Scienze dell’Architettura. Al primo anno occorre “affrontare in maniera decisa gli esami scientifici e analitici”

“Per chi abbia desiderio di studiare Architettura, ma non abbia ancora le idee chiare sul destino finale del suo percorso, che potrebbe essere nella progettazione architettonica o nel design o magari nel restauro, Scienze dell’Architettura è la scelta perfetta”, dice il prof. Nicola Flora, Coordinatore del Corso di Laurea. Dopo il conseguimento della Laurea Triennale “ci si potrà orientare verso una Magistrale con le idee più chiare, con maggiore consapevolezza di quanta se ne avesse a 18 anni e con un discreto bagaglio culturale alle spalle.

Il quale, se lo si desidera, potrebbe anche essere speso nella ricerca di un lavoro, perché la Laurea Triennale permette anche, dopo avere superato l’esame di Stato, di iscriversi alla sezione B dell’Ordine degli Architetti. È un titolo col quale si può anche progettare, sia pure su scala ridotta, per poi magari dopo qualche anno decidere di riprendere il cammino universitario”.

C’è anche chi, terminato il triennio, sceglie di proseguire con una Magistrale in un altro Ateneo, in un’altra città. “Io auspico ovviamente che i laureati triennali restino con noi – chiarisce il prof. Flora – anche perché il Dipartimento ha ampliato e sempre meglio articolato la sua offerta formativa relativa ai Corsi Magistrali. Non vivo però come una sconfitta il fatto che alcuni dei miei laureati possano optare per immatricolarsi altrove. Tra l’altro, generalmente chi va fuori si fa valere, ottiene buoni risultati. È la testimonianza della validità della proposta formativa del Corso in Scienze dell’Architettura”.

Il quale è a numero chiuso. Per iscriversi al primo anno va superato il test d’ingresso. “Ammetteremo al primo anno 180 studenti, come nel recente passato. Negli ultimi due o tre anni abbiamo saturato la richiesta con tutti gli accessi, non sono rimasti posti liberi”. Il test di ammissione “non è in sé complesso. Abbiamo caricato sul sito web del Corso, che è stato rivisitato e rinnovato affinché fosse più utile e ricco di informazioni per chi lo visita, i test degli ultimi anni con le domande e le risposte. Consiglio di esercitarsi lì, di cimentarsi con le prove degli anni passati, anche per capire lo spirito e la logica delle domande”.

Gli ammessi nel primo anno dovranno “affrontare in maniera decisa gli esami scientifici e analitici. La matematica in primis. Capita che gli studenti privilegino altri esami e posticipino quelli che reputano più lontani dalla dimensione dell’architettura. Sbagliano, però, perché nella serie degli esami del primo anno e di quelli successivi c’è una logica formativa ed andrebbe seguita per formarsi bene. Insomma, bisogna essere rigorosi, seguire i corsi ed affrontare gli esami nell’ordine nel quale sono collocati nel piano di studio”.

Una componente significativa del percorso è quella dei Laboratori. Al primo anno, spiega il prof. Flora, “Composizione architettonica si integra con Strutture e questo aiuta gli studenti a capire che la progettazione è fatta di un intreccio indissolubile tra gli aspetti compositivi e quelli strutturali. Insomma, comprendono perché un architetto non possa prescindere da conoscenze matematiche. È un laboratorio interessante e didatticamente sta funzionando bene”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 38

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