“In sanità si lavora in team, perché il paziente deve essere trattato sempre di più dal punto di vista bio-psico-sociale. Per curare una persona che ha una o più patologie i medici hanno bisogno di una squadra composta da infermieri, per esempio. Così come non è pensabile prescrivere trattamenti riabilitativi senza indirizzare l’ammalato verso il fisioterapista, il logopedista, il neuropsicomotricista e via dicendo, a seconda del caso specifico. Insomma, è necessario avere professioni che dispongano di una visione diversa da quella del medico, per osservare la persona assistita nella sua interezza”.
Le affermazioni sono della prof.ssa Francesca Gimigliano, fisiatra e referente per l’orientamento delle Professioni Sanitarie. Si tratta di Triennali peculiari, perché sono tutti Corsi di Laurea professionalizzanti. E infatti la docente aggiunge: “sono fondamentali e le reputo una grande opportunità per chi le sceglie. Non appena ci si laurea si può trovare lavoro in qualsiasi struttura”.
14 Corsi di Laurea Triennali
E la Vanvitelli, di Corsi di Professioni Sanitarie, ne offre 14: Assistenza sanitaria (35 posti); Fisioterapia (47 posti a Napoli e 53 a Caserta); Igiene dentale (15 posti a Napoli); Infermieristica (265 posti a Napoli, 100 a Caserta, 165 ad Avellino); Infermieristica pediatrica (45 posti a Napoli); Logopedia (30 posti a Napoli, 30 posti ad Avellino); Nursing (10 posti per comunitari e 10 per extracomunitari; è Infermieristica in lingua inglese); Ortottica ed assistenza oftalmologica (10 posti a Napoli);
Ostetricia (45 posti a Napoli); Tecnica della riabilitazione psichiatrica (20 posti a Napoli); Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (20 posti a Napoli); Tecniche di laboratorio biomedico (35 posti a Napoli e 25 posti a Benevento, nuova sede); Tecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia (46 posti a Napoli, 20 a Caserta e 14 ad Avellino); Terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (60 posti a Napoli).
Due invece le Magistrali: Scienze infermieristiche e ostetriche; Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie (novità del prossimo anno e la docente ne è la Coordinatrice). Su queste Gimigliano riferisce: “formano manager che garantiscano l’efficienza dell’organizzazione ospedaliera”.
Quale che sia la scelta di studentesse e studenti, prima di sedere tra i banchi e seguire le lezioni va superato il test nazionale previsto per lunedì 8 settembre (mercoledì 10 settembre tocca a coloro che intendono iscriversi ai Corsi erogati in inglese).
Come noto, una parte preponderante delle Professioni Sanitarie si sostanzia nel tirocinio: “Durante i tre anni studentesse e studenti devono acquisire 60 crediti e sostenere, anno per anno, il relativo esame, propedeutico a quello successivo. Parliamo di attività estremamente pratiche, per far sì che, appena laureati, i ragazzi abbiano già messo in cascina esperienza e non si sentano perduti nell’affrontare la realtà lavorativa”. Ovviamente il percorso formativo è un crescendo graduale.
“Faccio un esempio: logopedisti e neuropsicomotricisti, che lavorano molto con i bambini, iniziano ad osservare lo sviluppo dei più piccoli nella scuola dell’infanzia e in quella primaria, e solo in un secondo momento approcciano i bambini con una patologia. Lo stesso vale per i fisioterapisti: iniziano con pazienti con patologie semplici e poi con quelli con patologie più complesse che magari richiedono l’intervento anche di altre figure”. E durante i tre anni si impara anche ad avere la giusta empatia e una comunicazione chiara: “bisogna mostrare alle persone di saper fare bene il proprio lavoro”.
Poi, sul senso dell’attività pratica, “vedo sempre grande entusiasmo nei ragazzi che la frequentano, d’altronde passano dalla scuola, dove è tutto teorico, all’università, dove la metà del percorso è pratica”.
L’ultimo tassello sul prossimo anno accademico riguarda l’abolizione del test di ingresso di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, che avrà un impatto anche su Professioni sanitarie, perché alcuni Corsi rientrano nei cosiddetti affini, ‘in base a criteri oggettivi e aggiornati annualmente dal MUR’, si legge sulla pagina del Ministero. Cosa significa? Il decreto spiega che: sono ‘affini’ quei Corsi di Professioni Sanitarie che ‘presentano un rapporto tra iscritti al primo anno e posti disponibili per il medesimo anno, riferito all’anno accademico precedente, inferiore a 0,9’. Ad ogni modo, per Gimigliano, le Professioni Sanitarie “non sono un buon backup per chi intende fare Medicina”.
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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 91