“La qualità indispensabile è la determinazione. Spesso si pensa che servano intuito e saper fare le cose. Certamente aiuta, ma la matematica va anche studiata molto”. Federico Villone, ventiquattrenne laureato Magistrale in Matematica, attualmente impegnato nel primo anno di dottorato presso la Scuola Superiore Meridionale, ripercorre sinteticamente la sua esperienza studentesca.
“Intendiamoci – chiarisce – io non ho mai trascorso le notti sui libri e non mi sono mai annichilito nello studio, nel senso che ho continuato nel fine settimana ad uscire la sera e a coltivare hobby e passioni extra universitarie. Provenivo dal liceo classico e magari rispetto ad altri partivo da un po’ più indietro in matematica, ma non è stato tremendo. Certamente dal mattino alle sette di sera la mia vita era l’Università: i corsi, i laboratori, lo studio e la preparazione degli esami. Come d’altronde era normale che fosse”.
Nel primo anno della Triennale, prosegue Villone, “i corsi sono annuali. Mi sono trovato molto bene con questo sistema, perché c’è più tempo per assimilare i concetti. Vero è che si tratta di esami tutti abbastanza corposi, ma chi studia ce la fa”. Molto buono “è il rapporto con i docenti. Sia nel primo anno, quando le classi sono più numerose, sia più avanti. Mi è capitato di frequentare esami a scelta alla Magistrale nei quali eravamo dieci persone. Eravamo seguitissimi, si creava un rapporto speciale con i docenti”.
Dopo la Laurea Triennale, Villone ha optato per la Magistrale, curriculum teorico. “Mi è sembrato di seguire un unico percorso tra Triennale e Magistrale – racconta – perché sostanzialmente non mi sono fermato mai. È stato un passaggio molto tranquillo”. Dopo il dottorato, “il mio sogno sarebbe di continuare la carriera accademica, ma non so se cambierò idea e punterò poi ad altro”.
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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 25