Francesco: “è stato bello lavorare con studenti di altri Atenei e di altri Paesi”

Strutture per l’Ingegneria e Architettura: due Dipartimenti insieme per la seconda edizione della Summer School internazionale “Let’s Shape!”. Un esempio della collaborazione scientifica (competenze computazionali da un lato e modellistiche dall’altro) nell’ambito della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base che ha coinvolto anche gli studenti. “È un’esperienza che nasce da una felice coincidenza tra competenze e passioni – spiega il prof. Salvatore Sessa – Il prof. Francesco Marmo, del DIST, è uno dei fondatori dell’associazione (Associazione Italiana per gli Studi sulle Strutture Spaziali e a Guscio), che organizza la Scuola; il prof. Sergio Pone, del DIARC, si occupa da tempo di gridshell”.

La Summer School, che si è svolta dal 30 giugno al 4 luglio, presso il LAM – Laboratorio di Architettura e Modellistica di via Forno Vecchio – ha visto tra i contributi quello del prof. Chris Williams, della Chalmers University of Technology: un esperto di fama internazionale nel campo dell’ingegneria strutturale, noto per il suo lavoro pionieristico nella progettazione di gridshell. Le attività, dedicate all’esplorazione delle strutture spaziali complesse e a guscio, hanno coinvolto studenti da diversi Atenei italiani e internazionali e si sono svolte su cinque giorni, con lezioni frontali la mattina e laboratori progettuali il pomeriggio.

“Questo stile formativo esperienziale rappresenta un grande valore aggiunto per la Federico II – continua il prof. Sessa – Non è facile far dialogare anime diverse come quella della scienza delle costruzioni e quella della ricerca architettonica, ma proprio in questo incontro sta il valore della nostra collaborazione”. Francesco Maria Rubino, studente Magistrale di Ingegneria Edile, racconta così l’esperienza: “La tematica è molto interessante, anche per certi versi innovativa. La ricerca della forma è un aspetto che sta ritrovando centralità, con attenzione all’ottimizzazione dei materiali per usare meno, ma meglio, e ha risvolti importanti anche dal punto di vista ambientale ed economico”.

Francesco sottolinea anche il valore del confronto internazionale: “È stato bello lavorare con studenti di altri Atenei e di altri Paesi. Il confronto è stato molto attivo e stimolante. Peccato che in Italia le università collaborino ancora troppo poco tra loro, serve più condivisione di idee e ricerca”. Sulle modalità didattiche, aggiunge: “Ogni professore ha presentato le sue ricerche più recenti nell’ambito della ricerca di forma, in particolare sulle gridshell. Poi siamo passati al laboratorio: tre gruppi da quattro persone, ognuno con un docente. Il progetto prevedeva anche l’analisi strutturale e la costruzione fisica di modelli in scala di strutture gridshell. È stato intenso, ma molto soddisfacente”.

E infine una riflessione sull’approccio progettuale: “In genere, nei corsi universitari si ha tanto tempo per scegliere e rifinire una soluzione. Qui, invece, abbiamo imparato quanto sia importante la rapidità, saper restringere le possibilità, prendere decisioni e motivarle. È un’abilità fondamentale nel mondo professionale”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 28

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