Molti studenti concordano: la sfida più grande del primo anno è capire come studiare. “Alle superiori era tutto più semplice. All’università devi trovare un tuo metodo, ogni esame ha un carico e un programma diverso – spiega Marianna, Ingegneria Informatica – Non basta seguire le lezioni, bisogna approfondire, leggere materiale aggiuntivo e svolgere esercizi extra”. Per il primo esame, Analisi I, Marianna ha dovuto reinventare il proprio metodo di studio: “Ho capito che non serve scrivere e scrivere ma bisogna imparare a schematizzare e creare mappe concettuali, e confrontarsi con chi ha già dato l’esame”.
Ma il vero esame tosto è stato Sistemi Operativi: “Venivo da scienze umane e non avevo mai studiato informatica prima, sono stata colta di sorpresa!”. Anche per Giulia, Ingegneria Navale, Analisi I è stato impegnativo: “Non avendo seguito i primi tre mesi e provenendo da un istituto tecnico, ho avuto difficoltà e mi sono portata Analisi I fino a giugno”, racconta. “Poi mi sono detta: se non va Analisi questo mese, la smetto. Sono riuscita però a superarlo e recuperare nei mesi estivi. Analisi I non è difficile se lo segui dall’inizio, ma non te lo aspetti e lo sottovaluti”.
Geometria “l’ho ripetuto dieci volte”
Claudio, Ingegneria Gestionale, invece, ha avuto una partenza positiva con Analisi I, ma si è trovato in difficoltà in seguito: “Ho avuto un professore di Analisi I molto bravo e sono riuscito a superare l’esame ‘più difficile’ già al preappello a dicembre, ma Geometria e Algebra e Informatica mi sono sembrati esami insormontabili. Geometria l’ho ripetuto dieci volte”. Aggiunge: “Seguire online, stare da solo, nel mio caso ha alimentato la perdita di motivazione”.
Per Raffaella, Ingegneria Gestionale, invece: “Non esiste un esame più difficile degli altri, dipende dalle proprie attitudini. Per esempio, prima di Analisi I ho pianto perché ero terrorizzata, ma in realtà andò bene, anche se ovviamente la preparazione richiede tempo. Invece affrontare per la prima volta Informatica o Economia è stato traumatico perché erano materie che al liceo scientifico non avevo mai studiato”.
Sul fronte logistico e didattico, ci sono luci e ombre. Le aule sono spesso molto grandi, ma non sempre funzionali. C’è chi apprezza le aule studio sempre aperte e chi lamenta difficoltà logistiche. “A via Claudio spesso non funzionano i proiettori e i docenti non usano i microfoni: se sei miope o seduto dietro, è dura seguire”, racconta Marianna, ma trova le aule studio fondamentali: “Mi hanno aiutato a confrontarmi con persone che stavano affrontando i miei stessi corsi”.
Gennaro Pio, studente di Edile-Architettura, aggiunge: “A Piazzale Tecchio mancano le prese elettriche, l’elettrificazione è necessaria per chi resta a studiare tutto il giorno. La situazione adesso è migliorata e si può verificare dal sito quali aule sono libere”. Le opinioni su spazi e servizi sono molto variegate. “L’aula studio di Piazzale Tecchio funziona benissimo: ora è aperta anche il sabato pomeriggio ed è utilissima, soprattutto per chi è fuorisede”, racconta Giulia. Raffaella aggiunge: “Studiare a casa è deleterio. Meglio stare in aula studio, fare pause, confrontarsi”, ma non è troppo d’accordo con le aule studio aperte di sera e nei week-end: “Bisogna anche saper staccare: io vado in palestra, faccio attività per non pensare solo allo studio, e all’inizio, con le aule sempre aperte forse mi sarei sentita sotto pressione nel non fermarmi mai”.
I gazebo d’estate
Claudio apprezza i “gazebo fuori d’estate che sono una bella aggiunta e le aule studio che permettono di studiare con gli amici e sentirsi spronato a dare il meglio”. Il primo semestre del secondo anno però, alla sede di Agnano, è stato più complesso: “Lì è difficile trovare parcheggio e bisogna arrivare prima di tutti per i posti in aula e in aula studio, anche se la struttura è bellissima”.
Gennaro evidenzia invece i problemi di chi vive lontano: “Da Vitulazio devo prendere tre coincidenze, perdo fino a quattro ore, cosa che purtroppo non mi permette di rimanere fino a tardi all’università”. Raffaella ha avuto un’impressione positiva: “Mi ha sorpreso vedere le aule così grandi e tanti studenti uniti dalla stessa passione. È stato bello condividere quegli spazi, nonostante le difficoltà”. Il segreto per farcela: il confronto con gli altri. “È stato difficile entrare in gruppi già formati, soprattutto dopo il Covid. Ma quando riesci a creare un gruppo di studio, tutto cambia e anche per questo consiglio di entrare a far parte delle associazioni”, afferma Giulia.
Claudio lo sottolinea come un consiglio: “Studiare insieme è fondamentale. Confrontarsi aiuta soprattutto se il docente fornisce poco materiale”. E ancora: “Interagire a lezione, farsi notare, stabilire un rapporto più umano con i professori è fondamentale, anche perché molti apprezzano la partecipazione”.
Progetti e attività di gruppo
Al di là delle difficoltà, molti trovano stimoli nei progetti applicativi e nelle attività di gruppo. Marianna racconta la sua esperienza per Ingegneria del software: “È stato stimolante lavorare come in una vera squadra. Abbiamo diviso i compiti, ci siamo confrontati, è stato difficile ma ci ha dato soddisfazione. Vorrei lavorare così in futuro”. Claudio ricorda con entusiasmo il corso di Elettrotecnica: “Ogni settimana la docente ci assegnava degli homework. Alla fine del corso abbiamo organizzato una specie di festa. Anche se l’esame era da 6 crediti, ci siamo impegnati e ci è rimasto impresso”.
Anche Gennaro apprezza l’aspetto pratico del suo corso: “Abbiamo fatto visite a Pompei per l’esame di Disegno, gite a Roma per Storia dell’Architettura e visite sui cantieri per Architettura tecnica”. Raffaella consiglia di “non impantanarsi solo nello studio, ma di partecipare a progetti come Uninacorse, esperienze che forniscono competenze uniche”.
Dalle loro esperienze, emerge un consiglio condiviso: non sottovalutare i primi esami e non restare soli. “Studiare giorno per giorno e non rimandare è l’unico modo per stare al passo”, suggerisce Claudio. Raffaella insiste: “Non fossilizzarti solo sullo studio. L’università è anche relazioni, progetti, esperienze. Uscire dalla routine ti rende più produttivo”. Gennaro consiglia ai colleghi: “Date subito gli esami di Matematica, anche perché in un ciclo unico è più facile portarsi indietro gli esami. All’inizio spaventa, ma poi appassiona tutti”. E Giulia conclude: “Il carico è pesante ma fattibile. Il vero segreto è crearsi un gruppo di studio e frequentare le associazioni per fare la differenza”.
Al di là delle difficoltà, molti trovano stimoli nei progetti applicativi e nelle attività di gruppo. Marianna racconta la sua esperienza per Ingegneria del software: “È stato stimolante lavorare come in una vera squadra. Abbiamo diviso i compiti, ci siamo confrontati, è stato difficile ma ci ha dato soddisfazione. Vorrei lavorare così in futuro”. Claudio ricorda con entusiasmo il corso di Elettrotecnica: “Ogni settimana la docente ci assegnava degli homework. Alla fine del corso abbiamo organizzato una specie di festa. Anche se l’esame era da 6 crediti, ci siamo impegnati e ci è rimasto impresso”.
Anche Gennaro apprezza l’aspetto pratico del suo corso: “Abbiamo fatto visite a Pompei per l’esame di Disegno, gite a Roma per Storia dell’Architettura e visite sui cantieri per Architettura tecnica”. Raffaella consiglia di “non impantanarsi solo nello studio, ma di partecipare a progetti come Uninacorse, esperienze che forniscono competenze uniche”.
Dalle loro esperienze, emerge un consiglio condiviso: non sottovalutare i primi esami e non restare soli. “Studiare giorno per giorno e non rimandare è l’unico modo per stare al passo”, suggerisce Claudio. Raffaella insiste: “Non fossilizzarti solo sullo studio. L’università è anche relazioni, progetti, esperienze. Uscire dalla routine ti rende più produttivo”. Gennaro consiglia ai colleghi: “Date subito gli esami di Matematica, anche perché in un ciclo unico è più facile portarsi indietro gli esami. All’inizio spaventa, ma poi appassiona tutti”. E Giulia conclude: “Il carico è pesante ma fattibile. Il vero segreto è crearsi un gruppo di studio e frequentare le associazioni per fare la differenza”.
Scarica gratis la nuova Guida Universitaria di Ateneapoli
Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 27