Strutture fruibili, ambiente familiare, rapporti diretti con docenti preparati. C’è soddisfazione nelle parole degli studenti per i servizi offerti dal Dipartimento di Ingegneria. E poi, ovviamente, non mancano i consigli a coloro che varcheranno la soglia dell’università per la prima volta il prossimo settembre. Il primo a raccontare è Gaetano Riccardo D’Angelo, terzo anno di Ingegneria Gestionale.
E proprio sul Corso che frequenta, istituito tre anni fa, dice: “è valido e credo lo diventerà ancora di più. I professori sono molto competenti e ci hanno trasmesso quello che ci serviva – penso di poter parlare a nome di tutti i miei colleghi. È stato formativo, interessante e coinvolgente, anche perché abbiamo partecipato a eventi e manifestazioni esterne alla lezioni. Penso alla visita tecnica svolta nella nave Laura Bassi, qui a Napoli, per esempio. Siamo entrati nei laboratori, abbiamo assistito alla giornata lavorativa”.
Il suggerimento ai futuri colleghi: “concentrarsi sul proprio percorso, ognuno lo vive in modo diverso. A Ingegneria è molto importante il lavoro di squadra”. Certo, non mancano le difficoltà. Lo scoglio del primo anno (comune a tutti i Corsi), “posto che dipende molto dalla persona, è sicuramente Analisi 1. Bisogna seguire le lezioni ed esercitarsi passo dopo passo. Serve costanza”. Anna Bencivenga, dello stesso Corso, conferma le parole del collega: “Rifarei la scelta, tant’è che proseguirò con la relativa Magistrale.
Noi siamo stati un po’ le cavie di Gestionale e devo dire che sì, il livello è buono, ma secondo me si può migliorare. Alcuni esami non sono così attinenti al ramo gestionale- economico. Penso a Disegno Industriale del primo anno e Meccanica applicata alle macchine del secondo”. Sull’ambiente pochi dubbi: “mi trovo benissimo, ne sono innamorata. Ho fatto amicizia con tutti e mi sento a casa; inoltre c’è spazio a sufficienza per studiare e restare tutto il giorno”.
Il consiglio: “dopo tre anni ho capito che, pur non essendo obbligatoria la frequenza, è necessario seguire. Ogni professore ha il proprio metodo e assistere alle lezioni è metà del lavoro”. Guido Restituto ha appena terminato il primo anno di Ingegneria Civile-Edile-Ambientale ed è consigliere degli studenti di Ateneo: “Ai futuri colleghi dico di non avere timore. A volte gli insegnamenti del primo anno possono sembrare pesanti, ma non bisogna spaventarsi. I più complessi sono Elementi di matematica e Analisi 1. Si deve battere la testa e studiare sempre. E se non si capisce un argomento si può approfittare del ricevimento. Si risolve tutto”.
Proprio Guido ne è una testimonianza, non avendo superato questi scogli al primo tentativo. E infatti dice: “dalle cadute ci si rialza sempre. Basta non abbattersi e darci dentro. C’è chi può accusare di più il colpo, ma bisogna trovare la forza dentro di sé e proseguire”. L’esame invece che gli ha fatto capire di avere compiuto la scelta giusta: Disegno. “È stato ragionato e ho capito di aver appreso il metodo corretto per lo studio universitario”.
Paolo Caputo è iscritto a Ingegneria Gestionale ed è rappresentante degli studenti in Commissione paritetica per l’area industriale: “Sono convinto che quella relativa al percorso universitario sia una scelta che debba essere fatta in base ai propri interessi. E io la mia scelta la rifarei assolutamente. Il livello dei professori è molto più alto di quanto si creda. L’ambiente è vivacissimo, sono senza dubbio anni irripetibili”.
Un pro e un contro: “i numeri sono contenuti e questo consente ai docenti di seguirci da vicino; al contrario, credo vadano aumentate le esercitazioni pomeridiane per esami come Analisi 1, Fisica. E non solo per le matricole, sulle quali il Dipartimento si concentra di più”. Chiude Raffaella Trotta, studentessa del terzo anno di Ingegneria Civile. Ancora parole di elogio per i docenti: “trasmettono tantissima passione e ci stimolano di continuo, facendoci proiettare sugli ingegneri che vorremmo diventare”.
Nel percorso formativo sono fondamentali i laboratori: “durante molti corsi si parla di come si studia un determinato campione di terreno, ma non si sa oggettivamente come fare fin quando non ci si ritrova nella pratica. È costruttivo e stimolante. In particolare, ce n’è uno che consiglio assolutamente: Sperimentazioni in laboratorio per l’ingegneria civile, dove ho trascorso la maggior parte delle ore curriculari.
Lì ho iniziato a sentirmi veramente un ingegnere. Vedi e tocchi con mano”. Poi, parole di conforto per chi avverte l’ansia da prestazione: “l’università va vissuta con tranquillità, senza crucciarsi per le sessioni e i voti. Se si dà tutto ciò che si ha, si può e si deve essere soddisfatti. Al di là della lode”.
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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 96