Batterie che fanno durare un’auto elettrica per mille chilometri, farmaci innovativi attraverso stampa 3D, birra senza alcol che sa di birra vera, plastica che si scioglie nell’acqua e non inquina gli oceani, sono solo alcune delle sfide “che noi ingegneri chimici affrontiamo e che hanno un impatto sulla vita di tutti i giorni”, afferma il prof. Giovanni Ianniruberto, Coordinatore del Corso di Laurea in Ingegneria Chimica.
“Applichiamo un approccio scientifico basato su conoscenze di chimica, fisica e un pizzico di AI, ma non smanettiamo solo con provette in un lab: progettiamo impianti che producono energia pulita, bioplastiche, farmaci antivirali, snack proteici a base di alghe… quello che serve domani”. Anche per il futuro nessun timore: “Tutte le indagini sul primo impiego mettono Ingegneria Chimica in cima alla classifica: assunzioni rapide e stipendi sopra la media delle altre lauree tecniche. Perché le aziende – dal food alla space economy – hanno bisogno di gente capace di far quadrare formule, calcoli di processo e sostenibilità. L’ingegnere chimico è esattamente la persona che unisce queste skill”.
Ingegneria Chimica è “una laurea che ti apre decine di porte. L’ingegnere chimico è nel team che passa dall’esperimento al prodotto vero, con tempi rapidi e ricadute globali”. Ma perché alla Federico II? “Il Corso di Laurea in Ingegneria Chimica è super rodato: docenti che pubblicano su riviste importanti, lab con attrezzature all’avanguardia e partnership con aziende che fanno stage retribuiti fin dal terzo anno. Poi si studia in un ambiente storico (l’Ateneo più antico d’Europa) ma con la testa proiettata al futuro”. Conclude: “Se volete un lavoro che unisca scienza, creatività, tecnologia e impatto concreto – e che garantisca un ottimo stipendio – Ingegneria Chimica è la vostra corsia preferenziale”.
Il Corso di Laurea si prepara a introdurre alcune novità a partire dall’anno accademico 2025/2026, in linea con le recenti modifiche normative nazionali. “Non si tratta di una rivoluzione, ma di ritocchi mirati al nostro ordinamento. Per le prossime vedranno alcune novità, soprattutto a partire dal secondo anno”, spiega il prof. Ianniruberto. Il cambiamento principale riguarda l’introduzione di una scelta tra due esami alternativi, che interesserà gli studenti al secondo anno: “Verranno chiamati a scegliere tra due esami: Fisica matematica o Fondamenti di Ingegneria Elettrochimica”.
L’intento è offrire agli studenti la possibilità di personalizzare il percorso formativo, a seconda del proprio approccio allo studio e alle prospettive professionali future: “Vogliamo dare agli studenti la possibilità di scegliere: chi lavora più per ‘modelli’, con un approccio fisico-matematico, potrà approfondire in quella direzione. Chi invece è più tecnologico e ‘pratico’ potrà orientarsi verso l’ingegneria elettrochimica, un settore sempre più attuale con l’evoluzione del mondo delle batterie e delle auto elettriche ad esempio”. Altra novità riguarda le attività laboratoriali, da tempo al centro delle richieste degli studenti Triennali: “Abbiamo deciso di introdurre laboratori didattici virtuali nei primi anni per rafforzare l’esperienza progettuale, finora poco presente nella Triennale”.
Sul fronte della Laurea Magistrale, non sono previste modifiche al percorso formativo, ma cambiano i requisiti di accesso: “Abbiamo introdotto criteri meno stringenti per chi proviene da Corsi di Laurea diversi da Ingegneria Chimica. In passato, passare dalla Triennale in Meccanica o Aerospaziale alla Magistrale in Chimica comportava delle difficoltà, adesso è previsto un solo esame integrativo per i chimici industriali”. Inoltre ora sarà richiesto il livello B1 di inglese e prima della fine della Magistrale sarà possibile raggiungere il B2.
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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 33