Intervista alla prof.ssa Natascia Villani, manager didattico di Ateneo. “I nostri studenti non vivono l’università da ospiti, ma da protagonisti”

Al Suor Orsola Benincasa l’innovazione è sempre la benvenuta, ma entra passando per la porta della tradizione. A spiegarlo con chiarezza è la prof.ssa Natascia Villani, manager didattico, che racconta come ogni anno l’Ateneo metta mano all’offerta formativa per renderla più attuale, concreta e connessa con la realtà del mondo del lavoro.

L’idea di fondo è semplice ma potente: “piedi fissi nella tradizione, sguardo rivolto al futuro”, perché oggi studiare non basta, bisogna anche essere pronti a muoversi subito sul campo. Niente fuochi d’artificio con Corsi nuovi dal nome roboante, ma piccoli grandi aggiustamenti nati dall’ascolto continuo del territorio: “modifiche necessarie per restare costantemente aggiornati”, dice la prof.ssa Villani, spiegando che il dialogo con le parti sociali e gli stakeholder è reale e tangibile. Un esempio chiaro? Giurisprudenza, uno dei Corsi più classici, che però qui non si accontenta della tradizione.

“Nei primi tre anni si studiano le materie caratterizzanti, poi si può personalizzare il percorso tra giurista delle pubbliche amministrazioni, delle nuove tecnologie, d’impresa, oppure prepararsi alla carriera in magistratura”.

L’iscrizione part-time

Insomma, basi solide e poi libertà di specializzarsi. E per avvicinare davvero l’università al mondo del lavoro, è arrivato lo stage curriculare al quarto anno: “con sei crediti formativi” e soprattutto laboratori pratici, le famose “cliniche legali”, in ambiti chiave come il diritto amministrativo, processuale civile e penale. Il manager didattico lo dice chiaramente: “una curvatura necessaria alle esigenze del mondo del lavoro”.

E non è l’unica area che cambia marcia. La Magistrale in Economia, Management e Sostenibilità si evolve con due percorsi ben distinti: uno orientato alla sostenibilità, l’altro alla digitalizzazione. “Abbiamo introdotto attività laboratoriali specifiche per diversificare la formazione dell’economista”, spiega, puntando a rendere gli studenti subito operativi e aggiornati. E non finisce qui.

Il curriculum in Psicologia del Benessere, nato da poco, è già al suo secondo anno e cresce grazie a collaborazioni con altri Atenei, come nel progetto ProBen. “Curiamo molto questo percorso anche attraverso delle attività particolari”, racconta la docente, mostrando quanto l’attenzione al benessere degli studenti sia ormai parte integrante del piano di studi. Anche i Corsi di Scienze dell’educazione cambiano passo, sia per la Triennale che per la Magistrale: “sono state inserite attività laboratoriali molto interessanti per caratterizzare la figura dell’educatore”, sia nei crediti a scelta sia nei laboratori obbligatori.

In pratica, più concretezza, più esperienze dirette, più aderenza al profilo professionale. E per chi lavora e studia, ecco la svolta: l’introduzione dell’iscrizione part-time. “Lo studente paga la metà delle tasse e fa la metà degli esami”, dice la prof.ssa Villani, e non è poco. È una soluzione pensata per chi ha non ha molto tempo a disposizione, ma non vuole rinunciare al percorso accademico: “consente loro di non sentirsi costretti a pagare una tassa alta sapendo già di non poter affrontare tutto il numero di esami previsti”.

Il ping pong accademico

Una scelta intelligente e umana. L’attenzione agli studenti si vede anche nella tecnologia: l’app dell’università è stata potenziata per rendere più fluida la gestione delle lezioni. Se cambia un’aula o una lezione diventa online per un imprevisto, lo studente riceve una notifica. Ma non solo: può anche inviare segnalazioni su eventuali problemi nelle aule. “I nostri studenti non vivono l’università da ospiti, ma da protagonisti”, sottolinea la professoressa, e lo si capisce bene. Anche gli spazi parlano questa lingua.

Il terrazzo panoramico, con vista mozzafiato su Napoli, Vesuvio e mare, non è solo un belvedere ma un luogo di incontro, relax e scambio tra universitari di corsi di laurea differenti. “È un momento fondamentale per far sì che gli studenti possano incontrarsi e confrontarsi sotto una cornice straordinaria”, racconta, e per stimolare questa socialità è stato aggiunto anche un tavolo da ping pong. Sì, ping pong accademico. A rendere il terrazzo ancora più speciale è la scultura a grandezza naturale ‘Rendez-vous’ dell’artista francese Valérie Hadida, simbolo di quell’incontro tra arte, cultura e formazione che rende il Suor Orsola un luogo unico.

Qui ogni dettaglio conta. Quando chiediamo cosa distingua davvero questo Ateneo dagli altri, la prof.ssa Villani non ha dubbi: “cura. Cura per gli studenti, cura per gli ambienti”. Una parola che ricorre spesso nel suo racconto e che riassume bene l’essenza del Suor Orsola Benincasa.

Qui il numero degli studenti è contenuto, e questo fa la differenza: “il numero è ristretto, e questo è un punto di forza: lo studente si sente partecipe, c’è un rapporto diretto con i docenti, sono più seguiti”. L’università è una comunità, non una macchina. “Attenzione” e “rispetto” sono gli altri pilastri: rispetto per un luogo storico, per un bene culturale, per un’identità che non si perde mai. Eppure, nonostante tutto questo, nessuno si adagia.

“Non ci sentiamo arrivati – dichiara la docente – ma sappiamo che da questi punti di forza possiamo crescere”. In fondo è proprio questo il segreto: tenere i piedi saldi nella tradizione, ma senza mai smettere di guardare avanti.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 150

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