“Il valore della scoperta: la sperimentazione continua come leva di crescita”

Oggi più che mai il successo professionale non si costruisce solo mediante il conseguimento di titoli di studio universitari e la rigida osservanza di percorsi lineari pre-costituiti di carriera ma richiede sempre di più una continua capacità di scoprire, sperimentare e adattarsi ai cambiamenti in atto. Il ‘valore della scoperta’ nell’attuale contesto lavorativo risiede, infatti, nella costante volontà di esplorare nuove dimensioni organizzative e professionali, affrontare sfide ambiziose e a volte impreviste ma, soprattutto, nel mettere sempre in discussione il proprio status quo, in un gioco costante di sperimentazione ed apprendimento rivolto al miglioramento continuo.

‘Il vero viaggio di scoperta – come sosteneva d’altronde Marcel Proust – non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi’ con i quali imparare a vedere gli errori come opportunità di apprendimento, i problemi come spazi aperti per la sperimentazione e l’innovazione ed individuare il potenziale latente in ogni cambiamento di rotta. Ed è in questo costante percorso di scoperta che si manifesta il ruolo determinante della ‘scintilla’: quella prima intuizione, sottile ma potente, che nasce a volte per caso e che si accende con il tempo fino a diventare un fuoco in grado di illuminare la nostra strada ed indicarne la rotta verso la nostra autentica destinazione professionale.
La storia di Davide Basile, attuale COO di Kidea, con una lunga esperienza alle spalle all’interno delle funzioni marketing e comunicazione di importanti realtà nazionali quali Ninja Marketing, Triboo, Original Marines, Wycon, Farmina e Miriade, è la testimonianza di come il successo non sia scritto nelle mappe, ma si costruisca giorno per giorno attraverso la curiosità di esplorare e sperimentare e il coraggio di mettersi in gioco tra nuove sfide e ruoli organizzativi.

Un mosaico di grandi sfide in settori diversissimi dal 2007 ad oggi: dalla comunicazione al fashion retail, dal pet food alla cosmetica fino all’attuale ruolo di COO in Kidea. Potresti illustrarci brevemente le principali tappe di questo percorso e le principali criticità affrontate lungo il viaggio?
“Ho iniziato nel 2007 tra Ninja Marketing ed Estrogeni, poi in agenzia con Ad Maiora e Triboo, lavorando su SEO, social e mobile per brand come Barilla e Renault. Da lì sono passato al retail e al fashion, prima in Original Marines, dove ho guidato la trasformazione digitale fino a diventare Marketing & E-commerce Director, poi nel beauty con Wycon, nel pet food con Farmina e infine nel fashion & accessories con Miriade. Oggi, come COO in Kidea, porto avanti la sfida più stimolante: rendere l’innovazione concreta e quotidiana. Integrare dati, persone e cultura aziendale è il modo più difficile, ma anche il più autentico, per generare valore”.

La tua storia professionale è stata finora un viaggio avvincente nel mondo del marketing attraverso territori molto differenti. Quali sono stati i momenti che hanno rappresentato il vero ‘punto di svolta’ per la tua crescita? E quale è la lezione più preziosa che hai imparato attraversando questi ‘mondi’?
“Due salti hanno segnato il mio percorso: il primo, dalle agenzie alle aziende, da chi osserva e consiglia a chi costruisce cultura e processi dall’interno; il secondo, oggi, con il ritorno in agenzia, ma con una prospettiva completamente diversa. In Kidea porto il bagaglio di anni vissuti ‘dentro’ le imprese, per trasformare strategia e creatività in valore concreto. La lezione più preziosa è che l’innovazione è prima culturale e solo dopo tecnologica. Senza empatia, metodo e una visione condivisa nessuna trasformazione dura davvero. I dati contano, certo, ma sono le persone a farli brillare”.

Ripercorrendo gli inizi della tua carriera professionale, ricordi quale è stato il momento nel quale hai sentito forte dentro di te per la prima volta quella ‘scintilla’ che ti ha fatto capire quale fosse la tua missione professionale?
“La scintilla è nata in quinto superiore. Studiavo per diventare perito elettrotecnico e un professore mi fece detestare la materia; nello stesso periodo, però, partecipai al progetto IG Students e diventai ‘CEO’ di una mini-impresa simulata. Lì ho capito che volevo occuparmi di azienda, marketing e persone. Scelsi Economia e, successivamente, con lo stage in Ninja Marketing, trovai la mia direzione: unire visione ed execution, trasformando intuizioni anche lontane in soluzioni utili a clienti e business. Da allora provo a costruire ponti tra creatività e numeri, negozi e digital, tecnologia e cultura. È lì che nasce la mia idea di innovazione”.

Quali sono stati gli elementi che ti hanno permesso di mantenere viva ed alimentare quella ‘scintilla’ iniziale trasformandola in un fuoco costante e in una bussola in grado di indirizzare nel tempo il tuo percorso di carriera?
“Il fuoco si alimenta con curiosità e disciplina. Continuo a studiare, sperimentare e imparare dai team con cui lavoro. Mi motiva l’impatto concreto, vedere idee che diventano risultati, ma anche la crescita delle persone. In Kidea coltiviamo fiducia, autonomia e diritto all’errore: è così che nascono le idee migliori. Provo ad avere una leadership abilitante, basata su ascolto, chiarezza e coerenza. E fuori dal lavoro corro e faccio teatro: due passioni che mi insegnano ritmo, empatia e improvvisazione. Tutto questo mi aiuta a restare curioso e ad affrontare il cambiamento con leggerezza e visione”.

Molti giovani oggi sentono la pressione di dover trovare la loro dimensione al primo tentativo. Quale consiglio ti sentiresti di dare a chi ha paura di sperimentare o di sbagliare la prima scelta di carriera? Quali sono i segnali che indicano a un giovane che è sulla strada giusta?
“Nessuna carriera è lineare: sperimentare è un superpotere, non un rischio. Gli errori, se letti bene, accelerano la crescita più di qualsiasi successo. Il mio consiglio è di cercare contesti che facciano imparare, non solo titoli che suonano bene. I segnali che sei sulla strada giusta si riconoscono: l’energia che senti il lunedì, la curiosità che non si spegne, la sensazione di crescere anche quando sbagli. In Kidea vedo ogni giorno quanto la contaminazione di esperienze renda più forti le idee. Il percorso giusto non è quello perfetto, ma quello che ti somiglia e ti fa evolvere”.
Luca Genovese

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Ateneapoli – n.18 – 2025 – Pagina 22

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