Gli studenti raccontano…“La frequenza ai corsi è fondamentale”

Futuri diplomatici, agenti turistici e manager: questi e tanti altri i futuri possibili per gli aspiranti dottori del Dipartimento di Scienze Politiche. Ce lo raccontano gli studenti. Marika Aversano, primo anno di Scienze Politiche, non ha ancora le idee chiare sul suo futuro, ma una cosa è certa: “vorrei orientarmi verso un ambito che mi permetta di aiutare quante più persone possibile”.

Marika si trova molto bene in Dipartimento: “i rappresentanti degli studenti sono sempre disponibili per qualsiasi esigenza, i docenti sono davvero preparati e disponibili al confronto e le lezioni stimolanti”. Sugli esami da temere: “Ci sono alcune materie che richiedono una dose extra di dedizione, parlo in particolare di Economia, Statistica e anche i vari esami di Diritto”. Un consiglio alle nuove matricole? “Iniziare questo percorso con tanta curiosità e una mentalità molto aperta”.

Matteo De Cicco, terzo anno di Scienze del Turismo, desidera lavorare sulle navi, come steward: “mi sono diplomato all’alberghiero in accoglienza turistica. Ovviamente ho voluto proseguire in questo settore”. Tra gli esami più ostici cita Statistica e consiglia: “Non rinviatelo troppo in là, studiate, seguite i corsi e datelo il prima possibile”. E soprattutto: “Frequentare è molto importante. C’è una grande differenza fra corsisti e non corsisti”. Matteo sottolinea anche i comfort della sede: “Aule climatizzate, aule studio e computer, una grande biblioteca e anche un parcheggio a disposizione degli studenti”.

Giulia Sito, stesso anno e Corso di Laurea di Matteo, racconta: “Ho scelto questo indirizzo di studio in modo da avere una cultura generale su diverse materie, caratteristica che non ho trovato altrove dove i percorsi sono più impostati su discipline manageriali ed economiche”. Giulia ambisce a lavorare nell’ambito internazionale “a contatto con gli stranieri, come figura di riferimento, ad esempio in un’ambasciata”. Riguardo il rapporto studente-docente in Dipartimento: “siamo pochi, quindi il rapporto con i docenti è molto più diretto, ti riconoscono quasi a vista… Agli esami è importante sapere chi hai davanti, aiuta tanto”.

Erasmus “il periodo più bello del mio percorso”

Giulia è tutor buddy per gli studenti interessati al percorso Erasmus, lei stessa ha vissuto un periodo di sei mesi a Caceres, in Spagna (“è stato il periodo più bello del mio percorso”). Incita i suoi colleghi: “non c’è modo migliore di imparare una lingua”. Del progetto buddy dice: “è di supporto sia per gli studenti outcoming che per quelli che arrivano al nostro Dipartimento, cerchiamo di assisterli per la documentazione e l’inserimento”.

Per diventare tutor buddy, spiega Giulia, bisogna presentare domanda e passare una selezione basata anche su un colloquio in inglese. Non è necessario aver fatto l’Erasmus, ma serve, ovviamente, per scalare la graduatoria. Mariafrancesca Vicale, terzo anno di Scienze Politiche, è un’aspirante diplomatica. Dice: “Ho scelto questo Dipartimento sia per la posizione strategica – è a pochi passi dalla stazione, vengo in treno da Benevento, ci sono corse ogni ora – sia perché è molto più organizzato rispetto ad altri.

Poi siamo in pochi. C’è più contatto umano, non sei solo un numero”. Il metodo per riuscire bene? “Seguire e non procrastinare gli esami, in caso di difficoltà rivolgersi ai rappresentanti”. Maria Bevilacqua, invece, non ha ancora chiaro quello che farà dopo la laurea. È al terzo anno di Scienze Politiche, vorrebbe proseguire con un Master in Criminologia. Del percorso dice: “Al primo anno mi sono trovata bene, i nostri rappresentanti sono molto disponibili, ti spiegano tutto. Poi è facile conoscere nuove persone.

Anche i docenti sono sempre a disposizione, rispondono velocemente alle mail”. L’esame più temuto? Statistica. Maria consiglia: “Seguite e sostenete le prove intercorso”.

Tirocini nelle Ambasciate

Testimonianze di chi ce l’ha fatta a superare lo scoglio della Triennale. Sara Benenati e Imman Ayfa, entrambe laureate in Scienze Politiche, ora sono studentesse alla Magistrale in Relazioni e Organizzazioni Internazionali. Sara ha il sogno di lavorare in consolato o in ambasciata, dice: “Studiare è importante, come lo è guardare fuori dall’aula.

Bisogna seminare, non limitarsi ai libri”. Interessante il suo lavoro di tesi in Storia Moderna e Contemporanea: il percorso di emancipazione delle donne nel Global South tra ’800 e ’900, con un focus nel terzo capitolo sull’emancipazione femminile marocchina. “Durante la stesura della tesi mi mancavano quattro esami, tutti complicati, combaciare gli esami con la tesi non è stato facile, ma non ho mollato”. Consiglia alle nuove matricole: “Scegliete un argomento che davvero vi interessa, poi con il professore che è più vicino alla materia rifinite tutta la cornice”.

Ricorda poi l’importanza degli scambi culturali: “non fatevi limitare se non conoscete la lingua”. Lei in Triennale ha fatto un’esperienza di questo tipo a Siviglia e a settembre partirà per l’Erasmus.

Imman, che ambisce alla carriera diplomatica, con la sua tesi ‘Ritorno ad Algeri’ in Sociologia generale si è focalizzata sul sistema culturale algerino. Ha raccontato la sua esperienza di tirocinio Maeci Crui presso l’Ambasciata italiana ad Algeri in collaborazione con gli Affari esteri (“è stato un percorso di grande esperienza, mi ha consentito di applicare le conoscenze che ho acquisito durante i corsi universitari”): “ho intrapreso questo viaggio metaforico dell’attore che appartiene a due sistemi: quello italiano e quello algerino”.

Tranquillizza le matricole: “sono stata seguita dal mio relatore e dalla sua assistente nel percorso tesi. Consiglio di dedicarsi alla tesi in un periodo senza esami per non affaticarsi, è un’esperienza che si deve godere a pieno”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 116

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