questa dimensione si è moltiplicata: dal Brasile all’Australia, da Hollywood al Qatar, in Europa e nel Nord Europa ho avuto la possibilità di vivere esperienze globali che hanno allargato i miei orizzonti e rafforzato la mia visione. Dubbi e timori ci sono stati sempre, ma a Giffoni ho incontrato l’amore e ho avuto la fortuna di costruire una bellissima famiglia. Questo, più di ogni altra cosa, ha reso ogni scelta più solida e ogni sfida più luminosa”.
Il Giffoni Film Festival è da anni una realtà consolidata nel panorama mondiale del cinema per ragazzi. Quale è stata l’intuizione che ha portato nel 2015 ad associare il brand Giffoni a quello dell’innovazione e a dare vita al Giffoni Innovation Hub? C’è stato un momento preciso in cui ha capito che questa era la strada da percorrere?
“La nascita di Giffoni Innovation Hub non è stata un fulmine improvviso, ma il risultato di un lungo percorso di riflessione personale e di dialogo con amici, colleghi e compagni di viaggio. Sentivo che il brand Giffoni, già simbolo internazionale di cultura e di gioventù, potesse aprire una nuova strada: diventare un laboratorio permanente di innovazione.
La condensazione di quei pensieri si è trasformata in un progetto concreto, che parla di tecnologie sostenibili e consapevoli, di opportunità di lavoro e sviluppo, di startup e di giovani talenti. Nel 2015 ho capito che questa era la direzione da intraprendere: far sì che Giffoni non fosse solo un festival, ma un ecosistema in grado di generare futuro, sposando la visione geniale e unica del suo fondatore, Claudio Gubitosi”.
Tornando indietro nel tempo, durante la sua adolescenza o i primi anni di carriera, c’è stato un mentore, un libro o un evento specifico, la cosiddetta ‘scintilla’, che ha contribuito ad individuare la sua traiettoria professionale e a dedicarsi ai temi dell’innovazione e al mondo giovanile? Come ha trasformato quella prima ispirazione in un piano d’azione concreto?
“La mia scintilla è sempre stata nella ricerca di quelle energie che si trovano sempre nei bambini, nei ragazzi, nelle nuove generazioni. Sguardo limpido, inquieto, capace di vedere non il mondo com’è, ma quello che può diventare. In quegli occhi ho riconosciuto la promessa del cambiamento e la forza di non arrendersi mai.
Trasformare quell’ispirazione in azione è stato un passo naturale: creare spazi, occasioni e progetti in cui i ragazzi potessero esprimersi, sperimentare e crescere. Lavorare con loro significa ogni giorno rinnovare la propria visione e alimentare il coraggio di osare”.
Se potesse dare un consiglio a un ragazzo o una ragazza che si sente ancora indeciso sul proprio percorso professionale o che ha un sogno ma non sa ancora come realizzarlo, quale sarebbe? Quale è la chiave per passare dall’ispirazione all’azione concreta?
“Mettetevi in gioco, senza aspettare il momento perfetto, perché non arriverà mai. Viaggiate, apritevi a culture diverse, imparate nuove lingue, lasciatevi contaminare da punti di vista lontani dai vostri. Leggete più che potete: i libri sono finestre che aprono mondi e allenano lo sguardo a vedere possibilità dove altri vedono ostacoli.
Affrontate il mondo con naturalezza, ma anche con coraggio, accettando i vostri limiti e trasformandoli in forza. Condividete le vostre energie e i vostri sogni con gli altri, perché nessun progetto prende vita davvero se resta chiuso in una sola mente. Solo così l’ispirazione diventa azione, e l’azione diventa cambiamento, personale e collettivo”.
Luca Genovese
Scarica gratis il nuovo numero di Ateneapoli
Ateneapoli – n.16 – 2025 – Pagina 11