In più di un evento in orbita Federico II, quest’anno, è stato ribadito che il biotech è un asset strategico per l’Italia e l’UE. A tal punto che una stima dei Biotecnologi italiani prevede un incremento del mercato globale del 300% entro il 2028. Il prof. Nicola Zambrano, che coordina il Corso di Laurea in Biotecnologie per la Salute, conferma e spiega: “le biotecnologie sono sempre più richieste perché intercettano i bisogni primari della popolazione. Con le tecnologie attuali siamo capaci di generare presidi terapeutici, diagnostici, ambientali. La figura che formiamo, oggi, è particolarmente riconosciuta”.
E alla base di un’offerta formativa solida, che si rinnova costantemente, c’è un concetto di derivazione veterinaria: la salute unica o one health – “alla salute dell’uomo contribuiscono tanto quella dell’ambiente che quella animale”.
I cinque curricula
E i cinque curricula che Biotecnologie per la Salute propone intercettano proprio questo orizzonte: “quello medico-molecolare e quello medico-clinico guardano all’uomo; il terzo, farmaceutico, vale tanto per l’uomo che per gli animali; poi ci sono i due che guardano all’ambito veterinario e alimentare, con quest’ultimo che riprende le discipline del mondo vegetale”.
La scelta avviene a metà percorso e consente “agli studenti di personalizzare la propria formazione. Grazie agli oltre 40 insegnamenti a scelta”. Ma il coordinamento ha una forte struttura anche nell’accoglienza, per mettere le matricole nelle condizioni di ambientarsi al meglio, soprattutto al tipo di didattica che il Corso propone in modo innovativo da qualche anno. Già, perché a Biotecnologie si parla di contenuti integrati tra le discipline di Matematica, Chimica e Fisica che, inoltre, “prevedono anche prove in itinere, esercitazioni, accertamenti del profitto”.
E i dati raccolti sembrerebbero dare ragione al corpo docente: “abbiamo constatato che durante la sessione invernale dello scorso anno il 53% degli studenti ha acquisito in pieno i crediti, una percentuale incredibile se consideriamo che finora il nostro Corso, così come tutti quelli di area medica, si è basato anche sugli scorrimenti di graduatoria. Insomma, il meccanismo ha funzionato in modo impeccabile”.
E a proposito di ammissione, la grande novità: niente più test di ingresso. I posti banditi restano 450 e tutto passa dalla combinazione tra la celerità nel registrare la domanda di iscrizione e il voto di diploma. “Vogliamo andare incontro il più possibile alle esigenze degli studenti, alla luce anche dell’introduzione del semestre filtro a Medicina che, decreto ministeriale alla mano, potrebbe portarci altri 90 studenti”, in quanto Biotecnologie è uno dei cosiddetti ‘Corsi affini’. E Zambrano non teme l’eventuale incremento della platea studentesca, anzi.
“A oggi non possiamo prevedere se avremo gli stessi numeri degli scorsi anni, quando in 1500 si iscrivevano al nostro Corso. Di recente ho avuto una riunione con i colleghi degli insegnamenti del primo semestre del primo anno per organizzare al meglio le attività e renderle congrue alle diverse evenienze. Di fatto, o avremo fin da subito la platea massima o platee ridotte, che poi si arricchiranno degli studenti non ammessi al secondo semestre di Medicina.
In ogni caso noi siamo pronti: abbiamo quattro canali al momento e potremmo attivarne altri senza problemi, abbiamo una squadra di docenti così affiatata e capace di portare avanti attività didattiche integrate e innovative che dubbi non ce ne sono”.
Incremento dei Laboratori didattici
Al di là del percorso che uno studente può scegliere – “incoraggio i ragazzi a pensare a questo settore come prima scelta e non come un ripiego”, ci tiene comunque a dire il Coordinatore – l’alto livello della formazione offerta da Biotecnologie è garantito anche da una struttura che non ha nulla da invidiare. Sito in via De Amicis, nei pressi della stazione “Policlinico” della Linea 1 – il Centro di Servizio di Ateneo per le Scienze e Tecnologie per la Vita (Cestev) “ci accoglie da anni e ci offre sempre tanti spazi” – la struttura dispone di sei laboratori didattici per complessivi 750 metri quadrati.
Altre novità arrivano proprio per quanto riguarda questi ultimi, come spiega Zambrano: “applicheremo il nuovo regolamento didattico che li incrementa e migliora. Per esempio i corsi di Chimica generale e inorganica e Fisica avranno una nuova denominazione: Chimica generale e inorganica con laboratorio e Fisica con laboratorio”. Non si tratta di un cambiamento solo semantico, naturalmente: “lo stesso insegnamento, che erogo personalmente, si chiamerà Biologia molecolare con laboratorio. Vogliamo intercettare le nuove esigenze di una formazione dalla forte dimensione pratica. Non solo conoscenze, ma anche e sempre di più per competenze”.
Sul tirocinio obbligatorio: “abbiamo formalizzato un esperimento condotto negli anni scorsi, ovvero introdurre un’attività di pre-tirocinio, che motiva e prepara ulteriormente gli studenti per il tirocinio vero e proprio”.
Poi un messaggio ai possibili biotecnologi di domani: “al rientro dalle vacanze, concentratevi sulla scelta da fare e sulle opportunità che siamo in grado di offrirvi. In futuro, vi garantirebbero di entrare in un settore lavorativo di alto livello e ambito”.
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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 59