Marika Malfi e il colpo di fulmine per il Diritto Privato

Diritto Privato che paura! Il primo grande scoglio della vita di un giurista, l’esame che ha fatto tremare generazioni e generazioni di matricole. Ma è davvero così terribile? Forse no. Un consiglio per viverlo al meglio ve lo suggerisce una ex studentessa di Giurisprudenza che, con questa materia, ha avuto un vero e proprio colpo di fulmine.

Lei è Marika Malfi, laureata dal 2023. Ha scelto di non smettere di studiare e di lanciarsi con entusiasmo nel Dottorato in ‘Pubblica amministrazione e innovazione per la disabilità e l’inclusione sociale’, dove, proprio nel ramo del diritto privato, sta portando avanti un progetto di ricerca sulla tutela dell’infanzia nei luoghi di detenzione.

Ha sempre saputo di voler studiare Giurisprudenza, ma non immaginava che, fin dal primo anno, le sarebbe sorto il desiderio di “continuare ad approfondire sempre di più quello che stavo studiando” e di poterlo, un giorno, trasmettere a qualcuno, quasi come “un dovere morale di dare agli altri quello che avevo ricevuto io dai docenti”, racconta Marika.

Cosa le è piaciuto così tanto di questa materia? “Il contatto con la realtà: intercetta tutti gli aspetti della vita umana, dai rapporti patrimoniali a quelli personali dei singoli individui fino a situazioni relative alla stessa esistenza della persona”, spiega.

Ora che sta svolgendo il dottorato e ogni tanto assiste gli studenti nei ricevimenti, Marika ha avuto modo di passare, per così dire, ‘dall’altro lato’, di “mettersi in discussione” vivendo l’università dalla prospettiva del docente e rivela di essere “estremamente felice” quando uno studente riesce a superare un esame o anche solo “comprendere un argomento che non gli era stato chiaro a lezione”, perché l’obiettivo per lei non è solo il superamento dell’esame, “ma la formazione, la crescita dell’individuo come studente e come persona”.

Alla luce del suo percorso, il suo consiglio alle future matricole per superare Diritto Privato è “non farsi spaventare dalla mole di studio: spesso il timore di un esame è un limite che ci autoimponiamo e questo io non lo sapevo quando sono arrivata all’università, l’ho scoperto solo frequentandola. Un approccio psicologico positivo è fondamentale.

È un percorso lungo, perciò lo si deve vivere con serenità e senza pregiudicare la propria salute mentale”, in primo luogo. Poi, “seguire il corso: il docente vi offrirà il metodo necessario per approcciarvi ad uno studio totalmente diverso da quello a cui siete abituati”. Ancora, cogliere tutte le ulteriori opportunità di confronto come, appunto, ricevimenti e tutorato e, infine, “non accontentatevi mai, nemmeno nello studio, non limitatevi a cercare di imparare quella nozione a memoria, ma cercate di capirne il senso e fate di ciò un metodo di approccio generale alla vita”, conclude.

Un altro motivo per cui Marika è così legata al Diritto Privato è un discorso che rivolse alla classe il suo professore il primo giorno di università: “ci tenne a sottolineare che non eravamo solo dei numeri, che era esattamente ciò che temevo da matricola, ma delle persone. Mi sono sentita considerata e ne ho avuto prova negli anni”, afferma. Un’università che definisce a misura di studente, dalle cose più semplici, come “l’essere molto attiva sui social e sui canali di comunicazione”, fino alla facilità nello svolgimento delle pratiche amministrative e alle attività extracurriculari.

E poi l’esperienza da rappresentante degli studenti e la vita di associazione, dove ha imparato a mettersi in discussione, provando a capire come poter migliorare la vita degli studenti “e cosa poter proporre ai docenti per creare una condizione ottimale per tutti”.

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Ateneapoli – n. 11-12 GUIDA UNIVERSITARIA – 2025 – Pagina 110

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