La parola agli studenti. L’università: un crocevia di percorsi, incontri, dubbi e trasformazioni personali

Riccardo, Mariapia e Marianna: storie diverse ma accomunate da un aspetto. Tra alti e bassi, hanno imparato a conoscersi proprio studiando Economia al Demi (Dipartimento di Economia, Management e Istituzioni). L’università, dunque, come un crocevia di percorsi, incontri, dubbi e trasformazioni personali.
Riccardo Cocciola è arrivato tardi alla scelta universitaria, seguendo più l’intuito che un piano preciso: “Scelsi Economia Aziendale senza avere grandi informazioni, in base ai miei interessi personali e all’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro, che mi ha folgorato”.

Il primo impatto con l’università, però, è stato spiazzante: “Il primo giorno ero confuso, non conoscevo nessuno, nemmeno la struttura. Anche solo trovare le aule era complicato”. Superare lo shock iniziale non è stato facile poiché “i ritmi universitari sono molto diversi da quelli del liceo. Credevo che il mio metodo di studio fosse sufficiente”, racconta Riccardo, che poi ha dovuto affrontare un “fallimento”. “All’ultimo esame della prima sessione fui bocciato, il professore mi consigliò di cambiare percorso di studi”.

Quella bocciatura è diventata per lo studente un punto di svolta: “Mi ha insegnato il valore della resilienza. Mi sono messo in discussione e ho trovato un nuovo metodo di studio più adatto. Non è negativo fallire, se l’errore ti insegna qualcosa. È parte di un progetto più grande”. L’esame preferito della Triennale è stato Gestione dei Mercati Internazionali, in cui ha svolto la propria tesi. Ha scelto di continuare alla Federico II con la Magistrale in Innovation and International Management: “Credo nel potenziale della Federico II, di Napoli e del Sud. Non c’è sempre bisogno di scappare”.

Al biennio ha affiancato un corso di alta formazione sulla Finanza Etica: “Ho conosciuto il prof. Renato Briganti con Diritto pubblico alla Triennale, il mio esame preferito perché mi ha fatto vedere il mondo diversamente, con il quale poi ho svolto la tesi Magistrale che mi ha portato a vincere il premio di laurea”.
Mariapia Scimone, invece, ha cominciato il suo percorso molto giovane (“non volevo fare l’università, i miei genitori mi hanno spinta”), da anticipataria. All’inizio si è sentita “un pesce fuor d’acqua”, ma con il tempo ha scoperto che l’università è anche uno spazio di crescita personale.

“La Triennale mi ha aiutato a crescere, sia a livello di competenze che relazionale, a stringere rapporti umani, a condividere cose belle e brutte con altre persone”, racconta. Durante il suo percorso ha dovuto affrontare “tante difficoltà, un anno fuori corso, la pandemia”, ma ha trovato forza nei legami: “Mi hanno aiutato molto i professori, mi hanno teso la mano, e anche i miei amici”. In questo senso è importante il lavoro che porta avanti l’ASE, Associazione Studenti Economia, “che hanno spinto per aggiungere più appelli d’esame o per aprire lo sportello studenti”.

Il consiglio che dà è semplice ma prezioso: “Circondatevi delle persone giuste per abbattere le difficoltà. Servono costanza e obiettivi chiari”. E poi: “sfruttate tutte le attività formative che il Dipartimento mette a disposizione, i laboratori, l’Erasmus e i tirocini”. La Triennale le ha dato le “basi per capire cosa mi piacesse e andare oltre”. Nel suo caso il marketing “che con i project work e casi studio ti immette nelle situazioni per analizzarle e trovare idee e soluzioni”.

Marianna Mazza ha frequentato l’intero ciclo Triennale e Magistrale al Demi e ne parla con convinzione: “È una scelta che non rimpiango. Il Dipartimento mi ha dato competenze che non credo avrei ottenuto altrove, grazie a professori molto validi e alla struttura degli insegnamenti”. Veniva da un liceo scientifico e alcune materie di base, come Economia e ragioneria o Diritto, erano nuove, ma ha saputo affrontarle. “Diritto privato blocca molti, ma mi ha insegnato a mostrare quanto valgo davvero”.

Ha vissuto l’università come un’esperienza trasformativa, anche grazie ai professori: “Ho trovato temi importanti, come quello dell’antimafia sociale, affrontati in modo coinvolgente da docenti come Leandro Limoccia e Roberto Vona, che mi hanno aiutato a vedere le materie dal punto di vista del mondo reale, o Programmazione e Controllo di Gestione, nonostante la Dad, per cui ho scoperto una vera passione”.

Marianna invita chi inizia questo percorso a viverlo pienamente: “Investite nel vostro studio e non abbiate paura, fate amicizia. Io il primo giorno ero sola, ma scambiando un saluto sono nati rapporti veri”.
L’università, dunque, non è solo esami e crediti formativi, ma una rete di relazioni e un banco di prova. Come dice Riccardo: “Non valutate voi stessi in base ai voti. Un voto basso non è un giudizio sulla persona”. E forse il vero valore aggiunto dell’università è proprio questo: imparare a conoscersi.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 71

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